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Musica

Non solo canzoni… ma vere e proprie miniere d’oro per i loro autori ed interpreti

Nel corso della storia, alcuni brani pop e rock hanno generato incassi straordinari grazie a vendite, streaming, diritti d’autore e utilizzi pubblicitari. Vi proponiamo un excursus tra le canzoni che hanno guadagnato di più nella storia della musica che, magari, potrebbe risultare un buon pretesto per riascoltarle.

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    Per la serie “Quando un brano diventa un patrimonio musicale e finanziario”. Scrivere un brano di successo non significa solo raggiungere le vette delle classifiche, ma anche assicurarsi una rendita che può durare decenni. Alcune canzoni, infatti, continuano a generare incassi milionari anni dopo la loro pubblicazione grazie ai diritti d’autore. Oltre naturalmente agli utilizzi in pubblicità, film e serie TV, nonché alle cover e reinterpretazioni.

    Il valore si misura nel tempo

    Le canzoni non sono solo opere artistiche ma anche investimenti di enorme valore economico. I brani citati di seguito dimostrano come la musica possa continuare a generare fatturato nel tempo, trasformandosi in patrimoni immortali. Perchè il successo non si misura solo con le vendite iniziali, ma con la capacità di una canzone di resistere negli anni e rimanere nel cuore del pubblico. Ecco alcuni dei brani pop e rock che hanno guadagnato di più nella storia della musica.

    Happy Birthday to You – Il brano più redditizio di sempre

    Può sorprendere, ma Happy Birthday to You è proprio una delle canzoni più redditizie della storia. Composta nel XIX secolo dalle sorelle Patty e Mildred Hill, è diventata di dominio pubblico solo nel 2016, dopo aver generato milioni di dollari grazie ai diritti d’autore riscossi ogni volta che veniva usata in film o trasmissioni televisive. E poi, pensate a quante volte viene cantata ogni giorno nel mondo…

    Yesterday – The Beatles

    Considerata una delle canzoni più reinterpretate di sempre, Yesterday di Paul McCartney e John Lennon ha fruttato centinaia di milioni di dollari sin dalla sua uscita nel 1965. La sua melodia senza tempo e il testo malinconico hanno garantito un successo duraturo.

    White Christmas – Bing Crosby

    Scritta da Irving Berlin nel 1942, si tratta di una delle canzoni più vendute di tutti i tempi. La versione interpretata da Bing Crosby ha generato oltre 50 milioni di copie vendute e continua a essere un classico natalizio che frutta milioni ogni anno.

    I Will Always Love You – Whitney Houston

    Originariamente scritta e interpretata da Dolly Parton nel 1973, I Will Always Love You è diventata un fenomeno globale grazie alla versione di Whitney Houston nel 1992 per il film The Bodyguard. Ha venduto oltre 20 milioni di copie e continua a generare enormi profitti grazie alle sue innumerevoli riproduzioni.

    Smells Like Teen Spirit – Nirvana

    Questo vero e proprio inno grunge del 1991, scritto da Kurt Cobain, Krist Novoselic e Dave Grohl, ha rivoluzionato la musica rock e ha generato introiti straordinari grazie a vendite, streaming e utilizzi pubblicitari. Il brano rimane un’icona della cultura pop.

    Bohemian Rhapsody – Queen

    Con la sua struttura innovativa e il mix di generi, il brano di Freddie Mercury ha guadagnato centinaia di milioni di dollari grazie a vendite record, riproduzioni in streaming e il successo del biopic Bohemian Rhapsody del 2018. Considerando che inizialmente venne scartato da una casa discografica perchè considerato poco commerciale…

    Stairway to Heaven – Led Zeppelin

    Pubblicata nel 1971, questa epica composizione di Jimmy Page e Robert Plant non è mai stata rilasciata come singolo, ma ha generato enormi profitti grazie agli album venduti, ai diritti d’autore e all’uso nei media.

    Every Breath You Take – The Police

    Scritta da Sting, questa canzone del 1983 ha accumulato guadagni impressionanti, generando milioni di dollari grazie ai diritti d’autore, soprattutto per il suo utilizzo in campioni e interpolazioni da parte di altri artisti, come nel brano I’ll Be Missing You di Puff Daddy.

    Imagine – John Lennon

    Un inno alla pace universale, in grado di generare incassi straordinari sin dalla sua uscita nel 1971. Ancora oggi è una delle canzoni più suonate e reinterpretate al mondo.

    Sweet Child O’ Mine – Guns N’ Roses

    Uno dei brani rock più riconoscibili di sempre, Sweet Child O’ Mine di Slash e Axl Rose ha guadagnato milioni grazie alle vendite, all’utilizzo in film e spot pubblicitari e alle riproduzioni digitali.

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      Musica

      Brunori Sas: “Napoli ha colonizzato la mia infanzia. Sogno di cantare ‘Malafemmena’”

      Dopo il podio a Sanremo e milioni di streaming su Spotify, Brunori Sas torna in concerto con un tour “alla vecchia maniera”. “Napoli mi ha formato. Ho un legame viscerale con la sua musica, i suoi artisti, la sua gente. Sarà uno show unico, senza effetti speciali. Solo canzoni vere e un affetto grande”.

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        Dario Brunori, in arte Brunori Sas, è tra i musicisti più ascoltati del 2025. La sua hit sanremese L’albero delle noci, che dà anche il titolo al nuovo album, ha superato i 15 milioni di streaming su Spotify. Dopo il trionfo al 75° Festival di Sanremo, dove ha conquistato il podio e il Premio Sergio Bardotti per il miglior testo, arriva stasera al Palapartenope per una tappa molto attesa del suo tour.

        “Sarà un concerto alla vecchia maniera” ha dichiarato. “Senza trovate sceniche fini a sé stesse. Tutto quello che si sente è live, con le sue ‘sporcature’ e le sue imperfezioni. Ogni concerto è diverso dall’altro, anche in funzione della città in cui mi esibisco. E siccome amo Napoli in maniera speciale, sarà un concerto unico”.

        Il rapporto con Napoli, del resto, è profondo: “Il mio legame con la musica napoletana è letteralmente viscerale. Così come lo è l’influenza che Napoli ha esercitato su di me. Sono cresciuto con le canzoni partenopee, da Pino Daniele a Roberto Murolo, ma anche con figure di riferimento extra musicali come Massimo Troisi ed Eduardo De Filippo”.

        “Ho vissuto in un paese di mare della costa nord calabrese, e in estate eravamo spesso ‘colonizzati’ dai napoletani. Ma non lo dico in senso negativo. C’erano magari prima le risse, poi sempre e solo abbracci. In fondo abbiamo in comune molte cose, a partire dall’aspetto comico e teatrale con cui tendo a gestire il mio modo di parlare”.

        E confessa: “Mi piacerebbe tantissimo cantare una canzone tradizionale napoletana. ‘Malafemmena’ in particolare. Credo che in questo periodo storico sia particolarmente giusto cantarla”. Ma non è l’unico brano che ama: “Tra quelli più antichi aggiungerei ‘Reginella’. Poi c’è ‘Cammina cammina’ di Pino Daniele. La trovo superlativa. Racconta il punto di vista di un vecchio con una tenerezza incredibile. Mi commuove ogni volta che la riascolto. È contenuta in un disco miliare come ‘Terra mia’, scritto ai tempi in una valle di lacrime”.

        Durante il tour, il cantautore ha deciso di proiettare sui maxischermi scene di vecchi matrimoni: “Sulle note di ‘Per non perdere’ proiettiamo anche alcune immagini del matrimonio di mio padre e mia madre, rigorosamente in Super8. Mi fa piacere che le persone abbiano spunti su cui soffermarsi, così da non distrarsi con gli schermi del cellulare”.

        E conclude con un sorriso: “C’è molto affetto ai miei live. Il mio pubblico mi chiama ‘Darione’, che per il mio sex appeal è un po’ una caduta tragica. Ma è un nomignolo che racconta un legame profondo. E io ci tengo a tenerlo vivo, canzone dopo canzone”.

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          Musica

          Ho (quasi) vinto Sanremo ma anche all’Eurovisiono sarò solo Lucio…

          Il secondo classificato di Sanremo 2025, Lucio Corsi, torna sulla scena musicale con “Volevo essere un duro”, un album che mescola nostalgia, realtà e fantasia senza perdersi in inutili orpelli. Il quarto disco in studio dell’artista toscano è disponibile da oggi in digitale, mentre la versione fisica arriverà l’11 aprile. Un viaggio musicale che, tra sonorità ricercate e testi evocativi, continua a esplorare il suo mondo unico. Per il prossimo impegno all’Eurovision non aspettatevi nessun “fuoco d’artificio”… ma solo tanta sincerità.

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            Il suo nuovo disco è il risultato di un intenso lavoro a sei mani con Tommaso Ottomano, che ha collaborato alla scrittura, composizione e produzione, e Antonio “Cuper” Cupertino. Nove tracce che raccontano storie di personaggi sospesi tra il passato e l’immaginazione: tra questi Francis Delacroix, un fotografo di vecchia data, e Rocco, il compagno di scuola delle medie. Con questo nuovo progetto, si conferma un narratore capace di trasformare le esperienze personali in musica senza tempo. Riportando in auge la figura del cantautore, del quale l’Italia può vantare una grande tradizione, capace di fotografare la realtà ma col tocco poetico della fantasia.

            Tra tour sold out e nuove date

            Con l’uscita dell’album arriva anche il “Club Tour”, che partirà il 10 aprile e ha già registrato il tutto esaurito. Ma niente paura: per chi non è riuscito a trovare i biglietti, ci saranno altre 25 date estive in tutta Italia. Un’occasione imperdibile per vedere dal vivo un artista che riesce a portare sul palco la stessa autenticità che caratterizza la sua musica. “Scrivere è un viaggio, un modo per esplorare me stesso e il mondo che mi circonda”, racconta Corsi. “Mi piace mescolare la mia infanzia con quella degli altri e fare scelte diverse per il futuro”.

            Arte visiva e ispirazioni pittoriche

            Lucio Corsi non è solo un cantautore, ma un artista a tutto tondo. La madre ha curato tutte le copertine dei suoi album, compresa quella di Volevo essere un duro, che ritrae una ballerina dai capelli rossi, scelta per il forte legame con i temi dell’album. Non mancano riferimenti pittorici importanti: Corsi si ispira a Ligabue, pittore amato fin da bambino per la sua capacità di raccontare storie attraverso le immagini. Un connubio tra musica e arte che arricchisce ulteriormente la sua poetica.

            Eurovision 2025: sobrietà e autenticità

            Dopo il secondo posto a Sanremo, Lucio Corsi si prepara all’Eurovision Song Contest. Ma niente effetti speciali: “Non sono un tipo da fuochi d’artificio”, dichiara. “La canzone rimarrà la stessa, senza troppa scenografia. Vogliamo che la nostra musica parli da sola, come ai concerti”. Un approccio coerente con il suo stile, lontano dagli eccessi, ma sempre autentico. E chissà, magari questa volta, senza fronzoli e senza compromessi, riuscirà davvero a essere il più duro di tutti.

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              Musica

              Mina Mazzini: 85 anni e non sentirli… o forse sì, ma solo se vuole lei!

              Mina Mazzini spegne un’altra candelina (forse, ma solo se ne ha voglia…) e continua a essere la regina indiscussa della musica italiana. Anche noi ci uniamo al coro degli auguri, celebrando il suo ruolo di primadonna assoluta e il suo impatto sulla musica. Abbiamo raggiunto telefonicamente il figlio Massimiliano Pani, che ci ha raccontato qualche segreto sul metodo di lavoro e sull’incredibile talento della madre.

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                Non compare in pubblico dal 1978, da quel Mina, da quel 23 agosto nel quale la cantante si esibiva per l’ultima volta dal vivo in un concerto immortalato anche in un disco – Mina Live ’78 – al Bussoladomani di Lido di Camaiore, in Versilia. Eppure il suo nome fa ancora tremare i polsi a chiunque si occupi di musica in Italia. Mina Mazzini compie 85 anni e continua a rappresentare la classica leggenda vivente, una di quelle figure mitologiche che non hanno bisogno di apparire per esistere.

                Dal vivo per l’ultima volta in Versilia

                Rigorosa nel lavoro

                La sua voce, potente e inconfondibile, ha attraversato epoche, mode e generazioni, rimanendo sempre un punto di riferimento assoluto. La sua musica? Selezionata con il rigore di un direttore d’orchestra: Mina non lascia nulla al caso e, come rivela suo figlio Massimiliano Pani, ascolta ogni anno migliaia di brani prima di scegliere quelli da interpretare:

                Riceviamo circa 4000 proposte di canzoni inedite ogni anno e lei le ascolta con attenzione tutte. E intendo… proprio tutte! Poi ne sceglie una ventina e le lavora con una precisione maniacale. E’ un metodo che potrà essere considerato artigianale ma nel suo rigore funziona alla perfezione, basandosi sulla sua istintiva capacità di scovare la qualità autentica.

                Nata sotto una buona stella

                85 anni… ma per lei un giorno come gli altri, o quasi. Il 25 marzo dev’essere davvero una buona stella visto che è la stessa sotto cui sono nati pure Aretha Franklin ed Elton John. Sottolinea Pani:

                “Mina possiede la grande qualità di essere assolutamente fuori dal personaggio conosciuto dalla gente”.

                Mina e la televisione: un rapporto di amore e… telecomando

                Nonostante il suo ritiro dalla scena pubblica, Mina è ancora protagonista anche in TV, almeno nelle trasmissioni che la celebrano. Ma come reagisce lei? Anche in questo caso, Pani ci svela un aneddoto che la dice lunga sul suo carattere:

                “Quando in televisione parlano di lei, cambia immediatamente, dicendo in dialetto cremonese: ‘Ussignur!’”.

                Eleganza e ironia, sempre. Mina preferisce lasciare che sia la sua voce a parlare, senza bisogno di apparire. Arrivando fino a rifiutare alcuni ingaggi illustri dal mondo del cinema:

                “Lei ha due grandi rimpianti anche se non musicali, ma cinematografici. Il più grosso è probabilmente quello di aver detto no a Francis Ford Coppola quando le propose di entrare nel cast del Padrino per interpretare il ruolo di Kay Adams, moglie di Al Pacino-Michael Corleone, andato poi a Diane Keaton. E poi in un paio di occasioni anche nei confronti di Federico Fellini, che l’aveva cercata per offrirle la parte di Triferna in ‘Satyricon’ e averla poi ne ‘La città delle donne’“.

                L’ultimo album? Un capolavoro che naviga tra le emozioni

                Il 2024 ha registrato l’uscita di Gassa d’Amante, il suo ultimo album, che ci ha regalato ancora una volta la magia della sua voce. La copertina la ritrae come una polena su una nave, simbolo perfetto del suo essere guida e icona della musica di casa nostra. Il titolo, ispirato a un famoso nodo marinaresco, rappresenta i legami profondi che l’artista ha tessuto con il suo pubblico in oltre sei decenni di carriera.

                Un mito che non conosce il tempo

                Mentre il mondo musicale cambia a velocità supersonica, Mina rimane sempre una certezza. Nessun social, nessuna intervista, eppure continua a vendere, ad ispirare e a incantare. Un aspetto questo che il figlio Massimiliano sottolinea con orgoglio, sempre parlando della madre dandole del lei – è quasi impossibile sentirlo dire “mamma” in pubblico -, segno ulteriore di grande deferenza:

                “È davvero incredibile come riesca a comunicare solo con la sua voce. Non ha bisogno di altro. In un settore dove tutti smaniano per apparire fisicamente nelle forme più diverse, la sua assenza non ha fatto altro che alimentare il mito.”

                Luca Varani de LaCity Mag insieme a Massimiliano Pani e a Gianna Bigazzi, vedova del compianto autore e produttore Giancarlo Bigazzi.

                Lontano dalle celebrazioni

                E come dargli torto? In un’epoca in cui l’immagine sembra contare più della sostanza, la “tigre di Cremona” dimostra che il talento vero non ha bisogno di filtri, hashtag o dirette Instagram.
                Che spenga le candeline o meno, poco importa. Ciò che conta è che la sua voce continui a regalare brividi ed emozioni. E siamo certi che, mentre qualcuno starà celebrando il suo compleanno in TV, lei starà già cambiando canale con un sorriso e un ironico “Ussignur”…

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