Televisione
Todaro a muso duro contro Carolyn Smith: “Verifica i fatti prima di accusarmi”
Carolyn Smith lo accusa di aver parlato male di Milly Carlucci, lui replica via social: “Non ho mai detto nulla contro Milly, pretendo rispetto e verità”. E la tensione tra “Ballando” e “Amici” torna a salire.

Che l’aria fosse frizzantina tra Ballando con le stelle e Amici lo sapevamo già. Ma adesso è tempesta vera, e al centro del ciclone ci sono due vecchie conoscenze del talent di Rai1: Carolyn Smith e Raimondo Todaro.
Tutto parte da alcune dichiarazioni della giudice storica di Ballando, che in un’intervista ha puntato il dito contro Todaro, reo – secondo lei – di aver lasciato la trasmissione senza neppure un confronto con Milly Carlucci, per poi parlare male della conduttrice che l’aveva sempre sostenuto. Un’accusa che non è passata inosservata.
Todaro, oggi volto fisso di Amici di Maria De Filippi, ha deciso di rispondere senza mezzi termini. E lo ha fatto a modo suo, sui social. “Mi dispiace sapere che tu abbia questa opinione su di me,” ha scritto su Instagram rivolgendosi direttamente alla Smith, per poi affondare il colpo: “Verifica i fatti prima di accusare ingiustamente.”
Nessun tentennamento e nessuna marcia indietro. Todaro ha ribadito con forza di non aver mai detto una parola contro Milly Carlucci o contro Ballando, aggiungendo una richiesta chiara: “Se hai delle prove concrete, mostrale.”
Ma il ballerino non si è limitato a difendersi: ha anche rilanciato. “Sono disponibile a un confronto, ma solo nel rispetto della verità,” ha scritto, lasciando intendere che la sua versione dei fatti sia ben diversa da quella raccontata dalla coreografa.
Un botta e risposta che riaccende una tensione mai del tutto sopita. La frattura tra Todaro e Ballando risale infatti al momento in cui, anni fa, il ballerino ha scelto di lasciare lo show del sabato sera Rai per passare nella “scuderia” di Canale 5.
Collaborazioni professionali, certo, ma anche vecchie ruggini personali che ora tornano a galla pubblicamente, con tanto di frecciatine a mezzo social. Todaro ha chiuso il suo sfogo con un tono fermo ma aperto: “Il rispetto e la verità vengono prima di tutto.”
In attesa della contro-replica di Carolyn Smith – e chissà, magari anche di Milly Carlucci – il pubblico intanto si divide. E Ballando con le stelle e Amici tornano a essere molto più di due semplici show concorrenti.
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Televisione
Perfidia torna in via Condotti21 e cala il poker: Molinari, Rotondi, Borghi e Rizzo sul banco di Antonella Grippo

Se Perfidia fosse un cocktail, stasera sarebbe un Manhattan: secco, deciso e servito sul momento, da bere tutto di un sorso senza tentennamento alcuno. Perché lo show di Antonella Grippo alza il tiro e si prende tutto, o quasi. Perché quando il parterre ospita big che scottano, la trasmissione della rete guidata da Domenico Maduli si muove come un bisturi ben affilato: taglia alla ricerca della verità.
Lo studio romano di via Condotti 21, fiore all’occhiello del gruppo editoriale Diemmecom, si trasforma quindi per una sera nel tempio della perfidia e dell’ironia, sempre con quella spruzzata di veleno che fa la differenza. Dopo il debutto del mese scorso con un cast da album delle figurine Panini — da Calenda a Gasparri, passando per Bobo Craxi e Pascale — la Grippo apparecchia l’ennesimo cenone, e stavolta il piatto forte è Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera, l’uomo che ha osato cantare fuori dal coro meloniano riportando il carroccio al celodurismo delle origini.
Molinari si presenta davanti alla regina dell’impertinenza con l’aria di chi sa di entrare nel forno e di uscirne comunque con il sorriso. Ma la padrona di casa non perdona. Lui, da navigato leghista, sa come giocare di sponda. Dice e non dice, elogia la premier ma al tempo stesso la punge. “Giorgia Meloni non ha il mandato degli italiani per sostenere il piano di riarmo di Ursula von der Leyen”, ribadisce deciso. “La maggioranza degli italiani non vuole la guerra”. E mentre Antonella sorride sotto i baffi immaginari, Molinari spiega che no, quello con Giorgia non è una resa dei conti, ma una normale dialettica nella maggioranza. “Con Fratelli d’Italia siamo alleati, ma non significa dire sempre sì”.
La stoccata è anche per Forza Italia, accusata sottotraccia di troppa compiacenza. L’intervistatrice vorrebbe infilare la lama ancora più a fondo, ma Molinari si muove cauto come un diplomatico d’altri tempi. “Abbiamo sempre avuto una posizione chiara, critica ma costruttiva”. Tradotto: i panni sporchi si lavano in casa, ma se serve li facciamo sventolare un po’ all’aperto.
Poi la Grippo apre il fronte caldo delle elezioni regionali in Veneto. Zaia resta o Zaia se ne va? E Molinari, con il solito aplomb, scuote la testa: “Sarebbe assurdo sacrificare un governatore che ha lavorato così bene per meri calcoli di partito. Siamo fiduciosi che Giorgia Meloni capirà e lascerà al suo posto il nostro Luca”. E qui l’invito non è solo per la premier, ma un appello a tutta la coalizione: “Un partito che vale il 30% dei consensi deve ragionare da federatore”. L’ombra di Berlusconi aleggia, evocata con cura: “Silvio ci trattava da pari. Anche quando eravamo deboli. Da Giorgia ci aspettiamo lo stesso metro”.
E su Salvini? C’è chi lo descrive in bilico come non mai. Ed è lì che Antonella affila le armi, ma Molinari dribbla come un terzino brasiliano. “Matteo sta bene dov’è. E verrà riconfermato senza alcun problema”. E giù la stoccata ai detrattori: “Sono anni che lo danno per spacciato, e invece eccoci qui: siamo solidi come non mai e al governo”. La Grippo ci prova a farlo cadere nel tranello, ma lui resta incollato al copione da capogruppo navigato: Salvini, Zaia, Meloni, tutto sotto controllo.
Insomma Perfidia si concede una serata da talk show “serio”, senza però rinunciare alle sue radici: punzecchiare, insinuare, ma con garbo. E Molinari, pur sotto il tiro incrociato della padrona di casa, ne esce con la camicia ancora in ordine.
Lasciata la Lega, la conduttrice muove il suo vascello pirata verso un nome che – di politica – ne mastica dai tempi della Democrazia Cristiana. Gianfranco Rotondi è ora approdato ai lidi sereni di Fratelli d’Italia ma non dimentica il suo doroteismo ermeneutico targato DC. Anche a lui toccano le bordate di Antonella Grippo, ma il sorriso sornione da politico d’antan non si spegne mai. Rotondi sa cosa dice e sa come dirlo, da un lato canta le lodi di Giorgia e dell’alleanza di governo, dall’altro si lascia andare con un pizzico di nostalgia al ricordo di una classe politica che, assicura, ora concorderebbe con la prudenza un po’ sparagnina della presidente del Consiglio, capace di tenere insieme le molteplici componenti della sua formazione vincente.
“Trovo che Giorgia abbia detto alla Camera delle cose molto equilibrate e condivisibili. Nessuno vuole la guerra. Ma se la guerra te la fanno diventa obbligatorio pensare a come difendersi”.
Più netto sulla necessità di un cambio di passo nelle alleanze internazionali e sulla postura dell’Europa: “Noi dobbiamo metterci in condizione di difenderci da soli. Non possiamo pensare che altri debbano proteggerci per forza. Attualmente l’Europa ha avuto uno choc, ha un rigurgito di dignità. Dobbiamo andare verso la difesa europea”.
La bandiera dell’opposizione, per altro molto soft, è affidata a Italia Viva e al suo vicepresidente Enrico Borghi. La conduttrice, fedele al suo stile tagliente, lo punzecchia sul tema più spinoso del momento: Matteo Renzi e il ruolo che potrebbe giocare da qui alle prossime elezioni. Mentre tra il PD di Elly Schlein e il Movimento Cinque Stelle di Giuseppe Conte si continua a litigare su tutto, chi sarà il federatore capace di rimettere insieme i cocci della sinistra? Borghi sorride sotto i baffi e non si sbilancia, ma la risposta è calibrata al millimetro: “Italia Viva ha fatto la scelta precisa di essere il centro che guarda a sinistra. E se c’è da costruire un’alternativa senza veti, possono contare su di noi”.
Ma è lo sguardo d’insieme, la fotografia del momento storico, a dare a Borghi il pretesto per un’analisi più profonda, tra geopolitica e crisi di sistema: “Sono venuti a mancare i tre pilastri su cui abbiamo costruito gli ultimi 80 anni di pace: la protezione dell’America non c’è più, l’energia che arrivava a basso prezzo dalla Russia non è più disponibile, avevamo una manifattura a disposizione a prezzi bassi in Cina. Ora dobbiamo costruire su basi diverse”.
Un finale che la Grippo coglie al volo per rinfocolare la tensione con una domanda perfida rimasta sospesa nell’aria: chi sarà davvero, da qui al 2027, a ridisegnare il volto della sinistra italiana?
La risposta non arriva certo da Marco Rizzo, leader di Democrazia Sovrana e Popolare che pure dovrebbe essere il più a sinistra di tutti. Anzi, chiude il cerchio e fa sorridere vedere come, dopo un’ora abbondante di duelli a colpi di dialettica, i poli opposti si tocchino, sfiorandosi quasi con complicità. Le posizioni di Rizzo e quelle di Riccardo Molinari, capogruppo della Lega, sulla guerra e sulla situazione internazionale sembrano sorprendentemente vicine, come se, in un universo parallelo, condividessero lo stesso manifesto programmatico.
Rizzo non si smentisce e ribadisce la sua linea netta, quasi granitica, fatta di slogan e di certezza assoluta: “Pace ad ogni costo, la Russia ha già vinto la guerra, gli italiani non vogliono combattere”. Una posizione che sembra uscita da un cinegiornale d’altri tempi, con il bianco e nero a incorniciare la scena e il tono da tribuna politica degli anni Cinquanta. Se qualcuno avesse chiuso gli occhi per un attimo, avrebbe potuto immaginare Peppone e Don Camillo pronti a incrociare le braccia l’uno contro l’altro in una piazza di paese.
Perché, alla fine, tra slogan barricadieri e nostalgie ideologiche, il ritorno del “comunismo duro e puro” di Rizzo fa quasi tenerezza. O forse solo una gran voglia di rimpiangere i tempi in cui – che si fosse da una parte o dall’altra della barricata – almeno si sapeva sempre, con chiarezza e senza sfumature, da che parte stare.
Televisione
Chef Ruben: dal nonnismo ai milioni di follower, la rivincita servita dal balcone
Quando il Covid ti chiude in casa, ma ti apre le porte del successo. Ruben Bondì, romano 28enne, è lo chef che ha trasformato un semplice balcone nella sua personale stella Michelin digitale. Il suo viaggio inizia come tanti, tra fornelli e piatti sporchi nei ristoranti, dove ha conosciuto il lato più duro della cucina: il nonnismo. Ma la sua vera rivincita? Due milioni di follower e una carriera da chef privato che l’ha portato dai social alla TV, senza mai perdere la sua spontaneità.

Durante la pandemia, Ruben ha deciso di cucinare sul balcone di casa dei genitori, attirando prima il vicinato e poi il popolo del web. Il suo slogan “Che te voi magnà? Sali!” è diventato virale, trasformando un fornello da campeggio in un palcoscenico. In pochi mesi ha conquistato quasi un milione di follower, numeri che oggi superano abbondantemente i due milioni. E così, tra un piatto di carbonara e una risata, ha fatto il salto dal web alla TV, affiancando personaggi come Ilary Blasi e Tony Effe.
Il lato oscuro delle cucine stellate: il nonnismo
Dietro il suo sorriso contagioso, si nasconde un passato fatto di sacrifici e dure prove. Ruben non ha mai nascosto di aver subito episodi di nonnismo, soprattutto a Londra, dove il sous chef si divertiva a confonderlo con ordini contraddittori. “Mi diceva di tagliare le verdure in un modo e poi mi rimproverava perché le voleva diverse”, racconta Ruben. Ma invece di abbatterlo, queste esperienze lo hanno reso più forte.
Dalla cucina tradizionale al chiosco da sogno
Oggi Ruben si definisce un “chef privato felice”, ma non esclude il ritorno a un’attività più concreta. “Non un ristorante, piuttosto un chiosco”, dice con il suo consueto entusiasmo. Nel frattempo, continua a reinventarsi, tra libri di ricette, collaborazioni con grandi brand e nuovi format per Food Network.
Social, successo e hater: la doppia faccia della notorietà
Con la popolarità, arrivano anche le critiche. Ruben, però, ha imparato a gestire gli hater, anche quelli più aggressivi. “Ho ricevuto persino messaggi antisemiti, ma non voglio dargli spazio”, spiega. Per lui, la chiave del successo è la spontaneità: “Non ho mai finto per piacere al pubblico. Mostrarsi autentici paga sempre”.
Tra amore, ansia e futuro: il Ruben che non ti aspetti
Dietro il Ruben sempre sorridente c’è un ragazzo che combatte con l’ansia fin da piccolo. “Mi chiamavano ‘Ruben l’ansioso’ già alle elementari”, scherza. Oggi, però, ha imparato a conviverci e a trasformarla in un’alleata. Quanto all’amore, la sua fidanzata Linda, con cui compare in alcuni video, resta fuori dai riflettori: “La mia vita privata voglio proteggerla”.
Dove lo vedremo prossimamente?
Il suo futuro? Tra cucina e intrattenimento. “Mi piacerebbe fare l’attore”, confessa. Intanto, a primavera tornerà su Food Network con Cucina al mare con Ruben e sta già lavorando al suo secondo libro di ricette. E chissà, magari lo vedremo in un reality: “Pechino Express mi stuzzica!”. Di certo Ruben Bondì non smetterà mai di stupire, con un piatto in mano e un sorriso sincero.
Televisione
L’avevamo già detto tempo fa: la nuova Isola dei Famosi avrà al timone una vera e propria “iena”
A maggio 2025 torna su Canale 5 L’Isola dei Famosi, con una grande novità alla conduzione, che peraltro noi avevamo in precedenza già segnalato: Veronica Gentili prende il posto di Ilary Blasi. Il reality si propone di riscoprire l’autenticità e l’avventura del format originale, con un cast ancora da definire. Tra indiscrezioni e ipotesi sui concorrenti, cresce l’attesa per la nuova edizione dello show.

La nuova stagione de L’Isola dei Famosi segna un’importante svolta: al timone del reality arriva Veronica Gentili, giornalista e volto di Mediaset, già protagonista di altre esperienze televisive, tra cui la conduzione temporanea de Le Iene. La scelta della rete punta a riportare il programma alle sue origini, esaltandone gli aspetti più estremi e avventurosi. L’appuntamento è fissato per maggio 2025, con il debutto in prima serata su Canale 5. Sebbene la data ufficiale non sia ancora stata confermata, si ipotizza che la prima puntata possa andare in onda mercoledì 7 maggio.
Naufraghi pronti alla sfida in Honduras
Anche quest’anno i concorrenti saranno messi alla prova in un’esperienza di sopravvivenza estrema nell’arcipelago di Cayo Cochinos, in Honduras. Senza alcun comfort e con risorse limitate, dovranno affrontare fame, condizioni climatiche difficili e dure prove fisiche per ottenere ciò di cui hanno bisogno per sopravvivere. Come sempre, strategie, alleanze e colpi di scena saranno elementi fondamentali per la dinamica del gioco, e solo uno tra i naufraghi riuscirà a conquistare la vittoria finale.
Opinionisti e cast: i rumors sui protagonisti
Mentre la produzione lavora agli ultimi dettagli, rimane il mistero su chi affiancherà Veronica Gentili in studio nel ruolo di opinionista. Tra le ipotesi più accreditate, spiccano i nomi del giornalista Dario Maltese e di Vladimir Luxuria, che potrebbe tornare dopo aver già ricoperto il ruolo nelle precedenti edizioni.
Chi naufragherà?
Per quanto riguarda i concorrenti, circolano numerose indiscrezioni, ma il cast ufficiale non è ancora stato svelato. Tra i nomi più discussi troviamo il ballerino Angelo Madonia, noto per la sua partecipazione a Ballando con le Stelle e per la sua relazione con Sonia Bruganelli. La tennista Camila Giorgi, l’ex velina Maddalena Corvaglia e la soubrette Sylvie Lubamba sono tra le candidate più probabili. Anche l’ex tronista di Uomini e Donne Teresanna Pugliese e la ciclista Letizia Paternoster potrebbero far parte del gruppo. Per la categoria maschile, si parla di Loris Karius, portiere tedesco e marito di Diletta Leotta.
SuperSimo smentisce la sua partecipazione
Un nome che ha fatto molto discutere è quello di Simona Ventura, che però ha smentito categoricamente un suo ritorno da concorrente. La selezione del cast si è rivelata più complessa del previsto, complice la riduzione del budget dovuta al calo di ascolti registrato nella passata edizione. Nonostante le difficoltà, la produzione sta lavorando per mettere insieme una squadra di naufraghi capace di catturare l’interesse del pubblico e riportare il programma ai fasti di un tempo. L’attesa cresce e gli appassionati del reality sono pronti a seguire le avventure dei nuovi protagonisti in una stagione che promette di essere ricca di sfide e colpi di scena.
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