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Cronaca

Il riciclo della plastica? Tutta una bufala…

l report del Center for Climate Integrity mettono in discussione l’efficacia del riciclo della plastica, definendolo una frode orchestrata da aziende petrolchimiche per ingannare i consumatori.

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    C’è il forte sospetto che l’affermazione lanciata nel titolo di questo breve articolo abbia qualcosa di vero. Quello che andremo a considerare nelle prossime righe sono alcuni dati emersi da rispettabili centri di ricerca americani che con dati alla mano motivano l’affermazione esposta. Ma prima di iniziare potremmo aggiungere che a volte a ciascuno di noi è capitato di parlare con operatori ecologici responsabili della raccolta dell’organico, carta, indifferenziata e plastica. Forse qualcuno di loro ci ha fatto intendere eloquentemente e senza giri di parole che alla fine il riciclato andrebbe a confluire in un unico calderone. Possibile ci siamo chiesti? Vediamo cosa dice a tal proposito la scienza.

    Un inganno per i consumatori

    l report del Center for Climate Integrity mettono in discussione l’efficacia del riciclo della plastica, definendolo una frode orchestrata da aziende petrolchimiche per ingannare i consumatori. Possibile? Nonostante il riciclo della plastica sia stato promosso come una soluzione alla crisi dei rifiuti plastici, le indagine evidenziano che il tasso di riciclaggio negli Stati Uniti è rimasto basso, solo al 5%-6%.

    Comunicazione poco chiara

    Una delle critiche riguarda la possibile confusione dei consumatori. Una confusione causata dall’utilizzo di simboli che possono fuorviare sulle reali possibilità di riciclo del materiale plastico. Inoltre molte plastiche sono difficili da riciclare a causa della loro struttura molecolare. E soprattutto per la presenza di diversi materiali all’interno dello stesso oggetto. Un fattore che rende costoso e poco pratico il processo di riciclo. E in più le indagini evidenziano come il materiale ottenuto alla fine di un processo di riciclaggio risulterebbe di qualità inferiore rispetto a quello vergine, rendendole meno conveniente per le aziende che le utilizzano.

    I mattoncini della Lego un esempio per tutti

    Un esempio citato dalla ricerca universitaria americana è quello dei mattoncini della Lego. L’azienda per diverso tempo ha tentato di utilizzare plastica riciclata per la costruzione dei suoi mattoncini. Ma ha dovuto rinunciarvi. E come mai? Perché ha riscontrato problemi di performance e resistenza. Il Pet avrebbe dovuto sostituire l’attuale materiale utilizzato per la produzione dei mattoncini, ovvero l’Abs (acrilonitrile butadiene stirene), che è a base di petrolio. Dopo anni di studi, Lego ha rinunciato a usare la plastica riciclata perché Il Pet riciclato si è dimostrato meno efficace dell’Abs sia sotto il profilo della performance tecnica, sia (a sorpresa) sotto il profilo delle emissioni. E, parole loro, hanno stabilito che non esiste un materiale riciclato che possa sostituire efficacemente il materiale vergine per la costruzione de mattoncini.

    In Europa, il tasso di riciclaggio della plastica è anch’esso basso, con solo il 16,6% di tutta la plastica utilizzata nell’UE che viene riciclata. Le esportazioni di rifiuti di plastica all’estero sono comuni, ma questa pratica solleva preoccupazioni riguardo alla gestione ambientale e alla perdita di valore dei materiali. Sempre in Europa 70% del totale dei rifiuti in plastica inviati al riciclo proviene dal settore degli imballaggi. Una concentrazione che ha portato l’Unione a intervenire in maniera specifica con regolamentare proprio gli imballaggi. Un intervento per altro ampiamente criticato dalla politica italiana.

    In conclusione, il rapporto Center for Climate Integrity solleva dubbi sulla reale efficacia del riciclo della plastica come soluzione alla crisi dei rifiuti plastici. E inoltre mette in luce le sfide e le limitazioni di questo processo sottolineando la necessità di politiche più efficaci per affrontare il problema.

      Cronaca

      La mia vita distrutta da una truffa sentimentale: “Ho perso tutto, anche mio marito”

      Rossana si è trovata intrappolata in una rete di bugie costruita ad arte da un presunto francese. Migliaia di euro persi, un divorzio devastante e la solitudine. Oggi racconta la sua storia per aiutare altre donne a non cadere nella stessa trappola.

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        “Non cercavo avventure, non volevo altro che condividere interessi comuni su Instagram. Poi, in sei mesi, la mia vita è andata in frantumi.” Così inizia il drammatico racconto di Rossana Tescaroli, una donna di 54 anni che ha visto la sua esistenza sgretolarsi a causa di una truffa affettiva. L’uomo che credeva di aver incontrato online non era altro che un truffatore, capace di manipolarla al punto di farle perdere migliaia di euro e, soprattutto, il suo matrimonio.

        Rossana non aveva mai immaginato che una semplice conversazione online potesse trasformarsi in un incubo. “Era una chat normale, all’inizio, parlavamo di interessi comuni. Non mi sono resa conto che, giorno dopo giorno, stavo scivolando in un tunnel buio. Mi sentivo coinvolta, ipnotizzata dai messaggi che ricevevo.” Il truffatore, spacciandosi per un uomo francese in difficoltà economiche, iniziò a richiederle somme di denaro, usando come leva emotiva la presenza di due bambini, presunti figli dell’uomo.

        “Mi faceva videochiamate con i bambini, mi raccontava delle sue difficoltà a lavoro e del bisogno urgente di denaro per sfamarli. Come madre, non potevo rimanere indifferente.” Rossana iniziò così a inviargli soldi: prima piccole somme, poi richieste sempre più esose. In totale, perse migliaia di euro, convinta di aiutare una persona in difficoltà.

        Il marito di Rossana, scoperta la situazione, non comprese la trappola psicologica in cui era caduta sua moglie. Interpretò tutto come un tradimento e chiese il divorzio. “Mi sono ritrovata completamente sola, senza denaro, senza marito e con la sensazione di aver perso il controllo della mia vita. Quando il conto in banca si svuotò e smisi di inviare soldi, la magia si spezzò e l’uomo sparì.”

        Oggi, Rossana lotta per rimettere insieme i pezzi della sua vita. Costretta a vendere la casa per affrontare le spese del divorzio, lavora in un bar oltre al suo impiego al Caf. Ma, nonostante tutto, non si arrende. “Mi sento violentata nella mia parte più intima. Eppure, non mi arrendo. Racconto la mia storia per evitare che altre persone cadano nella stessa trappola.”

        La forza di Rossana risiede nell’amore per sua figlia, che non l’ha mai giudicata. “Sono gli occhi azzurri di mia figlia che mi hanno salvata. Senza di lei, non so come sarebbe andata a finire. Ho persino pensato al suicidio.” Con la sua testimonianza, Rossana spera di sensibilizzare e proteggere altre donne dalle trappole emotive che si nascondono dietro lo schermo di uno smartphone.

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          Mondo

          Attore porno italiano arrestato in Egitto e detenuto in condizioni disumane, il caso Sharif fa discutere

          Arrestato al Cairo il 9 novembre, l’attore è accusato di aver pubblicato contenuti considerati immorali. La madre denuncia maltrattamenti e un trattamento disumano nel carcere di Alessandria. La Farnesina segue il caso.

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            Si infittisce il caso di Elanain Sharif, attore porno 44enne con cittadinanza italiana, arrestato il 9 novembre al Cairo. Secondo quanto riportato dal suo legale, Alessandro Russo, Sharif sarebbe stato trattenuto dalle autorità egiziane per alcune ore all’aeroporto, prima di essere trasferito nel carcere di Alessandria. L’accusa? Presunti contenuti hard pubblicati sui social e giudicati “immorali” dalle autorità locali.

            Elanain Sharif, conosciuto nel settore del porno con il nome d’arte Sheri Taliani, si era recato in Egitto per firmare documenti relativi alla vendita di proprietà familiari. Tuttavia, il suo passato e il suo stile di vita avrebbero attirato l’attenzione delle autorità egiziane, come confermato dalla pornostar Mary Rider, che ha denunciato pubblicamente la vicenda.

            Le denunce della madre

            Loriana, madre di Sharif, è riuscita a incontrare il figlio solo il giorno dopo l’arresto. «Mi ha detto che è trattato in modo inumano, costretto a stare in piedi tutto il giorno, con la possibilità di stendersi solo per mezz’ora. Se vuole sedersi deve pagare», ha raccontato il legale della famiglia.

            Sharif, che secondo la madre sarebbe in uno stato psicologico precario, ha riferito di avere allucinazioni e teme di essere drogato. «Dormiva in una cella sovraffollata ed era visibilmente scosso», ha aggiunto la donna.

            La denuncia di Mary Rider

            A far luce sul caso è stata anche Mary Rider, collega di Sharif, che ha parlato apertamente al Corriere della Sera: «È stato arrestato per il suo lavoro, per aver girato film porno. In Egitto, un attore del genere non passa inosservato».

            Secondo Rider, Sharif non si sentiva sicuro nel suo Paese d’origine: «Era già stato minacciato in passato per il suo stile di vita. Non va mai volentieri in Egitto, ma doveva completare alcune pratiche legali».

            La Farnesina segue il caso

            Due giorni dopo l’arresto, l’avvocato di Sharif ha contattato la Farnesina, che ha preso in carico la situazione. Tuttavia, le informazioni sono frammentarie e la famiglia attende aggiornamenti.

            La vicenda riaccende i riflettori sui diritti umani in Egitto e sulle difficoltà di chi, come Sharif, si trova a dover affrontare giudizi e discriminazioni per il proprio lavoro e stile di vita. Intanto, la madre e i legali continuano a lottare per ottenere chiarezza e garantire condizioni di detenzione più umane per Elanain Sharif.

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              Cronaca

              Alessandro Basciano arrestato per stalking e minacce: perseguitava Sophie Codegoni. Per il giudice è pericoloso!

              Custodia cautelare a San Vittore per l’ex gieffino. La gip: «Condotta pervasiva e pericolosità sociale». Aggressioni, minacce di morte e danni per 4 mila euro: la denuncia della vittima dopo mesi di paura.

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                Alessandro Basciano, influencer con oltre un milione di follower e volto noto della televisione, è stato arrestato con l’accusa di stalking e minacce nei confronti della sua ex compagna, Sophie Codegoni. L’ordinanza di custodia cautelare in carcere, firmata dalla gip Anna Magelli, è arrivata dopo un’inchiesta condotta dalla Procura di Milano, guidata dall’aggiunta Letizia Mannella e dalla pm Alessia Menegazzo.

                Basciano, 35 anni, si trova ora nella casa circondariale di San Vittore. La denuncia, presentata da Sophie nel dicembre 2023, racconta di una lunga serie di comportamenti ossessivi e persecutori da parte dell’uomo, che avrebbe reagito alla fine della loro relazione con una violenza crescente, incapace di accettare la rottura.

                La fine di una relazione e l’inizio delle persecuzioni

                La storia tra Alessandro e Sophie, entrambi noti per aver partecipato al Grande Fratello Vip, si era conclusa a ottobre 2023 dopo mesi di crisi. Già madre della loro figlia, Celine, nata a giugno dello stesso anno, Sophie aveva deciso di mettere fine alla relazione, ma le tensioni sono rapidamente sfociate in minacce, aggressioni e atti vandalici. Tra gli episodi più gravi, la gip ha evidenziato un’aggressione a Mattia Ferrari, amico della giovane influencer, e i danni alla sua auto, stimati in circa 4 mila euro.

                Nell’ordinanza, la giudice descrive un comportamento «pervasivo, controllante e violento», alimentato da una «ossessiva gelosia». Tali condotte hanno costretto la vittima a vivere in uno stato di paura costante, spingendola a cambiare abitudini personali e professionali per proteggere la propria sicurezza.

                «Un pericolo attuale e concreto»

                Le motivazioni della custodia cautelare in carcere parlano chiaro: il carcere è l’unica misura in grado di prevenire il rischio di ulteriori episodi. Secondo il giudice, Alessandro Basciano rappresenta un pericolo evidente, come dimostrano «la pluralità e gravità delle condotte persecutorie», la violenza anche in presenza della figlia minore e la completa incapacità di autocontrollo. Un comportamento che non lascia spazio ad alternative meno restrittive.

                Da tronista a musicista: l’ascesa e la caduta di un volto noto

                Il pubblico televisivo aveva conosciuto Alessandro Basciano nel 2019, quando partecipò a Uomini e donne come corteggiatore. Successivamente, era stato tentatore a Temptation Island e concorrente al Grande Fratello Vip, dove era iniziata la sua relazione con Sophie Codegoni. Negli ultimi anni, Basciano si era cimentato anche nella musica, pubblicando un brano in collaborazione con Ginevra Lamborghini.

                La relazione tra Sophie e Alessandro, sotto i riflettori fin dall’inizio, si era incrinata già nei mesi estivi del 2023. Sophie aveva confermato la separazione in ottobre con un post social enigmatico, parlando di «gravi motivi» che l’avevano portata a questa decisione. Quelle ombre, ora, hanno trovato conferma nelle accuse che pesano sull’ex gieffino.

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