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Cinema

Torna quel “tessoro” di Gollum, lo vedremo in sala nel 2026

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    Il regista Peter Jackson, dopo il documentario sui Beatles Let it be, torna al lavoro sui nuovi film del Signore degli Anelli. Il primo in sala nel 2026 sarà basato sul personaggio di Gollum, con la regia di Andy Serkis.

    Aspettatevi storie mai raccontate

    Il progetto è slegato dalla serie Il Signore degli Anelli – Gli Anelli del Potere che Amazon sta producendo e portando sulla sua piattaforma Prime Video. Ad annunciare la novità è stato il Ceo di Warner-Discovery David Zaslov durante una conferenza di presentazione delle trimestrali. Per ora lo studio è “nelle fasi iniziali” del progetto che “esplorerà storie ancora non raccontate”. Il primo film della nuova saga, prodotto da Warner e New Line, per ora ha come ha titolo di lavoro provvisorio Il Signore degli Anelli – Alla Ricerca di Gollum.

    Serkis ancora nei panni dell’iconico personaggio

    Protagonista e regista l’attore inglese Andy Serkis, lche ha dato voce e movimenti all’hobbit dalla doppia anima Smeagul, uno dei pochissimi personaggi all’interno della trilogia che non serve alcun altro padrone che non se stesso. Il ruolo di Jackson, che ha firmato i primi film della franchise sarà quello di produttore assieme alle strette collaboratrici Fran Walsh e Philippa Boyens: le due donne scriveranno la sceneggiatura con Phoebe Gittins e Arty Papageorgiou.

    Nuovamente nella Terra di Mezzo

    L’accordo riguarda per ora due titoli: “E’ un onore e un privilegio tornare nella Terra di Mezzo con il nosttro amico e collaboratore Andy Serkis che ha ancora conti aperti con quel puzzone di Gollum”, hanno dichiarato Jackson, la Boyens e la Walsh. “Come fan a vita della vasta mitologia del professor Tolkien siamo orgogliosi di lavorare con il team di Warner Bros. in questa nuova epica avvenutura”, hanno aggiunto.

    In estate la trilogia originaria torna in sala

    Si tratta di una botizia che i fan aspettavano, visto che la Warner aveva già lanciato dei segnali più o meno diretti. Nel frattempo, per soddisfare la golosità degli appassionati, la trilogia originale che aveva fatto man bassa di premi all’epoca della prima uscita tra 2001 e 2003, tornerà nei cinema in estate, con una nuova edizione rimasterizzata ed estesa.

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      Cinema

      Il prossimo James Bond berrà tequila? Con Alfonso Cuarón potrebbe succedere…

      Il regista premio Oscar Alfonso Cuarón ha confermato le trattative per dirigere il prossimo film della saga di James Bond, ora nelle mani di Amazon MGM. Cosa succede quando l’eleganza britannica incontra la passione latina e se il genio dietro Roma prenderà davvero il timone?

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        Avete letto bene. Il celebre regista messicano Alfonso Cuarón ha rivelato di essere in trattativa per dirigere il prossimo capitolo dell’iconica saga di James Bond! Una notizia che ha scatenato entusiasmo e curiosità tra i fan del franchise. Dopo anni di eleganza british, intrighi internazionali e martini “agitati, non mescolati”, 007 potrebbe finalmente parlare… spagnolo?

        Da Roma a Londra (passando per Città del Messico)

        Cuarón, che non dirige un film dal 2018 — anno in cui ha trionfato agli Oscar con Roma — ha dichiarato:

        “C’è effettivamente questo progetto in discussione e ho il desiderio, se dovesse accadere, di rivisitare questa storia a modo mio”.

        Una dichiarazione che lascia intendere non solo un ritorno alla regia, ma anche un desiderio di reinventare Bond secondo la sua sensibilità cinematografica. E se pensiamo a quanto siano stati rivoluzionari film come Gravity o I figli degli uomini, il risultato potrebbe essere esplosivo.

        Amazon MGM cambia le carte in tavola

        Con l’acquisizione dei diritti della saga da parte di Amazon MGM, l’universo di 007 è pronto per una svolta epocale. I fan si aspettano innovazione, diversità e un tono meno “vecchia scuola”. Cuarón, con la sua visione umana e profonda, potrebbe essere la scelta perfetta per questa nuova era.

        Ma chi sarà il prossimo Bond?

        Ancora nessuna conferma sul volto che interpreterà James Bond, ma con Cuarón alla regia, c’è da aspettarsi un personaggio più sfaccettato, emotivamente complesso e, chissà, magari anche con radici culturali diverse. Un Bond meno freddo e più umano? Potremmo davvero essere di fronte al 007 più rivoluzionario di sempre.

        Uno 007 latinoamericano? Sì, grazie!

        Immagina le sequenze d’azione tra i mercati di Oaxaca, inseguimenti tra le piramidi maya o dialoghi intensi sullo sfondo del Día de los Muertos. Il tocco visivo e narrativo di Cuarón potrebbe arricchire l’universo di Bond con nuove prospettive culturali e visive.

        Il ritorno di un maestro

        Dopo anni di silenzio, Alfonso Cuarón potrebbe tornare dietro la macchina da presa con una delle saghe più amate al mondo. E se il progetto andasse in porto, ci aspetta un Bond mai visto prima: più passionale, più profondo, forse persino più reale.

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          Cinema

          Mel Gibson armato e pericoloso. L’America di Trump gli restituisce pistola, immunità e pure un incarico a Hollywood

          Mel Gibson riabilitato dal Dipartimento di Giustizia Usa: può tornare a possedere armi da fuoco. E Trump lo nomina “inviato speciale” a Hollywood. La cultura della vendetta trumpiana premia chi ha insultato donne, ebrei, neri e gay. E licenzia chi prova a fermare l’assurdo. Benvenuti nel remake distopico della realtà.

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            Mel Gibson può di nuovo imbracciare un’arma. Non in un film, ma nella vita vera. E già questo, se non vi fa venire i brividi, dovrebbe almeno farvi drizzare un sopracciglio. L’attore simbolo dell’ultradestra americana, condannato nel 2011 per violenza domestica, è stato graziato – sì, proprio così – dall’amministrazione Trump, che ha deciso di restituirgli il diritto al possesso d’armi. In un Paese dove una donna su quattro ha subito violenza, e dove ogni tre giorni c’è una strage a colpi di pistola, fa quasi tenerezza pensare che il problema sia la fiction violenta. Qui è la realtà a fare paura.

            Dietro la decisione non c’è solo l’assurdo, ma il metodo. La grazia è arrivata in sordina, inserita in un elenco di “cittadini speciali” selezionati dal Dipartimento della Giustizia. Tra loro, lui: Mel “ti sei meritata i denti rotti” Gibson. Mel “gli ebrei causano tutte le guerre del mondo”. Mel “se parlo con un gay prendo l’Aids”.

            A provare a fermare questa follia ci aveva pensato Elizabeth G. Oyer, procuratrice incaricata dei “pardons”. Ha detto no. Ha detto che armare un uomo condannato per violenza domestica non è solo stupido, è pericoloso. Risultato? Licenziata. Perché l’America di Trump funziona così: se osi opporre il buonsenso alla propaganda, sei fuori.

            Non basta: Trump ha anche nominato Gibson “inviato speciale a Hollywood”, con la missione di monitorare il cinema americano e riferire direttamente alla Casa Bianca. Tradotto: un occhio vigile sulla “fabbrica dei contenuti”, in perfetto stile Sorveglianza e Punizione. Nel suo team ci sono anche Jon Voight e Sylvester Stallone. Una compagnia che sembra uscita da un casting per un cinepanettone distopico: gli ex duri del grande schermo che ora fanno i guardiani ideologici a tempo pieno.

            Facciamo mente locale. Gibson non è stato cancellato per una battuta infelice o un tweet di troppo. È stato travolto da scandali, audio shock, insulti razzisti, sessisti, omofobi, antisemiti. E non in una singola serata brava, ma in un’intera carriera. La Hollywood che oggi si proclama inclusiva e progressista lo aveva messo da parte. Giustamente. Ma si sa, il tempo fa dimenticare. O almeno anestetizza. Specie quando l’onda populista travolge tutto e Mel passa da paria a paladino, da mostro a martire.

            Il colpo di scena peggiore? La Casa Bianca ha chiesto alla Corte Suprema di riesaminare la legge che vieta le armi ai condannati per violenza domestica. Perché evidentemente non basta restituire la pistola a Gibson. Ora bisogna farne un modello. Un’icona reazionaria. Un volto per il secondo emendamento, con in mano un crocefisso, un fucile e magari un microfono per sparare l’ennesima teoria complottista.

            Questa non è Hollywood. È un incubo a occhi aperti. E se Mel Gibson è l’uomo che Trump vuole in prima linea nella sua guerra culturale, allora siamo ufficialmente al punto di non ritorno. Un Paese che arma i violenti e licenzia i giusti è un Paese che ha perso il senso della decenza.

            E no, non è il trailer di Arma Letale 5. È la realtà. E fa molto, molto più paura.

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              Cinema

              Abbiamo provato i “Fagioli alla Bud Spencer”, anzi… di Bud Spencer!

              Dal set dei film cult anni ’70 agli scaffali dei supermercati: i “Fagioli alla Bud Spencer” sono diventati un fenomeno commerciale. Creati dalla famiglia Pedersoli con la ricetta originale dell’attore, oggi sfidano colossi come Heinz e puntano a conquistare l’Europa. Un successo da 10 milioni di euro.

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                Bud Spencer – al secolo Carlo Pedersoli – non è solo sinonimo di cazzotti e spaghetti western, ma anche di pantagrueliche scorpacciate di fagioli. Quelle scene leggendarie, ripetute anche 15 volte sul set, hanno ispirato una vera e propria impresa alimentare: i “Fagioli alla Bud Spencer”. Nel 2024, la famiglia dell’attore ha deciso di mettere in commercio il prodotto, utilizzando la ricetta personale che l’attore aveva messo a punto durante le riprese.

                Il suo faccione conquista il supermercato

                Il suo volto iconico oggi su barattoli ben visibili tra gli scaffali dei supermercati italiani. L’etichetta promette borlotti piemontesi già stufati, conditi con pomodoro, cipolla, pancetta affumicata e spezie, secondo la “ricetta originale”. Un’operazione di marketing che ha superato le aspettative: da nicchia nostalgica a vera esplosione commerciale. I “Fagioli alla Bud” hanno già conquistato il 30% del mercato dei contorni in scatola, superando persino il marchio Heinz in Italia.

                Bud Power: l’azienda di famiglia che sfida i giganti

                Dietro al progetto c’è Bud Power, società fondata nel 2022 e controllata dalla famiglia Pedersoli. Il figlio Giuseppe, i nipoti Alessandro, Carlo Eduardo e Nicolò Denaro gestiscono l’attività con passione e spirito imprenditoriale. Dai 56mila euro del primo anno ai 624mila del 2023, si prevede un balzo clamoroso: 10 milioni di euro di fatturato nel 2025.

                Oltre i fagioli: birra e “pizzone” in arrivo

                Il successo non si ferma ai fagioli. A breve sarà lanciata la birra Bud Spencer, e dopo l’estate arriverà il “Pizzone di Bud”, altro omaggio gustoso e ironico all’amato attore. La linea vuole celebrare non solo la figura del personaggio cinematografico, ma anche i valori familiari, genuini e veraci che ha sempre rappresentato.

                Espansione europea e ricetta italiana DOC

                Oggi i barattoli firmati Bud Spencer sono in trattativa per entrare nei supermercati di Svizzera, Austria, Germania e Grecia. Una ricetta tutta italiana, con ingredienti di qualità, che punta a un pubblico internazionale, attratto dal gusto e dalla leggenda.

                Forse non tutti sanno che…

                Prima di diventare famoso sul grande schermo, l’attore è stato il primo italiano a nuotare i 100 metri stile libero sotto il minuto, stabilendo più volte il record nazionale. Partecipò a due Olimpiadi (Helsinki 1952 e Melbourne 1956) e vinse numerosi titoli italiani nel nuoto. Fu anche giocatore di pallanuoto con la Lazio e con la Nazionale, con cui conquistò l’oro ai Giochi del Mediterraneo del 1955. Sportivo completo, praticò anche pugilato, rugby e persino lotta libera. La sua prestanza fisica e il carisma lo resero poi perfetto per il cinema, portando sul set quell’energia e quella forza che avevano fatto di lui un campione nello sport.

                quando il cinema diventa business (e pure buono)

                I “Fagioli alla Bud Spencer” sono molto più di un’operazione nostalgia. Sono un esempio perfetto di come una passione autentica – per il cinema, per il cibo, per la famiglia – possa trasformarsi in una storia di successo tutta italiana. E come avrebbe detto Bud: “Dove c’è fagiolo, c’è casa”.

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