Lifestyle
L’Intelligenza Artificiale ci mostra come evolveranno gli esseri umani
I canoni di bellezza del futuro se le cose andranno avanti come immagina oggi l’AI ci porteranno verso una quasi totale omologazione. Ovvero rinunceremo senza nemmeno accorgerci a farci belli e gradevoli solo nel nome del progresso.
L’Intelligenza Artificiale (Ai) ha previsto come saranno gli esseri umani tra 1.000 anni e che novità ci riserva il futuro. Anche dal punto di vista estetico. Per arrivare a questa previsione e stato chiesto al programma di intelligenza artificiale Midjourney di creare alcune immagini di come saremo tra 1.000 anni. I risultati ottenuti sono davvero sconvolgenti e inquietanti. Vediamo insieme.
Quindi stiamo parlando dell’Uomo dell’anno 3000 o giù di lì?
La domanda è stata rivolta alla piattaforma basata sull’Intelligenza Artificiale (AI) Midjourney, che consente agli utenti di generare opere d’arte uniche come personaggi, immagini e rappresentazioni attraverso brevi messaggi. Ma a differenza dei tradizionali sistemi di intelligenza artificiale basati su regole progettati per compiti specifici, le piattaforme di intelligenza artificiale generativa utilizzano algoritmi avanzati. Ovvero basati su tecniche di deep learning, per produrre in autonomia risultati nuovi e allo stesso tempo rilevanti.
L’Intelligenza Artificiale affonderà i suoi terminali nel nostro corpo?
Midjourney è in grado di produrre risultati che vanno oltre ciò che è stato esplicitamente programmato, introducendo un elemento di imprevedibilità e creatività nel panorama dell’AI. Il risultato è la creazione di immagini realistiche che non esistono nel mondo reale.
Un Uomo inglobato dalla tecnologia e infelice
Analizzando il risultato elaborato da Midjourney per prima cosa appare evidente come la moda del futuro prevede la copertura dei nostri volti da una rete di cavi e chip ronzanti. Sostanzialmente l’AI ha deciso che il nostro volto umano sarà inglobato nella tecnologia e quindi perderà l’aspetto che noi conosciamo oggi.
Quale tipo di futuro è previsto per la razza umana
Come sarò la nostra immagine? Si presume che rispecchierà l’evoluzione del nostro rapporto con la tecnologia nel corso di questo millennio. Dimostrerà come l’Intelligenza Artificiale riuscirà ad affondare i suoi terminali nel nostro modo di essere, e nel nostro corpo. Sembra quasi che l’uomo dell’anno 3000 abbia sacrificato la pelle del suo viso per far posto a una sere di tecnologie futuristiche che magari non sono ancora state neppure ideate. Il risultato dal punto di vista visivo oltre che allarmante è anche mostruoso.
Una prospettiva davvero negativa
La prospettiva non sembra affatto felice. Anzi. L’Uomo del 3000 secondo l’esperimento elaborato ci racconta di una espressione umana da cui traspare molta infelicità. Per fare un esempio il pronipote del pronipote del pronipote sembra avere una rete di fili che si intreccia sul suo viso, da cui comunque emergono ancora alcune caratteristiche umane grazie al mantenimento di tratti della sua pelle.
Saranno questi gli standard di bellezza tra 1.000 anni?
E’ una domanda provocatoria, naturalmente. Chissà se avrà ancora senso parlare di bellezza dandogli lo stesso significato e valore che le diamo noi oggi. Per essere considerati dei belli magari tra mille anni si dovranno mostrare sul volto più fili possibili? E come saranno i tagli di capelli di tendenza? Una superfice sferica con mille piccoli chip multicolori?
Che futuro di bellezza ci aspetta?
Le immagini generate dall’intelligenza artificiale mostrano una trasformazione parziale non totale della nostra fisionomia. Nonostante questo, il risultato è davvero brutto. E comunque restiamo con i piedi per terra ancorati alla realtà di oggi pensando che l’AI in effetti lavora su input inseriti ancora da noi umani. Poi elabora. Ma elabora su nostre indicazioni base. L’idea che l’Intelligenza Artificiale si è fatta su come saremo in futuro è modellata dai nostri stessi suggerimenti.
In tempi in cui i grandi marchi super conosciuti ci restituiscono un senso di appartenenza e di distinzione, essendo la testimonianza che il progresso è in continua evoluzione, magari tra mille anni questo concetto sarà ancora il nostro paradigma. Ma con un ma. Con la differenza che a pagare il prezzo sarà proprio l’estetica, che oggi invece è ancora in primo piano.
Alla fine vedrai che ci assomiglieremo tutti
I canoni di bellezza del futuro, se le cose andranno avanti come immagina oggi l’AI, ci porteranno verso una quasi totale omologazione. Ovvero rinunceremo senza nemmeno accorgerci a farci belli e gradevoli solo nel nome del progresso. Oppure, è sperabile, riusciremo a mantenere qual tocco che ci farà sembrare inequivocabilmente unici.
Cosa ci suggerisce tutto ciò?
Che mentre l’Ai per suo conto cerca ipotesi e immagini su come saremo facendo incetta di tutto ciò che trova dal punto di vista tecnologico ed elabora di conseguenza, l’Uomo sarà sempre in grado di padroneggiare la tecnologia e se è il caso regolarla dandogli indicazioni precise. Siamo ancora in tempo.
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Società
Dove si guadagna di più in Italia? Milano in testa, Sud in fondo alla classifica
Un’analisi della Cgia di Mestre rivela le disparità salariali tra Nord e Sud. Mentre le province settentrionali vedono retribuzioni elevate grazie a settori ad alta produttività, il Mezzogiorno soffre con stipendi medi annui ben al di sotto della media nazionale. Milano svetta con 32.472 euro lordi, mentre Vibo Valentia chiude la classifica con soli 12.923 euro.
Milano conferma il suo primato come la provincia con gli stipendi più alti in Italia, con una retribuzione media lorda annua nel settore privato di 32.472 euro. Seguono Parma e Modena, rispettivamente con 26.861 e 26.764 euro. La classifica delle province più “ricche” vede una predominanza delle aree settentrionali e in particolare dell’Emilia Romagna, dove settori ad alta produttività come la meccanica e l’automotive contribuiscono a stipendi più elevati. Bologna, Reggio Emilia, Lecco, Torino, Bergamo, Varese e Trieste completano la top ten, con retribuzioni che variano dai 25.165 ai 26.610 euro.
Il Sud stenta: Vibo Valentia fanalino di coda
Al contrario, le province meridionali continuano a mostrare un divario significativo. Trapani, Cosenza, Nuoro e, ultima in classifica, Vibo Valentia, registrano retribuzioni medie lorde annue ben al di sotto della media nazionale, con Vibo Valentia che chiude la classifica con soli 12.923 euro. Questo divario del 35% rispetto al Nord è una realtà che i contratti collettivi nazionali non sono riusciti a colmare, evidenziando le persistenti disuguaglianze salariali tra Nord e Sud Italia.
Il perché del divario: le cause delle disuguaglianze salariali
Le province settentrionali beneficiano della presenza di industrie ad alta produttività e valore aggiunto, come l’automotive, la meccatronica e il biomedicale, che garantiscono stipendi più elevati. Al contrario, al Sud, la mancanza di queste realtà produttive e la prevalenza di piccole imprese limitano significativamente il potere contrattuale e, di conseguenza, le retribuzioni. Le multinazionali e le grandi imprese, concentrate principalmente al Nord, contribuiscono ad accentuare questo divario, offrendo salari più alti rispetto alle medie nazionali.
Un’Italia a due velocità
L’Italia continua a essere un Paese diviso anche sul fronte delle retribuzioni, con un Nord che beneficia di una maggiore concentrazione di settori produttivi e un Sud che, nonostante gli sforzi contrattuali, stenta a ridurre il gap. Questo divario salariale rappresenta una delle sfide più complesse per il futuro del Paese, che dovrà affrontare non solo le differenze economiche, ma anche le loro ricadute sociali e territoriali.
Luxury
Sogni di abitare in un castello? Affidati al web e regalati una favola tutta tua
Se la tua fantasia è quella di poter vivere in un castello, come nelle favore… un sito web specializzato in real estate può esserti d’aiuto. Ammesso di avere una discreta disponibilità economica…
Un sogno ad occhi aperti: vivere in una dimora da re, magari col tanto di fossato e ponte levatoio. Le strutture di questo genere qui in Italia appartengono in parte al patrimonio pubblico, in parte a quello privato. Proprio queste ultime vengono vendute come dimore residenziali, magari da utilizzare come enormi ville per le vacanze, oppure ancora per essere messe a reddito sotto forma di alberghi, musei, strutture ricettive, località per feste e matrimoni e altro ancora. Le possibilità sono davvero tantissime: il limite, in questi casi, è principalmente la fantasia… e la disponibilità economica.
La concentrazione maggiore in Inghilterra e Francia
Varcando i nostri confini, la maggior parte dei castelli, si trovano nell’attuale Regno Unito: in Galles, in Inghilterra e in Scozia ma anche in altre parti d’Europa, come in Francia, dove abbondano. Il nostro Paese, seppure in misura minore, si difende… presentando alcuni siti davvero meravigliosi. Alcuni si possono visitare e fotografare, altri ancora invece si possono addirittura acquistare! Realizzando uno dei classici sogni ad occhi aperti, passando dalle canoncihe 2 stanze + bagno ad una struttura dove letteralmente perdersi.
Il sito che fa al caso vostro
Se state meditando un trasloco con queste ambizioni principesche… esiste un sito web perfetto per questo genere di operazioni. Dove vagliare prezzi, foto degli interni e tutti i comfort che queste incredibili strutture sono in grado di offrire. Il sito web in questione si chiama Lionard: vale assolutamente la pena dare un’occhiata, perché si tratta in molti casi di affare notevolissimi. Ed anche solo per continuare a sognare… ben sapendo che le nostre finanze non ci permettono di poter trasformare in realtà la nostra ambizione. Tanto per vedere… l’effetto che fa!
La questione cardine: il prezzo
Partiamo dal presupposto che il costo dei castelli in Italia è decisaente variabile, perchè soggetto a svariati aspetti, da location a location. In linea generale, comunque, va ricordato che si tratta srmpre di strutture luxury e che, come tali, contemplano caratteristiche uniche: suite, piscine, idromassaggi, monumenti storici e opere d’arte come affreschi e arazzi. Quindi non aspettatevi il “prezzaccio” e, nel caso, preparate i sali…
Ridimensionando le vostre ambizioni c’è una soluzione
Volendo ridimensionare le vostre aspettative… potreste accontentarvi di dormire in un castello per una notte o due. Comunque si tratta di una cosa molto particolare, per provare un vero e proprio “tuffo nel passato” che ti permette di vivere come un nobile o cavaliere, circondato da mura possenti, colline e fossati. In Italia sono rpesenti diversi castelli convertiti in strutture ricettive con suite confortevoli, offrendo un’opportunità speciale per vivere un pezzo di storia in maniera indimenticabile e romantica. Un tuffo nel passato per un fine settimana, in una storia remota che rimanda a epoche che abbiamo imparato ad amare e quasi mitizzare.
Curiosità
Oltre le conquiste: le fobie nascoste dei personaggi più influenti
Dietro l’immagine di invincibilità e potere, si nascondono spesso fragilità e paure. Scopriamo quali erano le fobie più bizzarre di alcuni personaggi storici, dai generali romani agli scrittori italiani, anche quello più grandi.
Immaginatevi Giulio Cesare, il condottiero che ha conquistato mezza Europa, terrorizzato da un semplice insetto. O Alessandro Manzoni, l’autore dei Promessi Sposi, terrorizzato dalle pozzanghere. Sembra incredibile, eppure anche le figure più potenti e influenti della storia hanno avuto le loro paure, a volte bizzarre e inaspettate.
Alessandro Manzoni e la paura dell’acqua
Lo scrittore italiano, noto per i suoi romanzi storici, soffriva di limnofobia, la paura delle pozzanghere e dei luoghi umidi. Un’esperienza traumatica in gioventù, in cui rimase impantanato, potrebbe aver scatenato questa fobia che lo accompagnò per tutta la vita. Manzoni evitava le passeggiate sotto la pioggia e pianificava accuratamente i suoi spostamenti per evitare qualsiasi contatto con l’acqua.
Napoleone Bonaparte e il terrore dei gatti
L’imperatore francese, famoso per la sua determinazione e il suo coraggio, aveva una paura irrazionale dei gatti. Secondo alcune fonti, un episodio traumatico della sua infanzia potrebbe essere all’origine di questa fobia. La presenza di un gatto era sufficiente a innervosirlo profondamente e a fargli evitare quelle stanze.
Giulio Cesare e la repulsione per gli insetti
Anche Giulio Cesare, uno dei più grandi condottieri della storia, aveva una fobia piuttosto inusuale: la paura degli insetti. Questa repulsione era talmente nota che lo spingeva a prestare particolare attenzione alla pulizia e all’igiene personale per evitare qualsiasi contatto con questi piccoli animali.
Questi esempi ci mostrano come anche le persone più potenti e influenti siano esseri umani con le loro fragilità e paure. Le fobie di questi personaggi storici ci ricordano che, nonostante le loro conquiste e il loro successo, erano soggetti alle stesse emozioni e paure di tutti noi.
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