Salute
Discalculia nell’adulto, la mente che conta a modo suo!
La discalculia, spesso definita come “dislessia dei numeri”, è un disturbo specifico dell’apprendimento che ostacola le abilità matematiche. Contrariamente a quanto si pensa, non si tratta di una semplice svogliatezza o di un basso quoziente intellettivo, ma di una condizione neurobiologica che persiste nel tempo e può manifestarsi anche in età adulta.
La diagnosi della discalculia in età adulta può essere complessa, in quanto i sintomi possono essere mascherati da strategie di compenso sviluppate nel corso del tempo. Tuttavia, è fondamentale ricevere una diagnosi per poter accedere a strumenti e strategie di supporto adeguati.
I sintomi e difficoltà quotidiane, seppur le caratteristiche specifiche possano variare da persona a persona, ma nell’adulto sono previste:
Difficoltà nelle operazioni matematiche di base: calcoli a mente lenti o errati, confusione tra i simboli matematici (+, -, x, /), memorizzazione difficoltosa delle tabelline.
Problemi con la gestione del denaro: budgeting, calcolo del cambio, stima di prezzi e spese.
Scarsa capacità di orientamento spaziale: difficoltà a leggere le mappe, a seguire indicazioni stradali, a percepire la destra dalla sinistra.
Nozioni di tempo confuse: gestione del tempo, puntualità, stima delle durate.
Difficoltà con la numerazione: ordinare i numeri, comprendere il valore relativo dei numeri (es. decine e unità).
Queste difficoltà possono avere un impatto significativo sulla vita quotidiana di un adulto con discalculia, influenzando ambiti come compiti che richiedono calcoli, gestione di dati numerici, lettura di grafici o tabelle, gestione del denaro in contanti, partecipazione ad attività che coinvolgono la matematica (es. giochi di società), autostima, senso di frustrazione e inadeguatezza, bassa autostima legata alle difficoltà matematiche.
Gli interventi utili per la discalculia negli adulti possono aiutare in qualche miglioria, per cui vale la pena fare una valutazione neuropsicologica per identificare i punti di forza e di debolezza specifici.
Aiutiamoci con strumenti compensativi, come calcolatrice, fogli di calcolo, app per smartphone, oppure con strategie di apprendimento individualizzate, cometecniche di memorizzazione, scomposizione di compiti complessi in passaggi più semplici.
Nonostante le sfide, la discalculia non rappresenta un ostacolo invalicabile. Con la diagnosi e il supporto adeguati, gli adulti con discalculia possono imparare a gestire le proprie difficoltà e vivere una vita piena e autonoma.
Salute
Giappone: scoperto un farmaco per la ricrescita dei denti
Un’innovazione nella medicina dentale: la scoperta giapponese che potrebbe rivoluzionare il futuro dei trattamenti odontoiatrici
Un team di scienziati giapponesi ha sviluppato un farmaco rivoluzionario che potrebbe permettere la ricrescita dei denti persi. Questa scoperta promette di cambiare radicalmente l’approccio ai trattamenti dentali, offrendo una soluzione naturale a chi ha perso i denti a causa di malattie o incidenti. Attualmente in fase di sperimentazione clinica, il farmaco sfrutta le cellule staminali per stimolare la formazione di nuovi denti.
Dettagli e prospettive del farmaco innovativo
Il farmaco agisce attivando le cellule staminali presenti nella polpa dentale, favorendo la crescita di nuovi denti naturali. Questa scoperta potrebbe superare le attuali tecniche di impianto dentale, riducendo la necessità di protesi e offrendo una soluzione meno invasiva e più efficace per i pazienti. I risultati preliminari dei test clinici sono promettenti, e se continueranno a essere positivi, il farmaco potrebbe essere disponibile sul mercato entro pochi anni.
Implicazioni e futuro della ricerca
Questa innovazione rappresenta un passo avanti significativo nella ricerca medica e potrebbe migliorare notevolmente la qualità della vita di milioni di persone affette da edentulia. Il Giappone si conferma leader nelle innovazioni scientifiche e mediche, aprendo nuove prospettive nel campo della rigenerazione tissutale. I ricercatori sono fiduciosi che il farmaco non solo rivoluzionerà la medicina dentale, ma aprirà la strada a ulteriori scoperte nel trattamento delle patologie odontoiatriche.
Con un continuo impegno nella ricerca e nello sviluppo, questa scoperta potrebbe rappresentare una svolta epocale, ridando fiducia e speranza a chi ha perso i denti, migliorando la loro salute e benessere complessivo.
Salute
Sole nemico, quando i sintomi diventano un problema
L’allergia al sole, nota anche come fotodermatosi, è una condizione in cui la pelle sviluppa una reazione avversa all’esposizione alla luce solare. In medicina, l’allergia al sole, è una reazione anomala del sistema immunitario scatenata dall’esposizione alla luce solare.
L’allergia al sole, nota anche come fotodermatite o fotosensibilità, è una reazione anomala della pelle all’esposizione alla luce solare. Questa condizione si manifesta tipicamente con sintomi come prurito, arrossamento, eruzioni cutanee e, in casi più gravi, vesciche o gonfiore nelle aree esposte al sole. La fotosensibilità può essere causata da una varietà di fattori, tra cui predisposizioni genetiche, farmaci, o sostanze chimiche che aumentano la sensibilità della pelle ai raggi ultravioletti (UV).
Cause e fattori di rischio
Le cause dell’allergia al sole non sono completamente comprese, ma possono includere una predisposizione genetica, alcuni farmaci, cosmetici o prodotti per la cura della pelle possono aumentare la sensibilità ai raggi UV. Malattie autoimmuni o dermatologiche possono predisporre all’allergia al sole.
Diagnosi e Trattamento
La diagnosi si basa su una combinazione di esame clinico, storia medica del paziente e, in alcuni casi, test specifici per identificare la sensibilità alla luce. Il trattamento prevede principalmente l’evitamento dell’esposizione al sole, l’uso di creme solari ad ampio spettro, abbigliamento protettivo, e in alcuni casi, farmaci antinfiammatori o antistaminici per alleviare i sintomi.
Beauty
Farmaci e caldo, rischi e precauzioni
Per minimizzare i rischi associati all’assunzione di farmaci durante l’estate, è importante seguire alcune precauzioni. Per esempio prima di modificare qualsiasi terapia, è fondamentale consultare il proprio medico. Bisogna monitorare l’idratazione in maniera costante, assicurandosi di bere adeguatamente per compensare la perdita di liquidi dovuta a sudorazione e diuresi.
L’aumento delle temperature durante l’estate può avere conseguenze significative sull’organismo, soprattutto per chi assume medicinali per l’ipertensione, lassativi e betabloccanti. Il caldo e i farmaci, infatti, formano un binomio che non sempre funziona a dovere.
Effetti collaterali
I medici raccomandano di continuare ad assumere i farmaci prescritti, anche in piena estate. Tuttavia, le alte temperature possono amplificare gli effetti collaterali di diverse medicine, influenzando il calore corporeo.
Antibiotici e sole non vanno d’accordo
L’esposizione al sole può essere rischiosa per chi assume determinati farmaci, come gli antibiotici. Tra questi, i sulfamidici, i chinoloni e le tetracicline possono causare reazioni di fotosensibilizzazione. Anche i farmaci steroidei e i cortisonici richiedono attenzione. E’ consigliabile leggere il foglietto illustrativo prima di esporsi al sole.
Malati cronici sempre a rischio d’estate
Il caldo è particolarmente pericoloso per i malati cronici. Spesso anziani e persone affetti da più patologie devono stare molto attenti alle temperature. Il presidente della Simg (Società italiana di Medicina generale e delle cure primarie), sottolinea come il caldo interferisca pesantemente su questa popolazione a rischio. Come per esempio, i grandi obesi che sono particolarmente vulnerabili. Persone che hanno la necessità di ridurre la loro farmacoterapia per l’ipertensione e il diabete durante tutta l’estate.
Impatto sul calore corporeo
Diversi farmaci, inclusi gli antistaminici e alcuni integratori dimagranti, possono aumentare il calore corporeo. Gli antistaminici restringono i vasi sanguigni, limitando la capacità del corpo di dissipare il calore. Gli integratori dimagranti, invece, possono aumentare la produzione di calore. E’ gioco forza quindi controllare bene posologie e trattamenti.
Lassativi e betabloccanti limitano lo scambio termico
I lassativi aumentano la quantità di acqua espulsa dal corpo, riducendo le riserve per la sudorazione e il raffreddamento. I betabloccanti, utilizzati per patologie cardiache, riducono la frequenza cardiaca, limitando lo scambio termico sulla superficie della pelle e mantenendo alta la temperatura interna.
I diuretici accelerano la disidratazione
I diuretici, utilizzati per l’ipertensione e altre patologie cardiache, possono accelerare la disidratazione durante il caldo estremo, aumentando la minzione e la perdita di liquidi.
Gli psicofarmaci temono il gran caldo
Anche i farmaci psichiatrici possono avere effetti negativi con il caldo. Questi medicinali possono causare tremori muscolari, aumentando la produzione di calore e portando a temperature corporee pericolosamente elevate. I pazienti psichiatrici necessitano di particolare attenzione durante l’estate per evitare scompensi.
Quali sono le principali precauzioni da adottare
Per minimizzare i rischi associati all’assunzione di farmaci durante l’estate, è importante seguire alcune precauzioni. Per esempio prima di modificare qualsiasi terapia, è fondamentale consultare il proprio medico. Bisogna monitorare l’idratazione in maniera costante, assicurandosi di bere adeguatamente per compensare la perdita di liquidi dovuta a sudorazione e diuresi. Evitare quindi l’esposizione prolungata al sole, soprattutto se si assumono farmaci che aumentano la fotosensibilità. Ricordarsi di raffreddare il corpo. In caso di temperature corporee elevate, utilizzare metodi per raffreddare il corpo, come l’uso di ventilatori o bagni freschi. E infine è cosa saggia ridurre l’attività fisica nelle ore più calde per evitare surriscaldamenti. Ma questa è quasi una ovvietà…
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