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Salute

Gli insospettabili nemici che si nascondono nella sabbia!

Seppure il caldo e le giornate all’aria aperta ci facciano pensare a un periodo privo di pericoli per la salute, in realtà virus e batteri non si prendono una pausa estiva. Anzi, alcune condizioni tipiche della stagione estiva possono favorire la loro proliferazione e trasmissione, mettendo a dura prova il nostro sistema immunitario.

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    Tra le infezioni più diffuse durante l’estate, soprattutto tra i bambini, troviamo l’impetigine. Questa fastidiosa infezione della pelle si manifesta con la comparsa di vesciche e bolle che possono rompersi e formare croste gialle. La trasmissione avviene facilmente attraverso il contatto diretto con la pelle infetta o con oggetti contaminati.

    Cos’è l’impetigine e come si manifesta?
    L’impetigine è una dermatite contagiosa che si presenta con piccole bollicine che, in seguito, si rompono formando delle croste giallastre. Colpisce soprattutto i bambini al di sotto dei 10 anni, ma può verificarsi anche negli adulti. La trasmissione avviene facilmente attraverso contatto diretto con la pelle infetta o con oggetti contaminati.
    Cosa fare in caso di impetigine?
    Se si sospetta un caso di impetigine, è importante consultare il pediatra o il medico. La cura generalmente prevede un trattamento antisettico locale e l’applicazione di antibiotici topici sotto forma di crema o pomata. Nella maggior parte dei casi, le lesioni scompaiono nel giro di pochi giorni.


    Quali sono le altre infezioni da tenere sotto controllo?
    Oltre all’impetigine, l’estate porta con sé anche altri rischi per la salute, come le infezioni all’orecchio frequenti nei bambini che frequentano le piscine, sono causate dall’accumulo di acqua e batteri nell’orecchio medio.
    Conjuntiviti, vale a direle infiammazioni della congiuntiva, la membrana che ricopre l’occhio, possono essere di origine batterica o virale e si presentano con arrossamento, prurito, gonfiore e lacrimazione.
    Gastroenteriti, causate da virus o batteri, si manifestano con sintomi come diarrea, vomito, nausea e dolori addominali.
    Sabbia, sdraio, lettini, passerelle, docce e bordi di piscina non sono ambienti privi di rischi. La sabbia, infatti, può essere contaminata da microrganismi che causano micosi cutanee, infezioni fungine che possono risultare particolarmente resistenti.
    Questi funghi possono trovarsi non solo nella sabbia, ma anche su sdraio, lettini, passerelle, docce e bordi di piscina. La loro trasmissione avviene per contatto diretto con la pelle infetta o per contatto indiretto con superfici contaminate.

    Quindi, asciughiamo accuratamente la pelle, prestando particolare attenzione alle zone dove si formano facilmente pieghe, come l’inguine e i piedi, per evitare che l’umidità favorisca la proliferazione dei funghi.
    Facciamo la doccia frequentemente, lavarsi con acqua e sapone dopo aver trascorso del tempo al mare o in piscina, eliminando i residui di sabbia e sudore.
    Indossiamo le ciabatte, soprattutto in zone umide e comuni come docce e spogliatoi, per evitare il contatto diretto con la pelle contaminata.
    Utilizziamo un telo personale: stenderlo su sdraio e sedie prima di sedersi, per creare una barriera tra la pelle e la superficie potenzialmente contaminata.
    Applichiamo creme idratanti e protettive: mantenere la pelle sana e idratata aiuta a rafforzare la sua barriera naturale contro le infezioni.
    Non condividiamo oggetti personali: evitare di scambiare asciugamani, spazzole o altri oggetti che potrebbero essere contaminati da funghi.

    Come prevenire tutte queste infezioni estive?
    Per godersi l’estate in sicurezza e ridurre al minimo il rischio di infezioni, è fondamentale seguire alcuni semplici accorgimenti
    Mantenere una buona igiene personale: lavarsi frequentemente le mani con acqua e sapone, soprattutto prima di mangiare, dopo aver usato il bagno e dopo essere stati a contatto con persone malate.
    Igienizzare correttamente i cibi, seguire le buone pratiche di conservazione e preparazione degli alimenti, evitando di consumare cibi crudi o poco cotti, soprattutto carne, pesce e uova.
    Bere solo acqua in bottiglia soprattutto se ci si trova in zone dove l’acqua del rubinetto non è sicura.
    Evitare il contatto con persone ammalate
    Fare il bagno in mare o piscina solo in acque pulite.

    Non condividere oggetti personali come asciugamani, bicchieri e posate.
    In caso di sintomi sospetti, consultare tempestivamente il medico.

    Ricordando di seguire questi semplici consigli e adottando un comportamento responsabile, possiamo trascorrere un’estate serena e sicura, minimizzando i rischi di infezioni e godendoci al meglio i benefici del sole e del mare.

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      Salute

      Qual è il locale più inquinato della nostra casa? La cucina. Ecco perché

      Le nostre abitudini quotidiane contribuiscano significativamente all’inquinamento atmosferico, sottolineando l’urgenza di adottare comportamenti più sostenibili.

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        Gli inquinamenti insospettabili che si generano cucinando rappresentano un’importante questione per la salute e l’ambiente, spesso trascurata. Ciò che accade in cucina può infatti contribuire significativamente all’inquinamento atmosferico domestico. Vediamo come.

        Quali sono le fonti principali di inquinamento in cucina

        Tra le principali fonti di inquinamento che possiamo trovare in cucina al primo posto ci sono i fornelli a gas e metano. L’uso di combustibili come il gas e il metano produce biossido di azoto (NO₂), un potente irritante polmonare, e benzene, una sostanza cancerogena. Questi inquinanti vengono rilasciati nell’aria durante la cottura, aumentando il rischio di problemi respiratori e altre patologie. A seguire la cottura sulla griglia e la frittura. Grigliare la carne sprigiona, infatti, composti chimici potenzialmente dannosi, come le ammine eterocicliche e gli idrocarburi policiclici aromatici. Anche la frittura, soprattutto a temperature elevate, produce sostanze tossiche come l‘acrilammide, un composto che può formarsi vicino al punto di fumo degli oli. Un ulteriore pericolo deriva anche da una ventilazione insufficiente. Una scarsa ventilazione, infatti, aggrava la concentrazione degli inquinanti, rendendo l’ambiente domestico meno salubre. Quindi che fare?

        Possibili soluzioni e semplici accorgimenti per evitare effetti inquinanti

        E’ consigliabile, quando possibile, utilizzare piani cottura a induzione una tecnologia che riduce al minimo l’emissione di inquinanti. Le cucine a induzione non generano biossido di azoto né monossido di carbonio, offrendo un’alternativa ecologica e sicura. Se dovete friggere provate a farlo con le friggitrici ad aria. Rispetto alla frittura tradizionale, le friggitrici ad aria – così tanto di moda in questi ultimi tempi – producono meno particolato fine e sono considerate un metodo di cottura più salutare per diversi alimenti. Ulteriore sufferimento è utilizzare una cottura a basse temperature. Evitare di superare il punto di fumo degli oli può limitare la formazione di sostanze nocive. E ancora, ma qui andiamo su scelte ideologiche oltre che salutistiche. Utilizzare più vegetali e meno carne è meglio! La riduzione del consumo di carne, soprattutto proveniente da allevamenti intensivi, non solo diminuisce l’impatto ambientale ma migliora anche la qualità dell’aria. Infine è lapalissiano mantenere una adeguata ventilazione dei locali. L’uso di cappe aspiranti e il ricambio regolare dell’aria sono essenziali per ridurre l’accumulo di inquinanti.

        Il peso dei comportamenti individuali

        Ogni piccolo gesto quindi conta. Scegliere metodi di cottura meno inquinanti, preferire alimenti vegetali e ridurre gli sprechi in cucina non solo tutela la salute personale, ma contribuisce anche al benessere collettivo e alla salvaguardia dell’ambiente. Non esiste una soluzione magica, ma la consapevolezza e l’azione possono fare la differenza. L’inquinamento domestico, spesso sottovalutato, secondo il dottor Roberto Boffi, pneumologo presso l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, rappresenta una minaccia concreta per la salute di tutti, con la cucina che si rivela uno degli ambienti più critici.

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          Salute

          Allergie di primavera, come sopravvivere alla stagione più amata (e odiata)

          inite, occhi che bruciano, mal di testa e stanchezza cronica: se anche per te la primavera è sinonimo di allergie, è il momento di scoprire come affrontarla con rimedi nuovi e soluzioni intelligenti che migliorano davvero la qualità della vita

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            Per molti è la stagione più bella dell’anno: giornate più lunghe, temperature miti, profumi nell’aria. Per altri, invece, la primavera è un incubo che inizia con uno starnuto e finisce con le occhiaie da antistaminico. Se anche tu fai parte del club degli allergici stagionali, sappi che non sei solo: secondo l’ISS, in Italia almeno una persona su cinque soffre di allergie primaverili, e il numero è in costante aumento.

            Ma perché succede? Il nemico numero uno è il polline, prodotto in grandi quantità da alberi come betulla, ontano, cipresso, ma anche da graminacee e parietaria. La risposta del sistema immunitario a questi allergeni è spesso spropositata: raffreddore, prurito, congiuntivite, asma. E se un tempo bastava chiudere le finestre, oggi non è più così semplice.

            La buona notizia è che esistono strategie, vecchie e nuove, per vivere meglio anche in mezzo ai pollini.

            La prima regola è la più banale e sottovalutata: conoscere il nemico. Tenere d’occhio i calendari pollinici (facilmente consultabili online) permette di sapere quando limitare le uscite, arieggiare la casa solo la mattina presto o la sera tardi, evitare parchi e prati nei giorni critici. Sembra poco, ma fa la differenza.

            Chi è stanco dei farmaci può valutare una immunoterapia specifica, una sorta di “vaccino” contro l’allergia: si assumono per via sublinguale (o iniezioni) dosi crescenti di allergene per desensibilizzare l’organismo. Serve tempo, ma è una delle poche cure che agiscono alla radice.

            Anche il lavaggio nasale quotidiano con soluzioni saline può aiutare: libera le vie respiratorie, rimuove gli allergeni, riduce l’uso di farmaci e migliora il sonno. Esistono ormai dispositivi semplici, pratici ed efficaci da usare a casa.

            Sul fronte tecnologico, i purificatori d’aria di nuova generazione fanno miracoli in casa: filtrano pollini, polveri e persino virus, migliorando la qualità dell’aria in modo misurabile. Un’idea da valutare anche in ufficio, dove spesso le finestre restano chiuse ma i filtri dei condizionatori non vengono mai cambiati.

            Non mancano i rimedi naturali (attenzione, non miracolosi ma utili): infusi di ortica, integratori a base di quercetina o vitamina C che agiscono come antistaminici naturali, spray a base di eufrasia per lenire la congiuntiva infiammata. Chiedi consiglio al medico o al farmacista: l’autoprescrizione fai-da-te è la peggior alleata dell’allergico.

            E infine: non sottovalutare lo stress. È scientificamente dimostrato che l’ansia può peggiorare i sintomi allergici. Dormire meglio, mangiare sano, praticare yoga o meditazione può ridurre le crisi. Anche perché vivere con l’allergia non significa solo soffrire di naso chiuso, ma anche di stanchezza cronica, difficoltà di concentrazione, irritabilità. Tutti effetti collaterali che spesso non vengono considerati.

            In sintesi? No, non è colpa tua se sei sempre esausto e gli occhi sembrano quelli di un panda. Ma con qualche accorgimento puoi evitare di passare altri tre mesi chiuso in casa con l’aspirapolvere in mano. E magari tornare ad amare la primavera, o almeno a tollerarla senza fazzoletti in ogni tasca.

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              Salute

              Le quattro mosse per rallentare l’invecchiamento e vivere più sani

              Rallentare l’invecchiamento non richiede sforzi enormi, ma costanza e attenzione. Anche piccoli cambiamenti possono fare una grande differenza, regalando anni di vita in più e una maggiore serenità.

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                Il cinquantaduenne medico Michael Greger è il fondatore dell’American College of Lifestyle Medicine. Da anni le sue ricerche sono indirizzate a suggerire scelte e pratiche utili per rallentare l’invecchiamento una volta raggiunta la mezza età. Con tutto la sua equipe, il dottor Greger sottolinea come adottare uno stile di vita sano anche in età avanzata può fare una grande differenza sia nella qualità, sia nella durata della vita. E’ vero a volte questi avvertimenti sembrano ridondanti, letti e riletti più volte. Ma insistere non guasta mai. Si tratta di usare piccoli e semplici cambiamenti nelle abitudini quotidiane in grado di rallentare l’invecchiamento biologico E soprattutto ridurre il rischio di malattie croniche. Michael Greger, nutrizionista di fama internazionale, sottolinea l’importanza di seguire i “fantastici 4”: alimentazione sana, attività fisica, controllo del peso e niente fumo.

                Alimentazione: il cuore della longevità

                La dieta è uno dei principali fattori su cui possiamo agire per rallentare l’invecchiamento. Un’alimentazione basata su alimenti vegetali e integrali fornisce una doppia azione benefica: aumenta l’apporto di fibre e antiossidanti, e riduce il consumo di grassi saturi e altri elementi patogeni. Tra i consigli che ci arrivano ogni giorno dai nutrizionisti quello più importante è di consumare almeno cinque porzioni al giorno di frutta e verdura. Un scelta che aiuta a ridurre il rischio di malattie cardiovascolari, ictus e cancro. Da ricoordare che le verdure a foglia verde proteggono cuore e cervello grazie ai nitrati naturali, che rallentano il metabolismo e favoriscono la longevità. Così come viene spesso consigliato un uso costante di cereali integrali. Ricchi di fibre, riducono l’infiammazione e migliorano la salute intestinale. L’utilizzo quotidiano di frutta secca e di semi come una semplice manciata di noci al giorno può abbassare il rischio di morte prematura del 15%. Infine i frutti di bosco che ormai si trovano durante tutto l’anno. Ricchi di antiossidanti, contribuiscono a proteggere le cellule dai radicali liberi.

                Una maggiore varietà di frutta e verdura è associata a minori danni al DNA e a livelli più bassi di infiammazione. Anche una moderata restrizione calorica, sotto consiglio medico, può aiutare a ridurre lo stress ossidativo e rallentare l’invecchiamento biologico. Basta così? Non proprio…

                Più movimento, meno invecchiamento

                Camminare per 20 minuti al giorno è sufficiente per migliorare la salute cardiovascolare e ridurre il rischio di disabilità. L’attività fisica regolare aumenta la forza muscolare, migliora l’equilibrio e riduce il rischio di cadute, che rappresentano una delle principali cause di disabilità negli anziani.

                Peso osservato speciale

                Mantenere un peso sano è cruciale per prevenire obesità, diabete e altre malattie croniche. Ridurre le porzioni e limitare gli alimenti ricchi di zuccheri aggiunti e grassi saturi può aiutare a mantenere un peso equilibrato.

                Tu fumi? Io no…

                Smettere di fumare, anche in età avanzata, porta benefici immediati e a lungo termine. Riduce il rischio di malattie polmonari, cardiovascolari e cancro, migliorando al contempo la qualità della vita.

                Tutto qui? No adottare uno stile di vita sano agisce anche su ansia e depressione

                Seguendo queste linee guida, è possibile rallentare l’insorgere di malattie croniche come artrite, demenza e osteoporosi. Inoltre, uno stile di vita sano influisce positivamente sul benessere psicologico, riducendo ansia, depressione e stanchezza. Chi adotta queste abitudini può sembrare biologicamente più giovane di 14 anni e migliorare significativamente la qualità della vita. Provare per credere!

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