Salute
Mettiti il cappello che la crema da sole non basta…
Il cappello può essere un ottimo alleato nella protezione dai raggi solari, ma da solo non è sufficiente per garantire una difesa completa contro i danni provocati dai raggi UV.
Il cappello può essere un ottimo alleato nella protezione dai raggi solari, ma da solo non è sufficiente per garantire una difesa completa contro i danni provocati dai raggi UV. È sempre consigliabile abbinarlo all’uso di una buona protezione solare applicata su viso e collo.
Quanto protegge il cappello?
Il cappello offre una protezione efficace per il viso, il cuoio capelluto e i capelli, riducendo l’esposizione diretta ai raggi solari. Tuttavia, non basta per prevenire i danni derivanti da un’esposizione prolungata. Indossarlo è comunque una scelta saggia, poiché oltre a proteggere la pelle del viso, preserva anche i capelli, evitando che si secchino e si sfibrino. Contrariamente a quanto molti pensano, il cappello non danneggia i capelli né accelera la loro caduta. Al contrario, protegge il cuoio capelluto dai danni causati dal sole, mantenendo i capelli più sani e lucenti.
Come scegliere il cappello giusto?
Se l’obiettivo è proteggersi dal sole, è preferibile optare per cappelli a tesa larga o modelli come il fedora, che offrono ombra non solo al viso, ma anche al collo e alle orecchie, garantendo una protezione più completa. I cappelli con tese più piccole, come quelli da baseball, sono utili ma offrono una copertura ridotta. Anche il materiale del cappello è importante: meglio scegliere tessuti a trama fitta come il cotone o la canapa, che bloccano una maggiore quantità di raggi UV rispetto a materiali più leggeri come la paglia. Negli ultimi anni, sono stati introdotti sul mercato cappelli con speciali finiture protettive che aumentano ulteriormente la capacità di schermare dai raggi UV.
Bene il cappello ma usatelo correttamente
Per garantire la massima protezione, il cappello deve essere indossato correttamente, seguendo l’inclinazione indicata dal modello, leggermente inclinato in avanti per coprire bene anche il collo. Tuttavia, ricordiamo che il cappello è solo un complemento alla protezione solare e non può sostituire l’uso di creme protettive.
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Salute
Ma chi l’ha detto che chi beve birra campa cento anni e sta meglio di chi beve vino?
I bevitori di birra hanno una dieta di qualità inferiore, sono meno attivi e hanno maggiori probabilità di fumare sigarette rispetto alle persone che bevono vino o liquori.
Vediamo di sfatare alcuni miti sulla salute e sull’alimentazione che dipendono dal consumo di birra e vino. Uno studio condotto dalla Tulane School of Medicine, presentato al Liver Meeting dell’American Association for the Study of Liver Diseases, ha gettato nuova luce sull’impatto del consumo di birra e vino sulla salute, in particolare sulle abitudini alimentari e sul rischio di malattie epatiche. Tra luoghi comuni e dati scientifici, è il momento di fare chiarezza e sfatare alcuni miti diffusi.
Birra vs vino: una sfida non solo alimentare
Chi beve birra tende ad avere una dieta di qualità inferiore rispetto a chi consuma vino o liquori. Questo è quanto emerge da un’analisi su oltre 1.900 adulti statunitensi. Secondo i risultati, i bevitori di birra ottengono il punteggio più basso sull’Healthy Eating Index, un indicatore della qualità alimentare, con una media di 49 punti su 100. I bevitori di vino si posizionano leggermente meglio con 55 punti, mentre chi consuma liquori o bevande miste raggiunge i 53 punti. Tuttavia, nessun gruppo si avvicina al punteggio ideale di 80, dimostrando che il consumo di alcol, indipendentemente dal tipo, è spesso associato a diete poco equilibrate.
Le cattive abitudini legate alla birra
I bevitori di birra presentano alcune caratteristiche comuni. Per sempio sono spesso giovani, uomini, fumatori e appartenenti a fasce di reddito più basse. Inoltre, tendono a consumare più calorie giornaliere e a essere meno attivi fisicamente rispetto ai bevitori di vino o liquori. Questo potrebbe spiegare in parte il legame tra birra e salute peggiorata. Contesti sociali come barbecue, feste o eventi sportivi, in cui la birra è spesso abbinata a cibi fritti, salati e ricchi di carboidrati, possono influenzare negativamente le scelte alimentari.
Vediamo di sfatare il mito che il vino è salutare
Il vino, in particolare il vino rosso, è spesso associato a benefici per la salute grazie alla presenza di composti come i polifenoli, considerati utili per la salute cardiovascolare. Tuttavia, questo studio sottolinea che anche i bevitori di vino non raggiungono una dieta ottimale. Le differenze osservate rispetto ai bevitori di birra potrebbero derivare dal contesto alimentare in cui il vino viene consumato. È infatti più frequente che il vino accompagni pasti completi e bilanciati, includendo carne, verdure e latticini.
Le vere priorità per la salute
Madeline Novack, autrice principale dello studio, sottolinea che “l’abuso di alcol è una delle principali cause di cirrosi epatica e la malattia epatica steatosica associata a disfunzioni metaboliche (MASLD) è in rapido aumento“. Questo indica che il problema non è solo il tipo di alcol consumato, ma anche il quantitativo e il contesto generale dello stile di vita. Cambiare abitudini alimentari e aumentare l’attività fisica sono passi fondamentali per prevenire non solo le malattie del fegato, ma anche altri problemi di salute. E comunque è meglio ribadirlo ancora una volta l’alcol fa male al nostro organismo.
Per mantenere uno stile di vita sano, indipendentemente dal tipo di alcol consumato, è importante limitarne il consumo a quantità moderate. Inoltre bisogna prestare attenzione alla qualità della dieta, aumentando l’assunzione di frutta, verdura e alimenti ricchi di fibre. E’ consigliabile mantenersi attivi fisicamente per bilanciare le calorie assunte e scegliere sempre cibi sani anche in contesti sociali dove si è portati a consumare più alcol.
Salute
Infertilità maschile in crescita: come combattere gli effetti negativi dello stile di vita moderno
Fumo, alcol e inquinamento ambientale sono tra i principali responsabili della riduzione della fertilità maschile. Ecco cosa evitare e quali alimenti e integratori possono migliorare la qualità dello sperma in vista di una futura procreazione.
L’infertilità di coppia è un problema di proporzioni crescenti, soprattutto nei paesi industrializzati come l’Italia. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), il 15-20% delle coppie soffre di problemi di fertilità, con cause che vanno dalla sofisticazione degli alimenti, l’inquinamento ambientale e lo stile di vita moderno. La fertilità maschile, in particolare, è in declino per una combinazione di fattori esterni, come l’esposizione a tossine e la qualità dell’alimentazione.
Studi scientifici evidenziano una riduzione significativa del numero di spermatozoi negli uomini in diverse parti del mondo. Negli Stati Uniti, ad esempio, si è registrata una diminuzione del 50% tra il 1982 e il 1992, mentre in Europa, dal 1971 al 1990, la riduzione è stata del 3,1% all’anno. Ciò si collega alla diminuzione del consumo di alimenti freschi, sostituiti da prodotti trattati, che spesso contengono pesticidi, metalli pesanti e altre sostanze dannose che compromettono la salute riproduttiva.
Fattori che peggiorano la qualità dello sperma
- Fumo: Riduce il numero di spermatozoi e la motilità, aumentando i rischi di aborto spontaneo, nati morti e malformazioni congenite.
- Alcol: Provoca una diminuzione della quantità e qualità degli spermatozoi. Si consiglia di evitare il consumo di alcol per almeno 70-90 giorni prima della concezione.
- Caffeina: L’abuso di bevande contenenti caffeina può ridurre il numero e la motilità degli spermatozoi, oltre ad aumentare il rischio di aborti e nascite premature.
- Stress e droghe: Lo stress cronico e l’uso di droghe, come marijuana e cocaina, influenzano negativamente la qualità dello sperma, con effetti a lungo termine sulla fertilità.
- Calore: Evitare l’esposizione eccessiva a bagni caldi e saune poiché il calore eccessivo può danneggiare lo sperma, che necessita di temperature più basse rispetto al resto del corpo.
Cosa può migliorare la fertilità maschile? Esistono alcuni nutrienti e integratori che possono migliorare la qualità dello sperma:
- Vitamina B12: Fondamentale per aumentare il numero di spermatozoi, si trova in alghe come la spirulina.
- Vitamina C ed E: Essenziali per migliorare motilità e vitalità dello sperma.
- Zinco e Selenio: Questi minerali favoriscono la produzione di spermatozoi di buona qualità, con lo zinco in particolare utile per il mantenimento dei livelli di testosterone.
- L-Carnitina e L-Arginina: Aminoacidi che supportano la maturazione e la motilità degli spermatozoi.
La combinazione di una dieta sana, priva di pesticidi e contaminanti, insieme a uno stile di vita equilibrato, può avere un impatto positivo sulla fertilità maschile, soprattutto se associata all’eliminazione di abitudini nocive come fumo, alcol e droghe.
Cronaca
Alessitimia e crimini efferati: la psicopatologia dietro gli omicidi di Impagnatiello e Pifferi
Alessia Pifferi e Alessandro Impagnatiello sono due casi drammatici legati all’alessitimia, un disturbo che impedisce di riconoscere e gestire le emozioni. Ma quanto influisce davvero sulle azioni criminali?
L’alessitimia è un disturbo psicologico che può influire profondamente sul comportamento umano, ma non giustifica azioni criminali estreme. Recentemente, questa condizione è stata diagnosticata in due protagonisti di tragiche vicende: Alessandro Impagnatiello, accusato di aver ucciso la fidanzata Giulia Tramontano, e Alessia Pifferi, condannata all’ergastolo per l’omicidio della figlia di 18 mesi, Diana. Sebbene l’alessitimia possa spiegare alcuni tratti comportamentali, entrambi sono stati ritenuti capaci di intendere e volere secondo la perizia psichiatrica. Ma che cos’è esattamente l’alessitimia e come influisce sul comportamento umano?
Cos’è l’alessitimia e come incide sulla vita emotiva
Il termine “alessitimia”, derivato dal greco, significa “mancanza di parole per esprimere emozioni”. Questo disturbo psicologico impedisce a chi ne soffre di riconoscere, comprendere e verbalizzare le proprie emozioni, rendendo difficile relazionarsi con gli altri e prendere decisioni razionali. Le persone alessitimiche tendono a confondere emozioni e sensazioni fisiche, mostrando una scarsa empatia e difficoltà nell’elaborare e comunicare i propri sentimenti.
Alessitimia e crimine: perché giustifica azioni estreme
Sebbene l’alessitimia possa essere associata a disturbi psicologici come ansia, depressione e disturbi alimentari, non può essere considerata una giustificazione per comportamenti criminali. Nei casi di Alessia Pifferi e Alessandro Impagnatiello, le perizie psichiatriche hanno confermato che, nonostante il disturbo emotivo, entrambi erano pienamente consapevoli delle loro azioni e quindi responsabili. L’alessitimia, sebbene comprometta la capacità di regolare le emozioni, non scusa comportamenti impulsivi e violenti.
Trattamento dell’alessitimia con la psicoterapia e gli approcci Terapeutici
Il trattamento dell’alessitimia è possibile attraverso tecniche di psicoterapia cognitivo-comportamentale, che mirano a migliorare la consapevolezza emotiva e la gestione delle emozioni. Questi trattamenti aiutano i pazienti a sviluppare una maggiore empatia e a migliorare la comunicazione emotiva. Tuttavia, la diagnosi e il trattamento devono essere condotti da professionisti qualificati, in quanto il disturbo può avere un impatto significativo sulla vita emotiva e relazionale dell’individuo.
L’alessitimia non è una scusa per commettere crimini!
L’alessitimia, pur essendo una condizione che può compromettere gravemente la consapevolezza emotiva e la gestione delle emozioni, non deve essere vista come una scusante per crimini violenti. Sebbene questa psicopatologia possa spiegare comportamenti impulsivi e difficoltà affettive, la responsabilità individuale resta fondamentale. La consapevolezza emotiva è essenziale per un corretto funzionamento sociale e per la gestione delle proprie azioni, ed è importante che i disturbi psicologici vengano trattati in modo adeguato per evitare conseguenze devastanti.
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