Salute
Snus e sacchetti di nicotina un nuovo pericolo quasi legale per i teenagers europei
Lo snus è un prodotto che contiene tabacco venduto in Svezia e vietato nel resto d’Europa, mentre i sacchetti sono legali (non per i minorenni) in Ue e in Italia.

Iniziamo col dire che lo snus per ora è legale solo in Svezia. Si tratta di un prodotto a base di tabacco finemente triturato, venduto esclusivamente vietato nel resto d’Europa dal 1992. Attualmente esistono due tipi di snus, sfuso e in bustina. Nel primo caso si tratta di tabacco pressato in una scatola, da cui il consumatore estrae una porzione pizzicandola fra due dita. Nel secondo caso si tratta d una dose standard di tabacco racchiusa in una bustina simile a quelle da tè.
Ma cosa contiene la bustina di snus?
Oltre alla nicotina, lo snus contiene un’elevata quantità di sostanze chimiche diverse. Viene inserito tra il labbro superiore e la gengiva e tenuto per un tempo variabile, generalmente tra i 30 e i 60 minuti. Dopodiché viene sputato e sostituito da una nuova porzione. Questo metodo permette al consumatore di autosomministrarsi nicotina virtualmente no-stop nell’arco della giornata, una strategia utilizzata in Svezia per smettere di fumare.
Perché lo snus è fuorilegge?
La direttiva europea sul tabacco del 2014 vieta la vendita dello snus nel resto d’Europa a causa dei rischi per la salute associati al consumo di tabacco. Lo snus, come tutti i prodotti a base di tabacco, contiene sostanze chimiche nocive che possono causare gravi danni alla salute, tra cui il cancro e malattie cardiovascolari.
Cosa sono i sacchetti di nicotina?
I sacchetti di nicotina, venduti anche in Italia, sono un prodotto relativamente nuovo che non contiene tabacco, ma solo nicotina, aromi e sostanze chimiche. Questi sacchetti sono legali (ma vietati ai minorenni) e vengono venduti in tabaccheria. Esistono vari gusti (fruttati, mentolati o un mix dei due) e contengono dosi variabili di nicotina, che vanno da un minimo di 3 milligrammi per sacchetto fino a 50 milligrammi. Il sacchetto viene inserito tra il labbro superiore e la gengiva, rilasciando nicotina e aromi. Il consumo del sacchetto di nicotina è molto simile a quello dello snus: non c’è fumo, né odore, né cenere, rendendolo facile da usare anche in luoghi dove fumare è vietato. Ma la nicotina non faceva male??
Perché i sacchetti di nicotina sono pericolosi?
La nicotina è una potente neurotossina con effetti stimolanti e uno dei principali fattori responsabili della dipendenza dal fumo. Immediatamente dopo l’assunzione di nicotina, si registra un aumento della pressione sanguigna, della respirazione e della frequenza cardiaca (tachicardia). La nicotina provoca anche nausea, può indurre il vomito e stimola le ghiandole esocrine, aumentando le secrezioni salivari e bronchiali. La quantità di nicotina nei sacchetti è molto superiore a quella delle sigarette, rendendo facile per i giovani arrivare a un dosaggio eccessivo. Gli effetti nocivi possono essere molteplici, soprattutto per il sistema cardiocircolatorio. Inoltre, la nicotina è una sostanza psicoattiva che dà elevata dipendenza, rendendo questi prodotti particolarmente pericolosi.
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Salute
Ecce Homo addio. Il cromosoma Y sta scomparendo: cosa succederà ai maschi?
Non sappiamo se il cromosoma Y scomparirà completamente. Se così dovesse succedere, abbiamo ancora qualche milione di anni per scoprirlo! Per ora, la specie umana sembra avere
meccanismi e potenzialità per adattarsi e continuare a prosperare.

Ebbene sì avete capito proprio bene il genere maschile è in via di estinzione. Come? I cromosomi che determinano il genere di un essere umano sono XX e XY. Ne riceviamo uno da ognuno dei nostri genitori. Le madri possono trasmettere solo l’X, mentre sono gli spermatozoi del padre a determinare se il nascituro sarà femmina (XX) o maschio (XY). Tuttavia, il cromosoma Y è in declino. Quali saranno le conseguenze? Ci saranno meno maschi sul pianeta? E quali saranno le implicazioni per la sopravvivenza della nostra specie?
Il declino del cromosoma Y
Nella specie umana, come in altri mammiferi, le femmine hanno due cromosomi X, mentre i maschi hanno un cromosoma X e un cromosoma Y. Il cromosoma Y, simbolo di mascolinità, è determinato dall’eredità genetica del padre. Purtroppo, sembra che il cromosoma Y si stia deteriorando a un ritmo allarmante e, tra qualche milione di anni, potrebbe scomparire completamente. Qualcuno potrebbe esultare. Il cromosoma Y contiene il gene SRY, la cui funzione è quella di essere “interruttore generale” per lo sviluppo dei testicoli umani (gonadi maschili). Circa 12 settimane dopo il concepimento, questi geni si attivano, consentendo agli ormoni maschili (testosterone e derivati) di intervenire sul feto affinché si sviluppi in un maschio. Ma…
Meccanismi di conservazione
Nonostante la degenerazione, il cromosoma Y ha sviluppato meccanismi per rallentare il tasso di perdita dei geni. Uno studio danese ha sequenziato il cromosoma Y di 62 uomini, rivelando che è soggetto a riarrangiamenti strutturali su larga scala, che consentono l'”amplificazione genica”. Questa amplificazione permette al cromosoma Y di acquisire multiple copie dei geni che promuovono una sana funzione dello sperma e mitigano la perdita dei geni. Ma non basta. Y ha sviluppato sequenze palindromiche, che si leggono allo stesso modo sia in avanti che all’indietro, proteggendo il gene da ulteriori degradazioni. Gli eventi di conversione genica all’interno delle sequenze palindromiche consentono di riparare i geni danneggiati utilizzando una copia non danneggiata come modello.
Quale futuro per il cromosoma Y?
La scomparsa del cromosoma Y è oggetto di dibattito nella comunità scientifica. Alcuni ritengono che le mutazioni in atto siano sufficienti a salvarlo, mentre altri sostengono che la sua scomparsa sia inevitabile. Ma c’è anche una buona notizia. Alcuni roditori, come l’arvicola maschio nell’Europa orientale e il ratto spinoso in Giappone, si sono adattati sviluppando un nuovo gene per la determinazione del sesso maschile come risposta evolutiva al declino del cromosoma Y. Anche se Y scomparisse, non significa necessariamente che gli uomini scompariranno. Maschi e femmine sono ancora necessari per la riproduzione umana. Inoltre, molti dei geni che l’Y trasporta non sono necessari quando si utilizzano metodi di riproduzione assistita. L’ingegneria genetica potrebbe essere utilizzata per trovare un sostituto alla funzione dell’Y, permettendo alle coppie omosessuali o agli uomini infertili di concepire.
Salute
Bambini troppo sedentari, trascorrono sei ore al giorno inattivi, sviluppando gravi rischi per la salute
La sedentarietà nei bambini è un problema significativo che può avere gravi conseguenze sulla salute epatica in età adulta. Adottare uno stile di vita attivo, con almeno tre ore di attività leggera al giorno, è fondamentale per ridurre il rischio di fegato grasso e cirrosi, contribuendo a migliorare la salute generale e il benessere dei giovani.

I bambini con uno stile di vita troppo sedentario, trascorrendo più di sei ore al giorno inattivi, sono a rischio elevato di sviluppare problemi epatici in età adulta, come il fegato grasso e la cirrosi. I dati emergono da uno studio pubblicato sulla rivista Gut and Liver e realizzato da Andrew Agbaje della University of Eastern Finland e della University of Exeter
Cosa ci dicono i dati raccolti
Lo studio ha utilizzato i dati di Alspac, un progetto longitudinale che ha monitorato oltre 2.500 bambini e adolescenti nel Regno Unito. I partecipanti, di età compresa tra 11 e 24 anni, hanno indossato regolarmente un accelerometro per misurare la loro attività fisica e hanno eseguito ecografie epatiche e analisi del sangue per rilevare la presenza di grasso nel fegato e cicatrici della cirrosi.
Da sei a nove ore di sedentarietà al giorno: sono troppe
I dati mostrano che, in media, i bambini sono sedentari per sei ore al giorno, un tempo che aumenta a nove ore durante l’adolescenza. Per ogni mezz’ora di sedentarietà aggiuntiva oltre le sei ore, il rischio di sviluppare fegato grasso entro i 25 anni aumenta del 15%. Al contrario, ogni mezz’ora di attività fisica leggera oltre le tre ore al giorno riduce il rischio del 33%.
Da adulti rischio fegato ingrossato e cirrosi
La malattia del fegato grasso è caratterizzata dall’accumulo di grasso nel fegato, causato spesso dalla sindrome metabolica o dal consumo di alcool. La cirrosi, invece, è una degenerazione del tessuto epatico normale in tessuto cicatriziale non funzionante, una delle principali cause di morte a livello mondiale.
Una campagna di prevenzione: InFormaTeen
Per contrastare gli effetti negativi della sedentarietà, è essenziale promuovere attività fisica leggera per almeno tre ore al giorno. Questo tipo di attività include giochi all’aperto, passeggiate con il cane, fare commissioni e andare in bicicletta. La campagna InFormaTeen mira a sensibilizzare gli adolescenti sull’importanza della prevenzione tramite attività fisica regolare.
Salute
Arriva la primavera, è già tempo di allergie? Ecco le più comuni e come affrontarle
Naso che cola, occhi rossi, starnuti continui? Non è solo il cambio di stagione: la primavera è il periodo dell’anno più temuto da chi soffre di allergie. Con l’aumento delle temperature e la fioritura di piante e alberi, nell’aria si diffondono pollini e allergeni che scatenano reazioni anche molto intense.

La primavera porta sole e fioriture, ma anche un carico di allergie fastidiose. Con qualche accorgimento e le giuste precauzioni, però, è possibile ridurre l’esposizione agli allergeni e godersi la bella stagione senza troppi disagi.
1. Allergia ai pollini: il grande classico della primavera
La principale causa delle allergie stagionali è l’aumento del polline nell’aria. A seconda della zona e del periodo, i pollini possono provenire da:
- Graminacee (erba, frumento, mais) → picco tra aprile e giugno.
- Betullacee (betulla, ontano, nocciolo) → in circolo già da marzo.
- Oleacee (olivo, frassino) → fioritura tra aprile e maggio.
- Composite (ambrosia e parietaria) → tipiche di fine primavera e inizio estate.
Chi soffre di rinite allergica deve prepararsi a convivere con starnuti, congestione nasale, prurito e occhi lacrimanti per diverse settimane.
2. Allergia agli acari della polvere
Anche se spesso associata all’inverno, l’allergia agli acari può peggiorare in primavera, quando si iniziano a cambiare le coperte, pulire tende e tappeti e aprire di più le finestre. Gli acari, infatti, prosperano in ambienti caldi e umidi e possono scatenare sintomi come naso chiuso, tosse e difficoltà respiratorie.
3. Allergia alle muffe
Con l’umidità primaverile, soprattutto dopo le piogge, aumenta la presenza di spore di muffa nell’aria. Le più problematiche sono quelle di Alternaria e Cladosporium, che possono provocare sintomi respiratori simili all’asma.
4. Allergia agli insetti
Con la primavera tornano anche api, vespe e zanzare. Se per la maggior parte delle persone una puntura provoca solo un fastidio temporaneo, chi è allergico può rischiare reazioni più serie, fino allo shock anafilattico nei casi più gravi.
Come difendersi dalle allergie primaverili
- Controlla il calendario pollinico: ogni zona ha i suoi periodi critici. Sapere quando i pollini sono più alti aiuta a ridurre l’esposizione.
- Evita le uscite nelle ore più a rischio: al mattino presto e nel tardo pomeriggio i livelli di polline sono più elevati.
- Usa occhiali da sole e mascherine: possono ridurre il contatto con gli allergeni.
- Lava spesso viso e capelli: il polline si deposita sulla pelle e sui capelli, portandolo in casa.
- Aerazione strategica: arieggia le stanze nelle ore meno critiche e usa filtri antipolline nei condizionatori.
- Farmaci antistaminici e spray nasali: se i sintomi sono intensi, possono essere un valido aiuto, ma sempre sotto consiglio medico.
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