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Ad Alassio si elegge il più bello d’Italia: chi prenderà la corona di Garko e Convertini?

Tra qualche giorno ad Alassio, la città famosa per il suo “muretto”, verrà eletto il più dello d’Italia da una giuria di sole donne. In passato premiati con questo titolo personaggi come Gabriel Garko, Giorgio Mastrota, Ettore Bassi e Paolo Conticini. Chi sarà il vincitore dell’edizione 2024?

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Ad Alassio si elegge il più bello d'Italia

    Il Più bello d’Italia, il 25 agosto la finale della 46esima edizione del concorso di bellezza maschile ad Alassio. Istituito nel 1979, il format resta un punto di riferimento per l’estetica e la bellezza maschile nel panorama nazionale italiano.

    Una trentina gli uomini in gara

    Si terrà domenica 25 agosto, a partire dalle ore 21.30 nel comune di Alassio, le finali della 46esima edizione de Il più bello d’Italia, il concorso ligure totalmente incentrato sulla bellezza maschile che ogni anno elegge il volto simbolo dell’estetica nostrana. Una trentina i ragazzi, provenienti da tutte le regioni d’Italia, che si contenderanno il titolo di uomo più bello dell’intera penisola nella centralissima Piazza Partigiani.

    Alcuni vincitori delle passate edizioni

    Istituito nel 1979 e ideato dai fratelli Silvio Fasano e Antonio Fasano, assieme al torinese Rudy Valli, con il patrocinio del Comune e della Provincia di appartenenza, Savona, e del CONI Liguria, il format ha visto la partecipazione e la conseguente vittoria di svariati volti noti del panorama dello show business nostrano, tra cui si annoverano Gabriel Garko (1991), Beppe Convertini (1993), Ettore Bassi (1992), Giorgio Mastrota (1988) e Paolo Conticini (1993), divenendo nel tempo un punto di riferimento per il settore dell’estetica.

    Gabriel Garko incoronato vincitore

    Beppe Convertini con l’ex velina di Striscia 1993 Fanny Cadeo

    Una giuria rigorosamente tutta al femminile

    E oggi, a distanza di quasi 50 anni dall’esordio, tornerà ad incantare la famosa la cittadina del famoso Muretto situata sulla riviera ligure di Ponente. A decretare il vincitore ci sarà una giuria di sole donne, composta dalla Presidente, la vostra Francesca Lovatelli Caetani, dalla giornalista Brunella Bolloli di Libero, dalla direttrice di Pegaso News Gloria Giovannetti, dalla scrittrice Maria Paola Guarino e dall’influencer Eva Bolognesi. Costoro, però, non voteranno solamente colui che andrà ad indossare l’ambita fascia, ma anche L’Uomo Ideale, Il Talento più bello per le performance artistiche, premio dedicato alla memoria di Antonio Fasano, il Più Bello per la Moda, il Più bello per il Cinema, quello per la TV, lo Sport, il web, il Più Bello generazione Z, dai 18 ai 23 anni e il Mister Bello d’Italia dai 30 ai 35 anni.

    Il programma

    I concorrenti arriveranno ad Alassio venerdì 23 agosto per le formalità di iscrizione mentre passeranno per la giuria tecnica guidata dal direttore artistico Fabio Fallabrino, che li sottoporrà ad alcune prove, sabato 24. Per quel che riguarda la serata finale, invece, prevista per l’appunto il 25, lo spettacolo sarà condotto dalla presentarice Barbara Morris e dalla giornalista RAI Cristina Carbotti. Prima della proclamazione dei vincitori, i ragazzi si presenteranno al pubblico in tre uscite: in vestito casual, elegante e costume da bagno.

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      The Clinic: trattamenti esclusivi per sentirci realmente migliori

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        Tutti vogliono essere belli, bellissimi, giovani, a volte assomigliare a qualche personaggio dello star system. La chirurgia e la medicina estetica nel 2025 puntano a risultati eccellenti grazie a tecniche e tecnologie sempre più innovative. L’obiettivo è trasformare il corpo e la mente sentendosi più giovani e belli. Abbiamo incontrato la dottoressa Alessia Glenda Buscarini, medico chirurgo, specializzato in chirurgia plastica. Lei è la direttrice dello studio The Clinic a Milano, in zona San Babila, gettonatissima dalla cosiddetta “Milano Bene”.

        L’intervista


        Quali sono le nuove tendenze per ringiovanire il viso? «Laser di ultima generazione per correggere rughe, macchie, cicatrici e pori dilatati in sole tre sedute e senza particolari effetti collaterali, Morpheus 8 in grado di migliorare il tono del viso, del collo, del decollete e anche di zone che hanno perso turgore come braccia, interno cosce e interno braccia, pancia, glutei.  Filler che rispettano equilibrio e proporzioni del viso evitando inutili eccessi. Blefaroplastica superiore e inferiore chirurgica, evitando di svuotare eccessivamente i tessuti come si faceva un tempo. Questo per non correre il rischio di evitare occhi troppo vuoti e incavati e un aspetto vecchieggiante».


        C’è stato un incremento di richieste negli ultimi anni? «Sì, soprattutto per tecniche non invasive sia nella medicina estetica sia nella chirurgia. Nella chirurgia del seno, ad esempio, si utilizzano protesi che non debbano essere sostituite in futuro e con brevissimi tempi di recupero per la paziente». 


        Le richieste sono anche maschili? «Sì, soprattutto per il corpo, per eliminare le adiposità localizzate sia con tecniche di miniliposuzione che con tecniche laser e per ringiovanire lo sguardo sia sempre con chirurgia che con laser e per infoltire barba e capelli con il prp (un trattamento che prevede un prelievo del proprio plasma, reinfiltrato nel cuoio cappelluto e nella barba)». 

        Voi offrite il protocollo Afrodite: di cosa si tratta? E quanto dura l’effetto? «Si tratta di un approccio a 360 gradi per le labbra: filler riempitivi, ma non eccessivi, coadiuvato dall’azione di laser frazionato per rinnovare la pelle del contorno labbra e minimizzare i segni d’espressione. L’effetto dura circa un anno». 


        Ci sono controindicazioni per sottoporsi a questi trattamenti? «Non ci sono particolari controindicazioni, ma bisogna certamente essere in salute, non essere in gravidanza o in allattamento e per alcuni trattamenti evitare l’esposizione solare nel mese precedente e nel mese successivo al trattamento».

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          “Il rito del jazz”: l’Hologram Trio alla Cascina Cuccagna di Milano 

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            Il Cuccagna Jazz Club ospita il concerto della formazione composta dal sassofonista
            Giacomo Cazzaro, dal pianista Simone Locarni e dal contrabbassista Enrico Palmieri.
            Doppio set alle ore 19.30 e 21.30, ingresso libero. 

            Eventi di qualità a ingresso libero

            Anno nuovo, abitudini vecchie: tornano, dopo la festività natalizie, gli appuntamenti con la
            musica dal vivo de “Il rito del jazz”, la rassegna organizzata dall’associazione culturale
            Musicamorfosi alla Cascina Cuccagna di Milano in collaborazione con I-Jazz e con il
            patrocinio del Municipio 4 del Comune di Milano. Come sempre, gli eventi ospitati
            dal Cuccagna Jazz Club, presso il ristorante Un posto a Milano, sono a ingresso libero e
            la formula è quella del doppio set (ore 19.30 e 21.30).

            14 gennaio

            Martedì 14 gennaio sarà di scena l’Hologram Trio, formazione composta dal
            sassofonista Giacomo Cazzaro, dal pianista Simone Locarni e dal contrabbassista Enrico
            Palmieri. I tre giovani musicisti presenteranno per lo più brani originali, caratterizzati da
            uno stile contemporaneo in cui le sonorità della tradizione jazzistica americana si fondono
            con quelle delle correnti nordeuropee e mediterranee, ma non mancheranno neppure
            momenti di improvvisazione radicale. In questo trio è da segnalare la presenza del pianista
            Simone Locarni, che nel 2022 si è aggiudicato lo Spoleto Europe Jazz Award come
            migliore talento europeo e, nel 2024, l’European Young Artists Jazz Award a Burghausen
            (in Germania) e il riconoscimento della critica italiana in occasione del Premio
            Internazionale Massimo Urbani.

            21 gennaio

            Martedì 21 gennaio, invece, sarà la volta del Macade Trio, formazione che unisce tre
            giovani musicisti dal retaggio classico che successivamente si sono dedicati allo studio del
            jazz per esternare al meglio la propria espressività: Matteo Maranzana (pianoforte),
            Margherita Carbonell (contrabbasso) e Daniele Delfino (batteria), che si sono conosciuti
            tra le aule della Scuola Civica di Jazz di Milano, propongono composizioni originali che
            rispecchiano l’estetica del jazz moderno, ponendo uno sguardo anche verso sonorità più
            classicheggianti. Il gruppo ha creato uno spettro di timbri che spazia da delicati sussurri a
            fragorosi crescendo, tessendo così un arazzo sonoro intricato e coinvolgente allo stesso
            tempo.

            28 gennaio

            Infine, per l’ultimo concerto del mese, martedì 28 gennaio spazio al trio guidato dalla
            vocalist Elena Tavernini e completato dal chitarrista Francesco Baiguera e dal
            sassofonista Massimiliano Milesi. Con il progetto “Ritratto” i tre musicisti presenteranno un
            viaggio nella musica italiana degli anni Sessanta, rendendo omaggio a grandi autori come
            Umberto Bini e Bruno Lauzi e facendosi ispirare da tre interpreti meravigliose: Mina, Milva
            e Ornella Vanoni. Le atmosfere sognanti e le trame ritmiche degli arrangiamenti donano
            nuova vita a un repertorio intramontabile, proposto con uno stile elegante e coinvolgente.
             

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              La Triennale di Milano ricorda Elio Fiorucci

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                La Triennale è la cornice di una retrospettiva atta a restituire le differenti dimensioni creative ed imprenditoriali di Elio Fiorucci. Una mostra curata da Judith Clark su allestimento e scenografie di Fabio Cherstich che collegherà moda e architettura, design e musica, arte e intrattenimento, svelando e collocando all’interno di un più ampio contesto socio-culturale le
                molte anime di Elio Fiorucci, sognatore rivoluzionario che accompagnò l’Italia dal provincialismo dei Sessanta al cosmopolitismo irriverente degli Ottanta, introducendo quei cambiamenti di stile che hanno definito una nuova geografia del costume.

                Un uomo dotato di grande intuito per il bello

                Sempre energico ed entusiasta, di grande personalità completa e poliedrica: non solo stilista ma talent scout, imprenditore e comunicatore. Elio fu un artista, un filantropo alla continua ricerca del nuovo e del bello. Ogni volta un successo tale da indurre i musei di arte contemporanea a collezionare pezzi firmati da lui, come il prototipo della shopping bag esposta al Victoria & Albert Museum di Londra.

                Legato indissolubilmente a Milano

                La narrazione della figura di Elio Fiorucci, parte dalle origini della sua avventura nel mondo della moda, con la prima boutique aperta in Galleria Passarella a due passi da Piazza San Babila, nel 1967, ricordando tutte le connessioni che la sua empatia è riuscita a creare (da Andy Warhol, Keith Haring, a Oliviero Toscani) e di conseguenza le tappe iconiche della sua arte!

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