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Verso l’isola che non c’è

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    Dall’11 al 14 Giugno andrà in scena a Pitti Immagine Uomo la Spring Summer 25 di Doria 1905, che, con passione e condivisione, ancora una volta, sposa un progetto di Lanificio Bottoli, intrepretando uno dei suoi tessuti della linea B-ECO, creato da filati grezzi nei loro colori originali non tinti o con tinture di sostanze naturali.

    Con un occhio rivolto all’ambiente

    Una preziosa miscela di lino, seta, lana, dalle disegnature materiche realizzati con innovative tinture vegetali come l’indaco. Materiali eco-friendly a basso impatto ambientale che riducono anche l’utilizzo dell’acqua ed esaltano le caratteristiche delle fibre. Temi cari a Doria che, da sempre, studia le collezioni con attenzione alla naturalezza, alla filiera e al riutilizzo. La sostenibilità e la circolarità sono valori che il brand rende propri, riproponendo materiali di collezioni passate con una luce nuova, rinnovati, oppure mixati per creare i suoi originali ed unici patchwork, fin dai primi del ‘900 simboli di una filosofia green.

    Ispirazione hippy

    C’è uno spirito hippy che pervade lo stile di Doria, un sottile flusso che si respira fin dalla prima collezione del rilancio del brand. Quel leggero trait d’union tra etereo e rock che si legge nelle forme morbide, pure, nelle ali leggermente danzanti seppur mai in modo eccessivo. In quella leggerezza, che sorge dalla lavorazione artigianale, dalla maestria proposta fin dal primo capo immaginato e poi realizzato, che racconta di spazi aperti, di tempo rilassato, di conquiste e di luci rarefatte.

    Svincolati dai trend

    Una ricerca che non ha mai smesso di concentrarsi sulla semplicità, sulle proporzioni e sulla progettazione di copricapo che potessero vestire “teste libere” senza ingombro e senza peso. Una sfrontata semplicità che non rincorre affannosamente il trend del momento, piuttosto lo osserva, lo elabora, riportandolo sempre alla sua essenza. E’ lo spirito di Doria, il suo esprit libre, che gioca con le linee pure del suo archivio con un’interpretazione forte e uptodate. 

    Cromia ispirata

    Olive Dreams, Notturno, Fondale, Orizzonte, Lava Falls, Raw, Oyster pink, Wisteria lane, Frumento, Rosmarino, Malva. Le essenze che si respirano nell’aria delle terre salentine si materializzano in colori intensi. I Panama si accendono di colori profondi che ricordano le spezie, intrecciano fili che riportano ai prati fioriti. Le finissime carte giapponesi si contrappongono alla selvaggia IRACA colombiana, intrecciata a mano per creare pezzi unici anche nei colori. Filati grezzi, nei loro colori originali non tinti, mettono in luce la bellezza e l’unicità della materia e degli intrecci. Colore anche per contrastare la pioggia. Acqua, Sole, Fiordaliso, Fuoco, illuminano giocosamente i leggerissimi cappelli tascabili Raindrops, divenuti ormai capi iconici.

    Suggestioni di viaggio

    Questi immancabili e pratici compagni di viaggio affiancano il mood safari della linea free-time in cotone trattato 100% water-repellent nel profondo e neutro colore Storm Denim. Un mix di colori e materiali che celebra l’immancabile stile west-side di Doria. Racconto di viaggio che si srotola in un tragitto tra giardini italiani, savane, deserti e giungle tropicali, interpretato dall’occhio e dalla creatività del fotografo Mauro Lorenzo.

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      La Triennale di Milano ricorda Elio Fiorucci

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        La Triennale è la cornice di una retrospettiva atta a restituire le differenti dimensioni creative ed imprenditoriali di Elio Fiorucci. Una mostra curata da Judith Clark su allestimento e scenografie di Fabio Cherstich che collegherà moda e architettura, design e musica, arte e intrattenimento, svelando e collocando all’interno di un più ampio contesto socio-culturale le
        molte anime di Elio Fiorucci, sognatore rivoluzionario che accompagnò l’Italia dal provincialismo dei Sessanta al cosmopolitismo irriverente degli Ottanta, introducendo quei cambiamenti di stile che hanno definito una nuova geografia del costume.

        Un uomo dotato di grande intuito per il bello

        Sempre energico ed entusiasta, di grande personalità completa e poliedrica: non solo stilista ma talent scout, imprenditore e comunicatore. Elio fu un artista, un filantropo alla continua ricerca del nuovo e del bello. Ogni volta un successo tale da indurre i musei di arte contemporanea a collezionare pezzi firmati da lui, come il prototipo della shopping bag esposta al Victoria & Albert Museum di Londra.

        Legato indissolubilmente a Milano

        La narrazione della figura di Elio Fiorucci, parte dalle origini della sua avventura nel mondo della moda, con la prima boutique aperta in Galleria Passarella a due passi da Piazza San Babila, nel 1967, ricordando tutte le connessioni che la sua empatia è riuscita a creare (da Andy Warhol, Keith Haring, a Oliviero Toscani) e di conseguenza le tappe iconiche della sua arte!

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          Atelier Musicale: il grande jazz alla Camera del Lavoro di Milano

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            Sabato 23 novembre, alla Camera del Lavoro di Milano il pubblico potrà ascoltare brani
            originali, ma soprattutto momenti di libera improvvisazione. Sarà un concerto d’eccezione, un vero e proprio evento della stagione autunnale della musica a Milano, in bilico tra jazz e classica contemporanea: nell’Auditorium Di Vittorio della Camera del Lavoro si incontreranno due protagonisti della storia e dell’attualità del jazz italiano ed europeo, Tullio De Piscopo ed Enrico Intra, insieme a uno dei contrabbassisti più colti ed espressivi del panorama attuale quale Marco Vaggi.

            Brani originali e libera improvvisazione

            Il titolo del concerto – 1.2.3: Solo, Duo, Trio – evidenzia l’utilizzo del trio come un piccolo
            ensemble, che si scompone in duetti e momenti in solo creando un caleidoscopio sonoro che va ben lontano dalla logica del classico piano trio jazz. Brani originali, ma soprattutto momenti di libera improvvisazione caratterizzano la proposta del gruppo, nel quale Intra e De Piscopo riprendono, per così dire, un discorso cominciato sin dagli anni Settanta, quando Intra volle nel suo gruppo un giovane e talentuoso batterista proveniente da Napoli e con lui incise uno degli album più significativi del periodo (Intra Meets Mulligan – Nuova Civiltà). Da allora le strade di questi due grandi del jazz si sono più volte incontrate in vari contesti, sempre all’insegna di una musica aperta, creativa e ricca di interplay.

            Una serata imprevedibile… come il jazz

            Con Marco Vaggi il pianista e compositore milanese vanta invece un lunghissimo sodalizio,
            cominciato negli anni Ottanta, che li ha visti collaborare in duo, in trio, nel gruppo di Cerri e Intra, nella Civica Jazz Band, in contesti tradizionali o in progetti di improvvisazione radicale.
            L’incontro dell’Atelier riannoda i fili di questa storia in un percorso che sarà libero e imprevedibile, aprendo la strada a molti aspetti del “possibile musicale” consentito dal jazz.

            Tre artisti di punta del panorama europeo

            Se Enrico Intra, alle soglie dei novant’anni (che compirà nel 2025), continua ad essere artista dinamico e progettuale come lo è stato per tutto l’arco della sua lunghissima carriera, cominciata da enfant prodige negli anni Cinquanta, De Piscopo è ancora uno dei batteristi di punta del jazz europeo, modernissimo quanto radicato nella grande tradizione che parte da Max Roach, oltre a rimanere un uomo di spettacolo di assoluta comunicativa. Vaggi, infine, porta in questo contesto la sapienza e l’esperienza di chi ha potuto suonare in molteplici contesti al fianco di prestigiosi artisti italiani e stranieri, rivelandosi sempre musicista dal fortissimo senso dell’interplay. Introduce Maurizio Franco.

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              Alla riscoperta di Rosa Genoni, intellettuale signora della moda italiana

              Venerdì 8 novembre alle ore 16 verrà organizzata una sfilata virtuale nell’atelier Curiel – Milano di via Montenapoleone 13, dove tra documenti preziosi, abiti e tessuti verranno ripercorse pagine importanti della moda italiana.

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                Venerdì 8 novembre Elisabetta Invernici racconta la figura di Rosa Genoni, per vent’anni première di Casa Haardt, attraverso immagini e documenti inediti, compresi alcuni inviti ai défilé davvero originali. Alessia Bollani, responsabile archivio Curiel – Milano, ci guiderà alla scoperta delle collezioni moda Curiel che hanno primeggiato nei luoghi più eleganti del mondo facendo brillare il made in Italy. Una squadra di lavoro tutta al femminile in omaggio all’indimenticabile Raffaella Curiel.


                Siamo nel 1888. Rosa Genoni torna a Milano dopo un tour formativo in Europa, ma è la
                lunga tappa parigina ad aver fortemente segnato la sua formazione stilistica. Nella capitale
                francese ha avuto la possibilità di conoscere i più grandi sarti e vedere i più importanti atelier
                dove si servono le più belle e famose donne dell’epoca: Worth, il sarto delle Regine e delle
                Imperatrici (Vittoria, Margherita, Sissi), Poiret, le sorelle Caillot, Paquin, e Pasquì in Rue
                de Paradis 6 dove lavorò con profitto.

                La sua passione per la moda, l’attivismo politico e il femminismo si alimentano
                reciprocamente e diventano motore per la creazione di una moda italiana, diversa e
                indipendente dalla moda parigina. Nello stesso anno, la sartoria Bellotti le offre un lavoro fisso come specialista nella creazione di sontuosi costumi per i balli al Teatro alla Scala durante la celebrazione del carnevale, un periodo in cui le case di moda e le sartorie della città lavorano freneticamente.

                Ma la sontuosità dei costumi che crea per l’alta società milanese non le nascondono le condizioni difficili in cui vertono i bambini e le donne coinvolti nel tessile. Infatti, dal 1893 partecipa alle molte battaglie e rivendicazioni che coinvolgono la nascente Lega femminile o Lega promotrice degli interessi femminili fondata a Milano nel 1881 da Anna Maria Mozzoni, con la quale Genoni partecipa al Congresso socialista di Zurigo nel 1893. La Lega raggruppa sarte
                e modiste e occupa un ruolo chiave nel collegare le lavoratrici dell’industria dell’abbigliamento e tessile con il movimento per l’emancipazione delle donne e la lotta per l’uguaglianza e il diritto all’istruzione.

                Al riguardo Anna Kulishoff scrive un importante documento intitolato Alle sarte di Corso Magenta (1898). L’appello fatto dalla Lega femminile evidenzia la consapevolezza delle condizioni del loro lavoro e quella dell’orgoglio della loro produzione artigianale: «Facciamo vedere che anche noi siamo vive, che abbiamo una coscienza, che la nostra dignità si ribella alla oppressione e alla noncuranza con cui siamo trattate. Da questa lotta trarremo energia e coraggio per assurgere a maggiori aspirazioni, le quali ci spingeranno alla ultima conquista: alla parità di diritto con l’altro sesso». Nonostante le buone intenzioni, risulta molto difficile organizzare le numerose sarte che allora lavoravano nei laboratori delle città, a causa dei profondi pregiudizi sociali nei loro confronti come donne operaie nel campo della moda. C’è infatti una discriminazione di genere verso il mestiere del sarto e della sarta.

                Benché entrambi siano organizzati in una lega e i loro diritti vengano rivendicati in una pubblicazione chiamata Il Sarto, permangono ambiguità di giudizio sulla professione se eseguita da un uomo o da una donna per lo più chiamata sartina e spesso accusata di non essere abbastanza impegnata politicamente e di essere priva di moralità. Nel frattempo apre a Milano la prestigiosa Casa di moda napoletana H. Haardt et Fils, ubicata in corso Vittorio Emanuele 28, con filiali a Sanremo, St. Moritz e Lucerna. È la sorella Ginetta a presentare Rosa ai titolari per una collaborazione legata alla camiceria. Inizia così una lunga esperienza che la vede presto première per la sartoria di Milano, che contava 200 dipendenti, in un palazzo di 5 piani, alla cui logistica partecipò la stessa Genoni.

                La sarta si reca una volta l’anno a Parigi per tenersi aggiornata sulle tendenze della moda e per l’acquisizione dei figurini. In questo periodo riviste come Margherita, La donna e altre presentavano un nuovo stile per le donne, anticipando quello che sarebbe diventato un classico per eccellenza, il tailleur: gonna, camicetta e giacca.

                Gradualmente gli abiti si stavano semplificando, eliminando tutti i vari strati di sottovesti e
                busti rigidi. Del resto queste tendenze erano presenti anche in altri Paesi e la moda rifletteva
                il nuovo ruolo delle donne in una società che andava trasformandosi e modernizzandosi. In
                tale contesto Genoni promuove attraverso sfilate, di cui si conservano gli inviti non solo i
                modelli di Casa Haardt, che riproducono su richiesta il gusto francese, ma anche una serie di
                modelli originali da lei creati per convincere le donne a seguire una nuova moda, quella che
                tra breve avrebbe proposto come moda italiana e bandiera del made in Italy.

                Rosa Genoni MilanoLab è un public program che si propone di accompagnare
                gratuitamente il pubblico nei luoghi identitari di Rosa Genoni che lei ha amato e frequentato,
                perché a Milano lei ha vissuto, lavorato, insegnato e partecipato ai circoli intellettuali.
                Mappando questi indirizzi, anagraficamente documentati, scopriremo che questa storia
                meravigliosa si svolge in luoghi tuttora vivi. Verranno organizzati incontri col pubblico, concerti,
                momenti teatralizzati. Un calendario di talk, eventi e tour guidati lungo tutto il 2024, a
                settant’anni dalla sua scomparsa. Parteciperanno tutti i protagonisti, giornalisti, comunicatori e il pubblico che vorrà seguirci in questa mostra diffusa contemporanea. Tutti gli appuntamenti sono gratuiti previa prenotazione su evicom@tiscali.it. Palinsesto online in costante aggiornamento sul sito www.profumodimilano.it

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