Punti di svista

Il trionfo della giustizia ingiusta

Una sentenza che lascia davvero senza parole e che ci fa riflettere sul senso dei processi e sui loro meccanismi, talvolta perversi.

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    IL TRIONFO DELLA GIUSTIZIA INGIUSTA

    Siamo abituati a dire che le sentenze vanno accettate. E per fortuna è così, chi siamo noi per giudicare il lavoro di chi è deputato a farlo dopo anni e anni di studi e preparazione specifica? Ma ci sono delle eccezioni, caspita se ci sono.

    Una ferita che chiede un perchè

    L’Aquila, 6 aprile 2009. Nel terribile terremoto che colpisce il centro Italia, nel crollo di una palazzina in via D’Annunzio, nel centro storico dell’Aquila, muoiono 13 persone, 7 sono studenti. Si scopre, che sulla base di una perizio effettuata soltanto pochi giorni prima, la palazzina era stata dichiarata perfettamente agibile e lontana da ogni rischio. E allora, le famiglie chiedono spiegazioni, fanno causa e chiedono un risarcimento. Ma il tribunale prima e la corte d’appello poi confermano che non ci sono responsabili. E già così ci sarebbe da storcere il naso. Ma non è tutti qui, anzi.

    Sentenza che disgusta

    Perché secondo i giudici la colpa del decesso è da imputare agli stessi ragazzi, colpevoli di una «condotta incauta». Cioè: gli esperti dicono che era tutto sicuro ma loro, chissà come. non dovevano fidarsi e dovevano invece abbandonare la palazzina. Assurdo. E inaccettabile. Un fatto che rasenta la patetica farsa quando si apprende che le famiglie dovranno anche pagarsi quasi 14mila euro di spese legali. Le sentenze si accettano. Anche questa. Ma nulla vieta di dire che si tratta di una schifezza.

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