Punti di svista
Quello che guardiamo è quello che siamo: trash
Se è vero che siamo quello che mangiamo, in fondo siamo anche quello che vediamo. E non dobbiamo stupirci di nulla. Ma non può passare inosservato cosa è successo quest’estate quando il trash televisivo ha battuto, anzi, surclassato la cultura. Temptation Island ha infatti raccolto il triplo degli ascolti di Noos, costringendo la Rai a sospendere la trasmissione di Alberto Angela per evitare, di fatto, che non la vedesse nessuno.
Ad ognuno il suo
Non che il pubblico che si interessa a storie da spiaggia, corna e abbronzatura sia sovrapponibile a quello che smania per sapere di più su storia, scienza e cultura ma così è stato. E forse è pure un bene.
Voglia di leggerezza
Nessun intento giudicatorio, sia chiaro. Ognuno in tv guarda quel che preferisce e magari, specie d’estate, c’è voglia di leggerezza. Non sarà certo un problema di auditel a cambiare le sorti del nostro Paese ma siamo onesti: questo siamo. Siamo quelli che si lamentano della pochezza dei politici salvo poi votarli in massa. Quelli che si lamentano di chi non paga le tasse ma che se poi ci fanno risparmiare perché non ci fanno la fattura chiudiamo un occhio, perché «intanto lo fanno tutti». Siamo quelli che crediamo ai complotti, che «non ce lo dicono», che è tutto un magna magna.
Il trash impazza
Gli stessi che stanno affrontando un analfabetismo funzionale che non si vedeva da decenni. Sì, siamo questi. Quelli che guardano Temptation island. L’importante è farsene una ragione. E non stupirci più.