Punti di svista
Tutti appesi al ciuffo di Donald, piaccia o no
Un uomo solo al comando dell’Occidente, col quale sarà bene cercare di andare d’accordo, che la cosa sia gradita o meno. Lo impongono i precari equilibri attuali.
Che piaccia o no, siamo tutti appesi al ciuffo di Donald Trump. Dall’Ucraina al Medio Oriente, dalle tensioni commerciali con la Cina fino agli equilibri interni di alleati e avversari, il suo ritorno sulla scena internazionale, in un modo o nell’altro, segnerà una linea profonda.
Un posto anche per noi
Imprevedibile, devastante per alcuni, rigenerante per altri. Quel che farà «the Donald» è ancora tutto da vedere ma di certo gli equilibri faticosamente costruiti dall’amministrazione Biden potrebbero saltare di botto con un solo tweet o con un proclama dei suoi. E così, Trump costringe tutti a ripensare strategie e alleanze. E qui entra in gioco anche l’Italia.
Giorgia nostra ambisce ad unruolo di interlocutrice privilegiata
Si può discutere all’infinito delle scelte e delle decisioni di Giorgia Meloni ma una cosa è certa: avere un rapporto diretto con Trump è fondamentale perché l’Italia non può permettersi di essere spettatrice in un mondo dove le decisioni si prendono spesso su basi personali ancor più che istituzionali. Trump apprezza chi si pone in maniera determinata, anche aggressiva e Meloni ha dimostrato di saper giocare in questo campo costruendo un dialogo diretto con il tycoon, come dimostra la visita privata a casa Trump di qualche giorno fa.
Per dire la nostra
E questa è una mossa che potrebbe avere un peso non indifferente. Non si tratta di tifare per Trump o contro di lui e nemmeno per Meloni o contro di lei. Il punto è che con l’uomo col ciuffo al timone dell’Occidente, sarà meglio avere un posto sulla nave e avere voce in capitolo su dove condurla. Altrimenti si rischia il naufragio. E l’Italia non può permetterselo, a prescindere da ogni schieramento.