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Sic transit gloria mundi

Basta guerra, chiediamo a tutti di fermarsi ora

Basta guerra, chiediamo a tutti di fermarsi in tempo. Israele colpisce, L’Iran risponde. E domani che succede? Noi di LaCity vogliamo la pace

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    Almeno in teoria noi di LaCityMag non ci occupiamo di cronaca vera e propria. Siamo un magazine, una rivista e lasciamo questo onore e onere ai nostri colleghi delle redazioni di LaC, limitandoci poi agli approfondimenti. Generalmente, poi, il nostro vuole essere un giornale delle buone notizie, del buon umore, del tempo libero. Con qualche spunto magari un po’ più irriverente. E un pizzico di gossip. Ma la guerra, no. Non fa per noi.

    La guardiamo atterriti, seguiamo le dirette, leggiamo le agenzie di stampa. E lo facciamo in silenzio. Le notizie, quelle vere, quelle che raccontano morte e terrore, le lasciamo volentieri ad altri. Ma stasera non possiamo stare zitti neppure noi: missili, droni, morte e distruzione. Israele bombarda un ambasciata in Siria, l’Iran risponde. Per non parlare dell’orrore quotidiano che ci arriva dall’Ucraina.

    Ci prepariamo poi al consueto starnazzare stonato dei vari opinionisti di parte dei talk show televisivi: i puntiniani, i trumpiani, i bideniani, i fan di Netanyahu, quelli che stanno con Hamas e quelli che giustificano ogni cosa purché “pro domo loro”. Gli Orsini e i Santoro di turno che cercano la loro piccola luce della ribalta martellando sempre con le stesse frasi trite e ritrite, tanto faziose e parziali da risultare stucchevoli.

    E intanto la gente muore, i bambini muoiono, donne e uomini vivono nel terrore e nella follia. Sembra che la guerra sia diventata di colpo necessaria, voluta, inevitabile.

    Noi di LaCity, nel nostro piccolo, diciamo basta. Chiediamo a tutti di spezzare questo vortice di violenza, questo bellicismo esasperato. Basta, basta, basta… Noi lo diciamo con John Lennon: “Give peace a chance!”. Diamo una possibilità alla pace…

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      Vittorino e le cameriere di Catanzaro

      Il cattivismo spesso spinge sopra le righe. E qualche volta, complice anche un’età in cui bisognerebbe avere il buon gusto di di andare in pensione per lasciare il posto ai giovani, ti fa dire stupidaggini stratosferiche. E fare figure di… peltro, Vittorio Feltri questa volta ha deciso di darne una plastica rappresentazione

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        Forse volevi solo fare il simpatico. O forse un po’ di demenza senile comincia a farsi strada anche nella tua mente. Conoscendoti un po’, probabilmente, hai solo detto la prima fesseria che ti passava per la tua testa di padano razzistello un po’ ganassa. Volevi sbeffeggiare solo Ilaria Salis, deridendola per il vestitino a fiori con cui ha fatto il suo esordio nelle fila del Consiglio Europeo. E da esperto di gaffes quale sei, hai finito per offendere e dileggiare un popolo intero, quello calabrese.

        Ah, caro Vittorino sempre pronto a dispensare le tue perle di saggezza… Dopo aver dissertato con il tuo consueto savoir-faire da bulletto delle scuole medie sulle gambe non depilate di Carola Rakete («piene di peli che sembrano quelle di un terzino della Spal») avresti potuto piantarla lì. Ma è stato più forte di te e ti sei lasciato trascinare dal tuo eloquio da Savonarola de noantri: «La Salis vestita come una cameriera di Catanzaro, proprio la cosa più bassa che si possa immaginare». E qui, lasciacelo dire, l’hai fatta davvero grossa.

        I calabresi, mio bel polentone, sono gente fiera. Che non ama essere presa in giro dal primo che passa. Se a Ferrara, dove di terzini della Spal con le gambe pelose ne hanno visti parecchi, nessuno si è lamentato, a Catanzaro e dintorni è scoppiata una mezza rivoluzione. “La cosa più bassa che si possa immaginare”? Stai scherzando? Ma le hai mai viste le cameriere di Pizzo, Scalea e Soverato? E le donne di Catanzaro, Vibo e Reggio? Caro Feltri, forse ti sfugge un dettaglio: donne belle come quelle calabresi, tu, ormai, puoi solo sognartele di notte.

        Da parte sua il sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita, ha subito annunciato di averti dedicato giusto il tempo necessario a una bella querela, promettendo di portarti in tribunale per le tue inaccettabili offese. E non ho dubbi che Elisabetta Gregoraci, Roberta Morise e tante altre bellezze di Calabria ti abbiano già liquidato con un sorriso di compatimento e una bella pernacchia. Ma la brutta figura, perdonami, resta…

        Ti è mai venuto in mente che sbeffeggiare una categoria di lavoratrici serie come le cameriere, che ogni giorno si fanno in quattro per guadagnarsi il pane, sia perlomeno di cattivo gusto? Cameriere di Catanzaro? Ah, caro Vittorino non sai cosa dici, ti piacerebbero davvero! Quando il cattivismo supera i limiti del buon gusto, diventa semplicemente squallido, proprio come la tua battuta. In un’epoca in cui si cerca di promuovere il rispetto e la dignità per tutti i lavoratori, le tue parole sono un chiaro esempio di come non comportarsi. Fare battute offensive è facile quando non si conosce la fatica e il sacrificio di chi lavora onestamente.

        Permettimi un ultimo consiglio: scusati! Se ti resta ancora un briciolo di decenza e dignità. Le donne di Calabria non meritano il tuo disprezzo. Lunga vita alle cameriere di Catanzaro e a tutte le donne che, in Calabria o ovunque nel mondo, ogni giorno, con il loro lavoro e la loro dignità dimostrano il vero valore del rispetto.

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          Europei 2024: la grande lezione di Cristiano Ronaldo ai tuffatori azzurri

          L’eliminazione dell’Italia dagli Europei 2024 per mano della Svizzera è una vergogna per il calcio italiano. La Nazionale, guidata da Luciano Spalletti, ha mostrato una mancanza di carattere e motivazione che ha portato a un fallimento totale. Le lacrime di Cristiano Ronaldo, in un episodio parallelo, sottolineano cosa significhi davvero amare la maglia della propria nazionale.

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            L’eliminazione dell’Italia dagli Europei 2024 per mano della Svizzera è una vergogna che brucia ancora. Non solo perché abbiamo perso contro una squadra non certo di punta nel calcio mondiale, ma anche per l’atteggiamento dei nostri giocatori e del loro allenatore, Luciano Spalletti. Questa sconfitta è la dimostrazione di un fallimento totale, dalla preparazione alla gestione delle partite, passando per l’atteggiamento in campo dei nostri azzurri.

            La Crisi della Nazionale Italiana

            Non c’è altra parola per descrivere lo stato attuale della Nazionale Italiana: crisi. Una squadra che ha dimostrato di essere priva di carattere, di motivazione e, peggio ancora, di attaccamento alla maglia. È inaccettabile che una squadra con la nostra storia calcistica venga eliminata da una nazione come la Svizzera. Non è una questione di sottovalutare l’avversario, ma di riconoscere la nostra superiorità tecnica e tattica che avrebbe dovuto emergere in queste competizioni.

            Il Fallimento di Luciano Spalletti

            Luciano Spalletti porta gran parte della responsabilità. La sua incapacità di infondere grinta e determinazione ai giocatori è evidente. Le scelte tattiche discutibili, le formazioni confuse e i cambi inefficaci sono stati evidenti. Spalletti ha fallito nel preparare mentalmente e fisicamente la squadra per affrontare l’importanza di un torneo europeo. La sua gestione è stata priva di quella visione e lungimiranza necessarie per guidare una squadra al successo.

            La Lezione di Cristiano Ronaldo

            Nel frattempo, Cristiano Ronaldo ci ha dato una lezione di cosa significhi davvero amare la maglia della propria nazionale. Dopo aver sbagliato un rigore decisivo contro la Slovenia, CR7 è scoppiato in lacrime. Questo è un uomo che ha vinto tutto, che ha infranto ogni record possibile, eppure ancora oggi, a 39 anni, dimostra un attaccamento e una passione che dovrebbero essere di ispirazione per tutti i calciatori italiani. Le sue lacrime sono la prova di quanto conta per lui rappresentare il suo Paese, qualcosa che sembra ormai alieno ai nostri giocatori super viziati.

            La Riflessione Necessaria

            È giunto il momento per la Federazione Italiana Giuoco Calcio di riflettere seriamente su quanto accaduto. Non possiamo permetterci di continuare su questa strada. Serve un cambiamento radicale, dalla gestione tecnica ai giocatori scelti per rappresentare l’Italia. Bisogna ripartire da chi ha fame di vittorie, da chi è disposto a lottare fino all’ultimo respiro per la maglia azzurra. Non da un team di bambocci viziati, abituati a buttarsi a terra ogni volta che vengono sfiorati.

            E qui sta anche la vergogna della nostra classe arbitrale. Che, stando al gioco dell’inchino di fronte alla grande di turno, finisce per fornire un alibi ai vari Barella, Chiesa e compagnia cantante, Abituati come sono a finire a terra (ve lo ricordate il “rigore” di Barella con il Genoa, neppure sfiorato e andato a rotolarsi al suolo come se gli avessero sparato con un bazooka) non riescono più a concepire il fatto di dover lottare per conquistare qualcosa.

            In conclusione, l’Italia deve risorgere dalle ceneri di questa vergognosa eliminazione. Abbiamo bisogno di un progetto serio, di un allenatore capace e di giocatori che sappiano cosa significa rappresentare una nazione con una storia calcistica gloriosa. Solo così potremo tornare a essere competitivi e, soprattutto, rispettati nel panorama internazionale.

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              Spalletti dimissioni immediate: la vergogna di una nazione intera

              Il fallimento di Spalletti alla guida della Nazionale italiana. Gravina condivide pienamente la responsabilità di questo disastro epocale.

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                Spalletti non è un selezionatore e deve dimettersi subito dal ruolo di Ct della Nazionale. Nessuno nega i meriti del tecnico nei club, ma guidare una nazionale richiede qualità che Spalletti non ha. La sua affermazione dopo la mortificante eliminazione contro la Svizzera è una resa totale. Dire che molti giocatori erano stanchi dall’ultimo campionato è un’assurdità. Non lo sapeva prima? Con tutte le tecnologie mediche a disposizione, come è possibile non conoscere le condizioni dei giocatori? E perché gli altri calciatori del nostro campionato, che militano in altre nazionali, non hanno avuto lo stesso problema?

                La verità è che Spalletti non ha capito nulla di come si guida una nazionale. I suoi proclami enfatici hanno creato aspettative spropositate e solo fumo. Aspettative che hanno disorientato i giocatori, che dal secondo tempo contro l’Albania hanno smesso di seguirlo, staccando la spina di fronte a tanta confusione, parole e troppi moduli. Nessun giocatore esce bene da questo disastro: perdere così vergognosamente contro la Svizzera non assolve nessuno. Il vero pasticcio è stato compiuto quando l’immaginazione del tecnico ha superato di gran lunga la volontà dei giocatori, lasciandoli in balia di se stessi.

                È troppo facile ora sostenere che siamo scarsi, ma non è così. Il corto circuito tra tecnico e squadra ha reso la situazione esplosiva. Una distonia tragica per i nostri colori. Bisogna far scendere il conducente, ringraziarlo e nominare un nuovo Ct in vista dei mondiali, prima che sia troppo tardi. Il coraggio giornalistico, a fine partita, dovrebbe spingere a chiedere a Spalletti perché non si dimette. Senza questa domanda, è inutile reggergli il microfono davanti alla bocca. Fa solo infuriare ulteriormente i milioni di italiani rimasti impietriti davanti alla tv.

                Questa non è una semplice tappa: è irrevocabilmente la stazione finale di un’avventura breve ma intensa. Non ci sono dubbi. E insieme a Spalletti dovrebbe uscire di scena anche il presidente federale Gravina, colpevole quanto lui nei fallimenti della nostra Nazionale.

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