Sic transit gloria mundi
Eurovision, ovvero l’inutilità totale di Mara Maionchi
Qualcuno deve spiegare ai telespettatori perché la Rai non riesce a trovare un conduttore “tecnico” in grado di affiancare il bravo Gabriele Corsi senza dire un mare di stupidaggini, ovvietà e banalità.
Sarà anche preparata dal punto di vista musicale, questo non lo metto in dubbio. Ma ha una voce francamente insopportabile. E non dice una cosa che abbia un senso, che arricchisca di un pizzico lo spettacolo. Solo un proluvio di banalità, risate fasulle, ovvietà degne di Malgioglio… senza essere la cara, vecchia Zia Malgi che proprio sul non sense si è creata un personaggio vincente.
Che ci fa la Maionchi a Malmoe? Sembra capitata lì per caso, risponde a monosillabi, stronca alcune canzoni come se si fosse addormentata e appena risvegliata. ride a caso. E premia con qualche frase standard e preconfezionata come un pacchetto di patatine fritte solo le canzoni più banali e già sentite.
Eppure Mara ha una storia, un passato, di musica ne capisce. Ma se da Malgioglio puoi anche sopportare che non conosca i Rasmus (forse il maggior gruppo rock nord europeo che con l’hit In The Shadows ha venduto milioni di dischi), dalla Maionchi ti aspetti almeno un commento sensato, che arricchisca la serata. Invece no, sembra capitata lì per caso. Come se fosse seduta al bar a farsi il quarto spritz della serata dicendo cose a caso in libertà.
Voto in pagella? 2, perché 4 sarebbe decisamente troppo.