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Vittorino e le cameriere di Catanzaro

Il cattivismo spesso spinge sopra le righe. E qualche volta, complice anche un’età in cui bisognerebbe avere il buon gusto di andare in pensione per lasciare il posto ai giovani, ti fa dire stupidaggini stratosferiche. E fare figure di… peltro, Vittorio Feltri questa volta ha deciso di darne una plastica rappresentazione

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    Forse volevi solo fare il simpatico. O forse un po’ di demenza senile comincia a farsi strada anche nella tua mente. Conoscendoti un po’, probabilmente, hai solo detto la prima fesseria che ti passava per la tua testa di padano razzistello un po’ ganassa. Volevi sbeffeggiare solo Ilaria Salis, deridendola per il vestitino a fiori con cui ha fatto il suo esordio nelle fila del Consiglio Europeo. E da esperto di gaffes quale sei, hai finito per offendere e dileggiare un popolo intero, quello calabrese.

    Ah, caro Vittorino sempre pronto a dispensare le tue perle di saggezza… Dopo aver dissertato con il tuo consueto savoir-faire da bulletto delle scuole medie sulle gambe non depilate di Carola Rakete («piene di peli che sembrano quelle di un terzino della Spal») avresti potuto piantarla lì. Ma è stato più forte di te e ti sei lasciato trascinare dal tuo eloquio da Savonarola de noantri: «La Salis vestita come una cameriera di Catanzaro, proprio la cosa più bassa che si possa immaginare». E qui, lasciacelo dire, l’hai fatta davvero grossa.

    I calabresi, mio bel polentone, sono gente fiera. Che non ama essere presa in giro dal primo che passa. Se a Ferrara, dove di terzini della Spal con le gambe pelose ne hanno visti parecchi, nessuno si è lamentato, a Catanzaro e dintorni è scoppiata una mezza rivoluzione. “La cosa più bassa che si possa immaginare”? Stai scherzando? Ma le hai mai viste le cameriere di Pizzo, Scalea e Soverato? E le donne di Catanzaro, Vibo e Reggio? Caro Feltri, forse ti sfugge un dettaglio: donne belle come quelle calabresi, tu, ormai, puoi solo sognartele di notte.

    Da parte sua il sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita, ha subito annunciato di averti dedicato giusto il tempo necessario a una bella querela, promettendo di portarti in tribunale per le tue inaccettabili offese. E non ho dubbi che Elisabetta Gregoraci, Roberta Morise e tante altre bellezze di Calabria ti abbiano già liquidato con un sorriso di compatimento e una bella pernacchia. Ma la brutta figura, perdonami, resta…

    Ti è mai venuto in mente che sbeffeggiare una categoria di lavoratrici serie come le cameriere, che ogni giorno si fanno in quattro per guadagnarsi il pane, sia perlomeno di cattivo gusto? Cameriere di Catanzaro? Ah, caro Vittorino non sai cosa dici, ti piacerebbero davvero! Quando il cattivismo supera i limiti del buon gusto, diventa semplicemente squallido, proprio come la tua battuta. In un’epoca in cui si cerca di promuovere il rispetto e la dignità per tutti i lavoratori, le tue parole sono un chiaro esempio di come non comportarsi. Fare battute offensive è facile quando non si conosce la fatica e il sacrificio di chi lavora onestamente.

    Permettimi un ultimo consiglio: scusati! Se ti resta ancora un briciolo di decenza e dignità. Le donne di Calabria non meritano il tuo disprezzo. Lunga vita alle cameriere di Catanzaro e a tutte le donne che, in Calabria o ovunque nel mondo, ogni giorno, con il loro lavoro e la loro dignità dimostrano il vero valore del rispetto.

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      Deva Cassel: “Amo mia madre, ma ho anche sofferto”. Le rare confidenze su Monica Bellucci

      Tra l’eredità ingombrante di essere figlia di due grandi star e la determinazione a creare un percorso tutto suo, Deva Cassel si racconta in un’intervista sincera e profonda, rivelando i momenti di sofferenza e l’amore per una madre che le ha insegnato tutto.

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        Deva Cassel, a soli vent’anni, sta emergendo come uno dei volti più promettenti della moda e del cinema. Non è facile, però, crescere sotto i riflettori come “figlia di”, specialmente quando i genitori sono icone del calibro di Vincent Cassel e Monica Bellucci. In una recente intervista a Vogue Italia, Deva ha condiviso alcune riflessioni intime sul suo status di “nepo baby”, ovvero di figlia di celebrità.

        “Sono cresciuta con quest’aura di nepotismo, mi chiamavano ‘nepo baby’,” ha spiegato. “Ho attraversato la mia adolescenza nel confronto costante con mia madre. La amo, ma ho anche sofferto un po’. Sarei un ipocrita se dicessi che non è stato un peso.” Queste parole rivelano un lato umano e vulnerabile di Deva, che sente la pressione di dover dimostrare di essere qualcosa di più del solo riflesso dei suoi genitori.

        La giovane modella ha sottolineato quanto sia stato difficile accettare questo status, ma ha anche spiegato come, con il tempo, sia riuscita a superare parte di queste difficoltà: “Oggi è sempre meno così, e ritrovarmi sola su questa nuova copertina è come dire al mondo ‘questo è quello che ho da offrirvi’.” Un’affermazione che segna il desiderio di Deva di essere riconosciuta per il suo talento e non solo per il suo cognome.

        Nonostante le difficoltà, Deva ha parole di grande affetto per sua madre: “Il fatto è che sono cresciuta con una donna come mia madre e lei, più di ogni altra cosa, mi ha insegnato l’amore. Mi ha insegnato a vivere, mi ha spiegato che le cose potevano ferirmi o sorprendermi. Mi ha dato tutto, come una ‘mamma italiana per eccellenza’”.

        Il rapporto con Monica Bellucci è dunque complesso, fatto di amore e sfide, ma anche di grande insegnamento e crescita personale. Questa consapevolezza ha permesso a Deva di affrontare con coraggio le sue scelte professionali, sia nella moda che nel cinema.

        Progetti futuri

        Oltre alla moda, Deva Cassel ha già fatto il suo debutto come attrice nel film italiano “La bella estate”, e presto la vedremo nella serie Netflix Il Gattopardo. Il suo percorso è solo all’inizio, ma è chiaro che Deva ha intenzione di lasciare il segno nel mondo dello spettacolo, indipendentemente dal cognome che porta.

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          Demi Moore: a 61 anni è la nonna più chic di Hollywood

          Tra un red carpet e un set fotografico, Demi Moore si reinventa come la nonna più alla moda di Hollywood. A 61 anni, l’attrice non solo sfida il tempo, ma abbraccia la sua nuova vita familiare con stile e spontaneità.

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            Demi Moore, in compagnia della figlia Rumer e della nipotina Louetta, offrono uno sguardo intimo e affettuoso sulla sua quotidianità di una star di Hollywood. In un’atmosfera di tranquillità, Demi si lascia alle spalle gli abiti da sera e i gioielli preziosi, preferendo un look pratico e comodo. Indossa una felpa grigia dal fit oversize, jeans baggy neri e le iconiche Birkenstock, dimostrando che anche nel tempo libero l’eleganza non è mai trascurata. Completano l’outfit occhiali da sole modello aviator, un tocco vintage che mette in risalto il suo senso della moda. Questo scorcio di vita quotidiana, immerso nella bellezza della natura, offre un’istantanea della dolcezza e della spontaneità della famiglia Moore-Willis.

            La nonna di tendenza
            Demi Moore non si limita a essere una nonna affettuosa; è un esempio di stile che dimostra che la moda può e deve essere divertente, anche quando si è lontani dai riflettori. La sua capacità di mescolare comfort e tendenze contemporanee è un messaggio chiaro: non c’è bisogno di rinunciare alla propria identità stilistica, neanche nel ruolo di nonna mentre gioca con Louetta e il suo cagnolino Pilaf.

            Demi elegante donna, continua a ispirare con il suo spirito giovanile e il suo stile impeccabile, si conferma una star, dimostrando che la vera eleganza risiede nella capacità di essere se stessi in ogni fase della vita.

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              Pamela Anderson dichiara guerra agli standard di oggi: «L’autenticità è la vera bellezza»

              Pamela Anderson, simbolo di sensualità e glamour, ha deciso di riscrivere le regole del gioco abbandonando il suo look impeccabile, ma di mostrarsi al naturale, invitando tutte le donne a celebrare la propria unicità. In un’epoca in cui gli standard di bellezza sono spesso irraggiungibili e superficiali, il suo messaggio di autenticità risuona come un potente inno all’accettazione di sé.

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                Con una scelta audace e inaspettata, Pamela ha sfidato le aspettative sociali, decidendo di apparire senza trucco e senza filtri. “Non voglio inseguire la giovinezza”, afferma con fermezza, “la bellezza autentica non ha età”. Questo messaggio potente non è solo un’affermazione personale, ma un invito per tutte noi a sentirci sicure nella nostra pelle, indipendentemente dal numero di candeline sulla torta.

                Pamela ha dimostrato che il vero coraggio sta nell’abbracciare ciò che siamo, piuttosto che nascondersi dietro maschere e illusioni. La sua scelta di mostrare il suo vero aspetto è stata accolta con una varietà di reazioni, da chi l’ha applaudita per la sua autenticità a chi ha mostrato incomprensione. Ma oltre le critiche, c’è una lezione importante da apprendere: l’età non è un limite, e la vera bellezza risiede nella sicurezza di sé e nell’accettazione dei propri tratti distintivi.

                Una dichiarazione di indipendenza
                Decidere di abbandonare il trucco è stata per Pamela molto più di una semplice scelta estetica; è stata una dichiarazione di indipendenza. Con questa azione, ha sfidato le convenzioni sociali che spesso costringono le donne a conformarsi a canoni di bellezza rigidi e, talvolta, dannosi.

                La storia di Pamela è una fonte d’ispirazione per molte. Ci ricorda che la bellezza non è un numero o un’età, ma uno stato d’animo. Accettare i propri difetti e abbracciare le proprie imperfezioni è un atto di coraggio che ogni donna può e dovrebbe intraprendere.

                Con il suo gesto, Pamela non solo rivendica la sua bellezza, ma offre a tutte noi l’opportunità di fare lo stesso. In definitiva, l’autenticità è la nuova bellezza, e ciascuna di noi merita di essere vista e apprezzata per ciò che è realmente.

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