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Sonar: tra suoni e visioni

Fedez: la catarsi di una bruttissima canzone

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    E venne il giorno della tanto attesa (non da me…) revenge song di Fedez. Sexy Shop, il singolo scritto con il collega e amico Emis Killa, è disponibile su tutte le piattaforme musicali. Alcune parti del testo (se di testo si può parlare…) sembrano contenere un riferimento esplicito alla ex moglie: «Una vita in salita / Una storia infinita che poi è finita / ho male alle dita / Perché farci del male è una fede nuziale con il foro d’uscita / Per ogni tua amica assetata di fama eri acqua sorgiva / Mani di fata io ti ho sfiorata e tu sei sfiorita».

    Contento lui

    Il rapper, parlando alla stampa, non nasconde una precisa soddisfazione: «Sono al settimo cielo perché credo di non aver più bisogno di stampelle. Ho fatto la cosa più bella che potevo fare da tempo (contento lui, ndr). Ho ritrovato me stesso».

    Panni sporchi ma griffati

    La canzonetta prosegue, esponendo senza vergogna in piazza i panni sporchi (anche se griffati): «L’amore non si fa nei sexy shop / sei stata come un Jackpot nelle slot e dopo mi hai mandato ko / Dici che sono un bastardo, ma per te io non cambio / una storia infinita che poi è finita». E mentre esprime rispetto alla madre dei suoi figli, si scaglia congro il suo entourage: su di loro promette di non avere nessuna pietà, né oggi e né mai. Vendetta, tremenda vendetta…

    Catarsi in 3:08

    Tutti i guai sembrano svaniti d’un lampo per lasciare spazio a 3:08 minuti di una vera e propria tortura auditiva. Perchè ora l’importante è promuovere la canzone, un modo di elaborare il lutto quantomeno bizzarro. Certo… per un artista lo sforzo creativo e la sublimazione del dolore avviene attraverso la creatività. Un contesto nel quale le tragedie personali si trasformano in vere e proprie esperienze catartiche con cui esprimersi: con una poesia, un quadro o una canzone. A patto di essere Artisti.

    Roba da ricchi

    Fedez la definisce una produzione «fatta con uno dei ragazzi più forti del mondo, e sono certo di quello che dico». Si tratta del producer techno Anyma, Matteo Milleri, che fa parte del famoso duo DJ Tale of Us (e che è anche figlio di Francesco Milleri, il supermanager di Essilor Luxottica a capo dell’impero di Leonardo Delvecchio, l’ex marito di Vittoria Ceretti e l’attuale compagno di Grimes, ex di Elon Musk. Insomma, roba da ricchi… che magari si professano di sinistra, contro le imposizioni e i soprusi ma sempre col Rolex al polso.

      Sonar: tra suoni e visioni

      Il Cavaliere e la rockstar mancina: che combinazione sorprendente…

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        Cosa c’entrano Silvio Berlusconi e Jimi Hendrix?!? Questa apparentemente sorprendente relazione lega i due personaggi per un dettaglio preciso, che non conoscono in molti. Si tratta del prezioso materiale con cui è stata costruita la bara che contiene il feretro con le spoglie di Silvio Berlusconi.

        Il medesimo materiale

        Il feretro che contiene i resti del Cavaliere è stato realizzato dai maestri artigiani dell’Art Funeral Italy di Caravaggio (BG). Una bara in legno di mogano con striature color rosso bruno proveniente dall’Honduras. Il medesimo legno con cui venivano costruite le leggendarie chitarre di Jimi Hendrix. Fra le tante, la meravigliosa Fender Stratocaster, quella principalmente associata alla sua iconografia, entrata nella storia del rock come simbolo di qualcosa che ha cambiato tutto. Il suo modo di suonare era qualcosa di mai visto prima, a partire dal fatto che continuasse a usare chitarre per destrimani pur essendo mancino. Ciò ha contribuito a creare quel sound unico che noi tutti apprezziamo, lo costringeva infatti a movimenti di dita non ortodossi.

        Un legno particolarmente prezioso

        La bara si chiama 23 Duomo. Per realizzarla ci sono voluti circa 20 giorni, 10 solo per la lucidatura. Il legno con cui è stata realizzata è stagionato e di elevatissima qualità. Il materiale utilizzato è stato ricavato sezionando tronchi interi, in modo da non far perdere al materiale le sue naturali venature, valorizzando in questo modo l’impronta digitale del legname definita figurazione.

        Solo per la verniciatura ci sono voluti 10 giorni di lavoro

        Altra caratteristica peculiare nella realizzazione del feretro è la doppia verniciatura: un processo che ha richiesto ben 10 giorni di tempo. Sulla bara infatti, grazie alla doppia verniciatura del legno è stato possibile creare un duplice effetto, visibile al meglio sotto la luce solare. Il cofano, infatti, risulta perfettamente lucido, in grado di mettere in risalto le venature del pregiato legno. Le parti parti laterali della bara e della cornice sono invece satinate.

        Quanto è costata?

        Il proprietario dell’azienda costruttrice, quando si svolse il funerale di Stato del Cavaliere, non lo svelò per non meglio specificati motivi di riservatezza. Si tratta comunque dello stesso tipo di bara in cui giace l’imprenditore Leonardo Del Vecchio, scomparso nel 2022. L’azienda non ebbe ai tempi contatti diretti con la famiglia Berlusconi, realizzando la bara su commissione per terzi, in quanto solitamente progetta e realizza queste pregiate bare artigianali per diverse agenzie funebri.

        Silvio e Jimi, due personaggi in totale antitesi, legati però dalla passione per le donne (clicca qui per un’altra sorprendente rivelazione)… e per questo aneddoto che avete appena letto. Riposino in pace, amen.

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          Addio a Paul Di’Anno, un metallaro con il cuore punk

          Negli ultimi anni si esibiva sul palco cantando sulla sedia a rotelle. Nonostante tutto… solo l’anno scorso aveva tenuto 100 concerti, con l’energia di un tempo. La sua ex band degli Iron Maiden lo ricorda con commozione e riconoscenza.

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            L’ultima volta che ho visto Paul Di’Anno dal vivo era completamente calvo, estremamente sovrappeso e, purtroppo, costretto dalle sue gambe malandate sulla sedia a rotelle. Eppure teneva ancora il palco con grande energia, con il classico piglio di chi si aggrappa alla vita, non volendo assolutamente mollare, qualsiasi cosa accada. La sua storia verrà raccontata in un documentario che uscirà nel 2025 e a cui il cantante ha lavorato prima di morire.

            Con gli Iron Maiden

            Nonostante tutto si esibiva di frequente

            Era malato da tempo: Paul Di’Anno, il primo cantante ufficiale degli Iron Maiden, scomparso a 66 anni nella sua casa di Salisbury. I gravi problemi di salute legati soprattutto alle condizioni delle sue gambe, non gli impedivano di esibirsi con la band che aveva formato dopo la sua uscita dagli Iron Maiden. Solo l’anno scorso si era esibito in oltre 100 concerti!

            Sua la voce nei primi due dischi

            Il suo vero nome era Paul Andrews, è stato il cantante nei primi due album del gruppo heavy metal britannico: Iron Maiden del 1980 e Killers del 1981. Senza che Bruce Dickinson (il suo sostituto dal terzo disco fino ad oggi) se ne abbia a male… ma per molti – me compreso – rimane lui il vero leader dei Maiden!

            Anche la sua casa lo ricorda

            È stata la sua casa discografica, la Conquest Music, ad annunciare la scomparsa. «Nato a Chingford, East London, il 17 maggio 1958, Paul è arrivato alla ribalta come cantante della band inglese heavy metal Iron Maiden tra il 1978 e il 1981. Ha cantato nel loro innovativo album di debutto Iron Maiden, e nell’influente follow up, Killers», si legge nel ricordo della sua label.

            Ero presente al concerto milanese del 1980

            Il mio ricordo dello show milanese nel 1980 al quale assistetti è nitidissimo, sembra davvero ieri. I Maiden suonarono come supporter ai Kiss al Velodromo Vigorelli, lo stesso che nel 1965 ospitò i Beatles. Un set di neanche 40 minuti, tiratissimo, che impressionò tutti i presenti, forse anche di più della band mascherata di Gene Simmons e soci, sicuramente divertente e colorata… ma meno talentuosa.

            Un “ragazzaccio”

            Da quando aveva lasciato gli Iron Maiden, Paul Di’Anno ha avuto una lunga e movimentata carriera discografica, con alcune uscite soliste e apparizioni come ospiti. Di’Anno si era unito agli Iron Maiden dopo un’audizione nel novembre 1978. La band era stata fondata dal bassista Steve Harris tre anni prima e, nel frattempo, aveva già cambiato due frontman. Lui diceva di se stesso: «Gli Iron Maiden erano dei ragazzi adorabili che avresti potuto presentare a tua nonna. Li avrebbe adorati. Ma se avesse incontrato me, sarebbe morta di infarto nel giro di un minuto… Ho portato loro la follia e un look esagerato».

            L’addio della sua ex band

            «La notizia della scomparsa di Paul Di’Anno ci ha profondamente rattristati». Inizia così il messaggio diffuso dai Maiden dopo aver appreso la morte del loro ex cantante. «Il contributo che ha dato agli Iron Maiden è immenso», continua il messaggio, «ci ha aiutati a intraprendere il cammino che stiamo facendo da quasi cinque decenni. Ricorderemo con affetto la sua presenza negli anni pionieristici come frontman e cantante, sia sul palco che nei primi due album, e come noi verrà ricordata dai fan di tutto il mondo. Siamo grati per aver avuto la possibilità di rincontrato un paio d’anni fa e passare dell’altro tempo con lui».

            Riposa in pace Paul.

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              Sonar: tra suoni e visioni

              Canzoni pennute: quell’improbabile relazione tra il pollo e la musica

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                Come diceva Leo Longanesi… “Un vero giornalista spiega benissimo quello che non sa”. Io, più modestamente del grande elzevirista, pittore, disegnatore, editore ed aforista italiano… uso spesso il pretesto della musica per raccontare alcune mie viscerali passioni, come la cucina.

                L’indimenticabile Fred a Detroit

                Oggi parliamo di polli in musica. La prima cosa che mi viene in mente è il “confidenziale” Fred Bongusto che canta con eleganza gigiona Spaghetti a Detroit, canzonetta nella quale il protagonista si sottopone ad una dieta ferrea a base di pastasciutta, pollo con contorno di insalatina e caffè, ripensando con nostalgia alle pantagrueliche mangiate fatte nel Michigan. Come non citare poi, in questo contesto, i Chicken Mambo di Fabrizio Poggi?!? E i funambolici Chickenfoot… ne vogliamo parlare?!?

                Una ricettina veloce veloce

                A questo punto mi è venuta fame… e vi propino una ricettina sperimentata di recente, naturalmente a base del razzolante pennuto: gli arrosticini al miele! Ve la riassumo qui, con una piccola premessa: la cucina è spesso fatta di sapienti contrasti e, per certi versi, l’armonia di un piatto nasce proprio da connubi apparentemente irrealizzabili. Per esempio, può il latte convivere con il limone?

                ARROSTICINI DI POLLO CARAMELLATI

                Ingredienti per 4 persone:
                1 petto di pollo da 500 gr.
                Farina q.b.
                1 bicchiere di latte
                4 patate
                Timo q.b.
                Olio extravergine l’oliva
                2 cucchiai di miele millefoglie
                1 bicchiere di vino bianco
                1 limone
                Sale q.b.
                Pepe q.b.

                Preparazione

                Tagliate a pezzetti il pollo e preparate gli spiedini, che metterete a marinare 15 minuti nel latte per ammorbidirli. Infarinateli e fateli cuocere in pentola con un filo d’olio, aggiustando di sale e pepe. Quando saranno dorati levateli dal fuoco e, nella medesima pentola, riducete il grasso di cottura con un bicchiere di vino bianco, due cucchiai grandi di miele millefoglie e il succo di limone. Fate poi caramellare gli spiedini nella riduzione ottenuta. Lessate le patate, schiacchiatele per bene, conditele con olio d’oliva, sale, pepe e timo e preparate delle quenelle (in italiano “chenelle”) aiutandovi con due cucchiai, che userete come contorno.

                Cosa bere

                E’ buona norma, se il piatto prevede l’utilizzo del vino come ingrediente, accompagnarlo col medesimo. Per questo piatto io ho usato (e bevuto) uno Chardonnay del Monferrato

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