Sonar: tra suoni e visioni
Reunion Sex Pistols senza Lydon: ma perchè?!?
L’occasione per tornare su un palco con la (quasi) formazione originale è una raccolta fondi per la Bush Hall, storica venue di West London. Parla il batterista Paul Cook: «Hanno bisogno di soldi, hanno bisogno del nostro supporto. Sarebbe una vergogna se chiudesse». In questo modo, con grande sorpresa generale, i Sex Pistols hanno annunciato una reunion per due concerti in favore della storica, piccola sala concerti situaata a West London (circa 400 persone).
Una incolmabile mancanza
A differenza dell’ultimo tour (quello del 2007-2008), mancherà John Lydon. Al suo posto – al fianco di Paul Cook, Glen Matlock e Steve Jones – ci sarà Frank Carter, già vocalist dei Gallows, Pure Love e Frank Carter and the Rattlesnakes. Rispetto ai tre componenti originali della band, che si avvicinano inesorabilmente ai 70, Carter è molto più giovane, avendo da poco compiuto 40 anni.
Lydon mi ha fatto risparmiare una spesa non preventivata
Se la formazione fosse stala al completo… ci avrei fatto un pensierino, non ho vergogna ad ammetterlo. Con Carter al posto di Lydon… grazie, anche no! Peraltro non si conoscono i motivi della defezione di John Lydon alias Johnny Rotten. Lo storico frontman, 67 anni, prosegue la sua attività nei Public Image Ltd., con la recente pubblicazione dell’album End Of World, il primo lavoro uscito dopo la scomparsa di sua moglie, Nora Forster, venuta a mancare lo scorso 5 aprile, a cui la band britannica ha dedicato, oltre che l’intero album, anche il primo singolo, Hawaii, presentato anche alle selezioni irlandesi per l’ultima edizione dell’Eurovision Song Contest.
Un disco seminale
Sono quelle del 13 e 14 agosto le date prescelte per i due show che rivedrà i Pistols riuniti. La scaletta riguarderà interamente l’unico album in studio, Never Mind the Bollocks, Here’s the Sex Pistols, sicuramente una delle pietre miliari del punk e del rock in generale.
I locali rappresentano la linfa vitale
Paul Cook ha dichiarato: «Lo faremo per beneficenza, hanno bisogno del nostro supporto, hanno bisogno di soldi, e questa ci sembrava una buona idea per non farli rimanere in rosso. Sono cresciuto qui, è il mio locale. Sarebbe una vergogna vederlo scomparire». Al discorso di aggiunge Matlock: «I locali più piccoli sono la linfa vitale della nuova musica. È in questi luoghi intimi che i talenti più grezzi hanno un’occasione per brillare, dove le band possono davvero relazionarsi con in loro pubblico. È dove il vero spirito della musica live avviene».
I Pistols senza Lydon sono come… Stanlio senza Ollio, la pizza senza le acciughe, una strepitosa giornata di sole trascorsa in ufficio, un film di Nanni Moretti senza Margherita Buy, una giornata intera senza dita nel naso (gesto estremamente “punk”), un discorso di Matteo Salvini senza neanche un… “prima gli italiani”.
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Sonar: tra suoni e visioni
Il Cavaliere e la rockstar mancina: che combinazione sorprendente…
Cosa c’entrano Silvio Berlusconi e Jimi Hendrix?!? Questa apparentemente sorprendente relazione lega i due personaggi per un dettaglio preciso, che non conoscono in molti. Si tratta del prezioso materiale con cui è stata costruita la bara che contiene il feretro con le spoglie di Silvio Berlusconi.
Il medesimo materiale
Il feretro che contiene i resti del Cavaliere è stato realizzato dai maestri artigiani dell’Art Funeral Italy di Caravaggio (BG). Una bara in legno di mogano con striature color rosso bruno proveniente dall’Honduras. Il medesimo legno con cui venivano costruite le leggendarie chitarre di Jimi Hendrix. Fra le tante, la meravigliosa Fender Stratocaster, quella principalmente associata alla sua iconografia, entrata nella storia del rock come simbolo di qualcosa che ha cambiato tutto. Il suo modo di suonare era qualcosa di mai visto prima, a partire dal fatto che continuasse a usare chitarre per destrimani pur essendo mancino. Ciò ha contribuito a creare quel sound unico che noi tutti apprezziamo, lo costringeva infatti a movimenti di dita non ortodossi.
Un legno particolarmente prezioso
La bara si chiama 23 Duomo. Per realizzarla ci sono voluti circa 20 giorni, 10 solo per la lucidatura. Il legno con cui è stata realizzata è stagionato e di elevatissima qualità. Il materiale utilizzato è stato ricavato sezionando tronchi interi, in modo da non far perdere al materiale le sue naturali venature, valorizzando in questo modo l’impronta digitale del legname definita figurazione.
Solo per la verniciatura ci sono voluti 10 giorni di lavoro
Altra caratteristica peculiare nella realizzazione del feretro è la doppia verniciatura: un processo che ha richiesto ben 10 giorni di tempo. Sulla bara infatti, grazie alla doppia verniciatura del legno è stato possibile creare un duplice effetto, visibile al meglio sotto la luce solare. Il cofano, infatti, risulta perfettamente lucido, in grado di mettere in risalto le venature del pregiato legno. Le parti parti laterali della bara e della cornice sono invece satinate.
Quanto è costata?
Il proprietario dell’azienda costruttrice, quando si svolse il funerale di Stato del Cavaliere, non lo svelò per non meglio specificati motivi di riservatezza. Si tratta comunque dello stesso tipo di bara in cui giace l’imprenditore Leonardo Del Vecchio, scomparso nel 2022. L’azienda non ebbe ai tempi contatti diretti con la famiglia Berlusconi, realizzando la bara su commissione per terzi, in quanto solitamente progetta e realizza queste pregiate bare artigianali per diverse agenzie funebri.
Silvio e Jimi, due personaggi in totale antitesi, legati però dalla passione per le donne (clicca qui per un’altra sorprendente rivelazione)… e per questo aneddoto che avete appena letto. Riposino in pace, amen.
Sonar: tra suoni e visioni
Addio a Paul Di’Anno, un metallaro con il cuore punk
Negli ultimi anni si esibiva sul palco cantando sulla sedia a rotelle. Nonostante tutto… solo l’anno scorso aveva tenuto 100 concerti, con l’energia di un tempo. La sua ex band degli Iron Maiden lo ricorda con commozione e riconoscenza.
L’ultima volta che ho visto Paul Di’Anno dal vivo era completamente calvo, estremamente sovrappeso e, purtroppo, costretto dalle sue gambe malandate sulla sedia a rotelle. Eppure teneva ancora il palco con grande energia, con il classico piglio di chi si aggrappa alla vita, non volendo assolutamente mollare, qualsiasi cosa accada. La sua storia verrà raccontata in un documentario che uscirà nel 2025 e a cui il cantante ha lavorato prima di morire.
Con gli Iron Maiden
Nonostante tutto si esibiva di frequente
Era malato da tempo: Paul Di’Anno, il primo cantante ufficiale degli Iron Maiden, scomparso a 66 anni nella sua casa di Salisbury. I gravi problemi di salute legati soprattutto alle condizioni delle sue gambe, non gli impedivano di esibirsi con la band che aveva formato dopo la sua uscita dagli Iron Maiden. Solo l’anno scorso si era esibito in oltre 100 concerti!
Sua la voce nei primi due dischi
Il suo vero nome era Paul Andrews, è stato il cantante nei primi due album del gruppo heavy metal britannico: Iron Maiden del 1980 e Killers del 1981. Senza che Bruce Dickinson (il suo sostituto dal terzo disco fino ad oggi) se ne abbia a male… ma per molti – me compreso – rimane lui il vero leader dei Maiden!
Anche la sua casa lo ricorda
È stata la sua casa discografica, la Conquest Music, ad annunciare la scomparsa. «Nato a Chingford, East London, il 17 maggio 1958, Paul è arrivato alla ribalta come cantante della band inglese heavy metal Iron Maiden tra il 1978 e il 1981. Ha cantato nel loro innovativo album di debutto Iron Maiden, e nell’influente follow up, Killers», si legge nel ricordo della sua label.
Ero presente al concerto milanese del 1980
Il mio ricordo dello show milanese nel 1980 al quale assistetti è nitidissimo, sembra davvero ieri. I Maiden suonarono come supporter ai Kiss al Velodromo Vigorelli, lo stesso che nel 1965 ospitò i Beatles. Un set di neanche 40 minuti, tiratissimo, che impressionò tutti i presenti, forse anche di più della band mascherata di Gene Simmons e soci, sicuramente divertente e colorata… ma meno talentuosa.
Un “ragazzaccio”
Da quando aveva lasciato gli Iron Maiden, Paul Di’Anno ha avuto una lunga e movimentata carriera discografica, con alcune uscite soliste e apparizioni come ospiti. Di’Anno si era unito agli Iron Maiden dopo un’audizione nel novembre 1978. La band era stata fondata dal bassista Steve Harris tre anni prima e, nel frattempo, aveva già cambiato due frontman. Lui diceva di se stesso: «Gli Iron Maiden erano dei ragazzi adorabili che avresti potuto presentare a tua nonna. Li avrebbe adorati. Ma se avesse incontrato me, sarebbe morta di infarto nel giro di un minuto… Ho portato loro la follia e un look esagerato».
L’addio della sua ex band
«La notizia della scomparsa di Paul Di’Anno ci ha profondamente rattristati». Inizia così il messaggio diffuso dai Maiden dopo aver appreso la morte del loro ex cantante. «Il contributo che ha dato agli Iron Maiden è immenso», continua il messaggio, «ci ha aiutati a intraprendere il cammino che stiamo facendo da quasi cinque decenni. Ricorderemo con affetto la sua presenza negli anni pionieristici come frontman e cantante, sia sul palco che nei primi due album, e come noi verrà ricordata dai fan di tutto il mondo. Siamo grati per aver avuto la possibilità di rincontrato un paio d’anni fa e passare dell’altro tempo con lui».
Riposa in pace Paul.
Sonar: tra suoni e visioni
Canzoni pennute: quell’improbabile relazione tra il pollo e la musica
Come diceva Leo Longanesi… “Un vero giornalista spiega benissimo quello che non sa”. Io, più modestamente del grande elzevirista, pittore, disegnatore, editore ed aforista italiano… uso spesso il pretesto della musica per raccontare alcune mie viscerali passioni, come la cucina.
L’indimenticabile Fred a Detroit
Oggi parliamo di polli in musica. La prima cosa che mi viene in mente è il “confidenziale” Fred Bongusto che canta con eleganza gigiona Spaghetti a Detroit, canzonetta nella quale il protagonista si sottopone ad una dieta ferrea a base di pastasciutta, pollo con contorno di insalatina e caffè, ripensando con nostalgia alle pantagrueliche mangiate fatte nel Michigan. Come non citare poi, in questo contesto, i Chicken Mambo di Fabrizio Poggi?!? E i funambolici Chickenfoot… ne vogliamo parlare?!?
Una ricettina veloce veloce
A questo punto mi è venuta fame… e vi propino una ricettina sperimentata di recente, naturalmente a base del razzolante pennuto: gli arrosticini al miele! Ve la riassumo qui, con una piccola premessa: la cucina è spesso fatta di sapienti contrasti e, per certi versi, l’armonia di un piatto nasce proprio da connubi apparentemente irrealizzabili. Per esempio, può il latte convivere con il limone?
ARROSTICINI DI POLLO CARAMELLATI
Ingredienti per 4 persone:
1 petto di pollo da 500 gr.
Farina q.b.
1 bicchiere di latte
4 patate
Timo q.b.
Olio extravergine l’oliva
2 cucchiai di miele millefoglie
1 bicchiere di vino bianco
1 limone
Sale q.b.
Pepe q.b.
Preparazione
Tagliate a pezzetti il pollo e preparate gli spiedini, che metterete a marinare 15 minuti nel latte per ammorbidirli. Infarinateli e fateli cuocere in pentola con un filo d’olio, aggiustando di sale e pepe. Quando saranno dorati levateli dal fuoco e, nella medesima pentola, riducete il grasso di cottura con un bicchiere di vino bianco, due cucchiai grandi di miele millefoglie e il succo di limone. Fate poi caramellare gli spiedini nella riduzione ottenuta. Lessate le patate, schiacchiatele per bene, conditele con olio d’oliva, sale, pepe e timo e preparate delle quenelle (in italiano “chenelle”) aiutandovi con due cucchiai, che userete come contorno.
Cosa bere
E’ buona norma, se il piatto prevede l’utilizzo del vino come ingrediente, accompagnarlo col medesimo. Per questo piatto io ho usato (e bevuto) uno Chardonnay del Monferrato
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