Cronaca
Alla Befana del Clochard tanti artisti: la solidarietà viaggia anche sulla scopa
Una lodevole iniziativa a cura dei City Angels di Mario Furlan che si ripete anxhe quest’anno, in segno di tangibile solidarietà nei confronti di chi vive per strada.
Per 200 senzatetto il 6 gennaio a Milano un grande pranzo servito da volti noti di spettacolo, cultura e istituzioni. Qualche nome? Alberto Fortis, Cochi Ponzoni, Enrico Beruschi, i Jalisse, il fondatore dei Nomadi Beppe Carletti, Memo Remigi, Mario Lavezzi, Leonardo Manera, Omar Pedrini, il critico gastronomico Edoardo Raspelli (noto anche al pubblico di LaC), la figlia di Ornella Muti Naike Rivelli, Ivana Spagna e tantissimi altri. Tutti fra i tavoli con la pettorina dei City Angels che, come ogni anno, organizza questa lodevole iniziativa.
Una location di lusso che da sempre si mostra sensibile verso i meno fortunati
L’appuntamento è per lunedì 6 gennaio a mezzogiorno, all’hôtel Principe di Savoia a Milano, presso la quale 200 senzatetto pranzeranno nell’albergo più lussuoso di Milano grazie al direttore dell’hôtel, Ezio Indiani.
Coinvolto anche il mondo della politica
Per quanto riguarda il mondo istituzionale, rappresentato in modo rigorosamente bipartisan, saranno “camerieri per un giorno” i parlamentari Riccardo De Corato, Paolo Grimoldi, Maria Stella Gelmini, Andrea Mascaretti, Lia Quartapelli e Giusy Versace; l’europarlamentare Gaetano Pedullà; i consiglieri regionali Pierfrancesco Majorino, Chiara Valcepina e Dario Violi; l’assessore comunale ai servizi sociali Lamberto Bertolè e quello alla Sicurezza, Marco Granelli; e i consiglieri comunali Luca Bernardo, Alessandro De Chirico, Diana De Marchi, Enrico Marcora, Carlo Monguzzi, Daniele Nahum, Roberta Osculati, Gian Maria Radice.
In cucina lo chef personale del Principe Alberto di Monaco
Ai fornelli, grazie all’hôtel Principe di Savoia, sarà in azione direttamente da Montecarlo lo chef personale del Principe Alberto di Monaco, Christian Garcia, per preparare le varie portate del pranzo. Cucineranno con lui altri due grandi chef: Fabrizio Cadei, executive chef dell’hôtel, e Stefano Benedetti, lo chef dei banchetti. Il menù sarà rigorosamente vegetariano, in segno di amore e rispetto verso tutte le creature. L’intrattenimento musicale sarà a cura della band degli Alta Moda che, come tutti gli anni, farà ballare i 200 senzatetto presenti.
Chi sono i City Angels
Fondati a Milano nel 1994 da Mario Furlan, eletto “miglior life coach italiano” dall’Associazione Italiana Coach. Presenti in venti città italiane e in due svizzere, per un totale di oltre 600 volontari, di cui più della metà donne. Dopo la notte di Natale anche in quella di San Silvestro sono stati sulle strade della città tutta la notte, per portare non solo i consueti beni di prima necessità ma anche panettoni e regali ai clochard. “Anche gli ultimi hanno bisogno di un po’ di spensieratezza e di sorridere durante le feste, e soprattutto hanno bisogno di non sentirsi soli quando il resto del mondo festeggia” dice Furlan.
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Storie vere
Una lettera d’amore datata 1943 rinvenuta al supermercato: è caccia all’autrice
Valentina, laureata in Antropologia culturale, ha rinvenuto una missiva d’amore in un carrello, recandosi a fare la spesa. Ha chiesto informazioni sulla lettera ai dipendenti della struttura ma nessuno ne sapeva niente. Ha poi postato un appello anche sui social, ma nessuno finora ha risposto. “Mi piacerebbe ritrovare il proprietario e restituirgli questo bellissimo ricordo. Sicuramente è caduta dalla tasca o dal portafogli di qualcuno che teneva molto a questa lettera, per portarla sempre con sé”.
Potrebbe essere l’inizio di un film… ed invece è successo davvero, precisamente all’esterno di un supermercato di Ostia, presso il quale una donna ha ritrovato quel foglietto di carta in un carrello. Inizialmente deve aver pensato ad una lista della spesa… ma dandogli un’occhiata più attenta non ha creduto ai suoi occhi. Si trattava di un’accorata lettera d’amore scritta a mano, datata 20 febbraio 1943. Una lettera scritta a Modena.
L’ha trovata un’antropologa mentre si recava a fare compere
La mittente dello scritto è Luciana, il destinatario si chiama Tito. Che fossero semplici amici oppure fidanzati, poco importa. La cosa importante è un’altra: quelle righe sono pregne di desiderio irrefrenabile di libertà, che in quegli anni si respirava in naturale reazione alla guerra. A rinvenire questa lettera, come raccontato dal quotidiano La Repubblica, è stata la 36denne Valentina, un’antropologa appena entrata nel supermercato insieme alla figlia.
Una relazione a distanza
“Caro Tito – comincia così la lettera – scusa la carta poco elegante ma in questo momento non ne ho altra sottomano. Avendo tu scritto che verrai a trovarmi fra qualche giorno non pensavo che intendessi poco meno di un mese. Come ti va la vita – scrive ancora Luciana – Che ne dici dell’inverno di Modena e di tutta questa neve? Io sto tutto il giorno in casa vicino alla stufa e a studiare naturalmente”. Poi la scrivente cambia discorso e parla della sua famiglia e della sua voglia di speranza: “Finalmente mio padre da sette giorni è con noi, puoi immaginare la mia gioia e sarà completa quando anche Alberto sarà qui. Ma per ora non viviamo che di speranza”.
Padre e figlio probabilmente sul fronte russo
La lettera entra nel vivo, parlando del padre tornato a casa mentre Alberto (probabilmente il fratello) ancora no. È presumibile pensare che entrambi fossero sul fronte russo: a febbraio ‘43 i soldati italiani erano in ritirata, e alcuni avevano già fatto ritorno in Italia.
L’ha scritta una studentessa da Modena
Si tratta di una lettera scritta a mano in data 20 febbraio 1943 da Luciana, una studentessa di Modena, il destinatario è Tito, forse il fidanzato o comunque un amico molto stretto. Un foglio unico, scritto sul fronte e sul retro con calligrafia molto curata e fitta. Valentina – che l’ha rinvenuta – e la figlia la leggono tutta d’un fiato fra gli scaffali del supermercato.
Alla fine del testo Luciana conclude dicendosi d’accordo all’arrivo di Tito da lei a Modena. È l’annuncio di una nuova vita in tempo di piena guerra mondiale. Erano gli ultimi mesi del regime di Mussolini: a luglio sarebbe stato sfiduciato e imprigionato.
Riprendendo il concetto espresso all’inizio… sarebbe bello che – come in un film – si potesse conoscere il destino che ha successivamente segnato le esistenze di Luciana e Tito. Che vita avranno condotto, quale sarà stato il loro futuro nell’Italia del dopoguerra e della ricostruzione. A noi piace pensarli insieme, con lo sguardo – come cantava Pierangelo Bertoli – “dritto e aperto nel futuro”…
Italia
Milano mia, portami via… ma lasciami qualche spicciolo!
All’ombra della Madonnina si spende e si spande… anche se – visti i prezzi – uno stile di vita più morigerato sarebbe consigliato.
Il Professore e cantautore Roberto Vecchioni, prima di diventare il pigmalione del giovane Alfa (col quale l’anno scorso a Sanremo si è pure esibito), cantava in Luci a San Siro:
Milano mia, portami via,
fa tanto freddo, ho schifo e non ne posso più…
E visto che il cantautore di Luci a San Siro è stato anche uno stimato professore di liceo classico, per quei pochi che non lo sanno cosa sia esattamente la figura del “pigmalione” urge una breve spiegazione. Nell’uso comuno, chi assume il ruolo di maestro nei confronti di persona rozza e incolta – non se ne abbia a male Alfa che, musica a parte, appare un ragazzo carino ed educato – viene definito tale. Personaggio del mito greco, sovrano di Cipro – secondo Arnobio – o semplice cittadino cipriota stando a Clemente Alessandrino, si sarebbe innamorato di una statua della dea Afrodite conservata dai cretesi da lungo tempo. Il pigmalione è colui che plasma la personalità del suo protégé, sviluppandone le doti naturali ed affinandone i modi.
L’Istat sentenziò
Probabilmente il “Proff”, con quella frase, mostrava insofferenza verso una città della quale non riconosceva più i tratti distintivi di un tempo. Eh sì… perchè la metropoli meneghina, secondo i recenti dati Istat legati al tasso d’inflazione, in termini di aumento del costo della vita risulta fra le prime. All’ombra della Madonnina l’inflazione dell’1,4% si traduce nella maggior spesa aggiuntiva su base annua, equivalente a 400 euri (sì, euri… al plurale!) per una famiglia media. Una città, come canta Ivano Fossati, risulta “livida e sprofondata per sua stessa mano“…
Rimini, simbolo estivo dell’italiano medio
In testa alla top ten delle città più care d’Italia c’è Rimini (altra località alla quale è stata dedicata una memorabile canzone, quella di Fabrizio De Andrè), dove l’inflazione pari al 2,5%, la seconda più alta d’Italia dopo Brindisi (+2,6%), si traduce nella maggior spesa aggiuntiva su base annua, equivalente a 679 euro per una famiglia media.
Spesa media da capogiro
Tornando a Milano – quella che ti fa una domanda in tedesco e ti risponde in siciliano (cit. Lucio Dalla) – lo sapevate che il turismo del lusso ha qui la sua capitale? Anche noi tapini meneghono possiamo fingere di essere ricchi indossando la tuta gold chiusa nell’armadio e passeggiare con spavalda riccanza per via Montenapo. Anche se le vetrine, noi comuni mortali, possiamo solo ammirarle. Visto che – in media – ogni persona che fa shopping in uno dei negozi del Quadrilatero della moda spende circa 2.350 euro. Parola di Guglielmo Miani, presidente di MonteNapolene District. Milano tra l’altro richiama turisti da tutte le parti del mondo: il 2024 è stato un anno record con 9 milioni, Valuta pregiata che viene dall’estero, della quale però la gran parte dei milanesi godrà poco o nulla.
Ah Lucio, quanto manchi, a milanesi e non…
Milano perduta dal cielo
Tra la vita e la morte continua il tuo mistero…
Mistero
L’incredibile visione di Archibald Low: 100 anni fa aveva previsto il 2025 (con un solo errore)
Archibald Montgomery Low, pioniere della tecnologia, aveva immaginato una vita dominata da dispositivi futuristici che oggi ci sembrano normali. Dalle telecamere segrete alla tv su richiesta, le sue previsioni sono straordinarie. Ma un errore resta memorabile: le erbe aromatiche per illuminare le strade!
Nel 1925, quando l’idea di uno schermo per vedere immagini a distanza o di una scala che si muove da sola sembravano fantascienza, Archibald Montgomery Low pubblicava The Future, un libro destinato a diventare profetico. Un secolo dopo, molte delle sue previsioni sembrano descrivere il nostro mondo moderno. Chi era Low? E perché il suo nome non è noto come quello di altri grandi visionari?
Un pioniere della tecnologia
Nato nel 1888, Archibald Montgomery Low è stato un geniale ingegnere e inventore, spesso definito il “padre dei sistemi di guida radiofonica”. Durante la sua carriera, ha lavorato a droni a motore, razzi guidati e persino alla televisione, anticipando di decenni molte delle tecnologie che oggi consideriamo essenziali. Oltre a essere un ricercatore, Low ha scritto numerosi libri di divulgazione scientifica e anche romanzi di fantascienza, dedicati ai giovani.
Morì nel 1956, ma il suo lavoro è stato riconosciuto postumo: nel 1976 fu inserito nella International Space Hall of Fame per i suoi contributi pionieristici.
Il 2025 secondo Low: tra intuizioni geniali e un errore sorprendente
Nel suo libro The Future, Low immaginava un giorno nella vita di un uomo del 2025. La sua visione era tanto affascinante quanto accurata. Tra le sue previsioni più sorprendenti:
- Sveglie programmabili: Low descriveva un “sistema radio” che avrebbe permesso di alzarsi a un’ora precisa. Una descrizione che somiglia alle nostre sveglie smart, integrate negli smartphone.
- Scale mobili e marciapiedi in movimento: prevedeva che le città sarebbero state dotate di scale mobili e percorsi automatici per semplificare gli spostamenti.
- Telecamere segrete e cimici: immaginava dispositivi per spiare i criminali, un’idea che oggi ritroviamo nelle telecamere di sorveglianza e nei microfoni nascosti utilizzati dalle forze dell’ordine.
- Televisione e intrattenimento su richiesta: descriveva una “macchina televisiva” che avrebbe permesso di guardare programmi e ricevere informazioni premendo un pulsante. Una previsione incredibilmente vicina ai moderni televisori e ai servizi di streaming.
- Pantaloni per le donne: Low riteneva che, nel 2025, sarebbe stato normale per le donne indossare i pantaloni. All’epoca, una simile affermazione era rivoluzionaria.
Eppure, tra tante intuizioni brillanti, Low fece anche alcune previsioni errate. Una delle più curiose riguarda l’idea di utilizzare erbe aromatiche per illuminare le strade. Sebbene improbabile oggi, la sua intuizione per un’energia sostenibile resta straordinaria: “Il vento e la marea devono essere sfruttati al servizio dell’uomo”, scriveva, anticipando la nostra attuale attenzione alle fonti rinnovabili.
Una visione che anticipa il futuro
Secondo Jen Baldwin, ricercatrice di Findmypast, Low non era solo un inventore ma anche un visionario capace di immaginare come la tecnologia avrebbe trasformato la società:
“È sorprendente che un secolo fa, uno scienziato visionario riuscisse a prevedere come la tecnologia emergente avrebbe potuto cambiare il mondo entro il 2025”.
Molti dei suoi pronostici si basavano sulle tecnologie di cui si occupava personalmente, come la guida radiofonica e i primi prototipi di televisione. Tuttavia, Low aveva anche una straordinaria capacità di cogliere i bisogni della società, immaginando soluzioni che oggi ci sembrano indispensabili.
Il suo lascito per il futuro
A cento anni di distanza, le intuizioni di Low ci invitano a riflettere su come le innovazioni attuali plasmeranno il domani. La sua immaginazione ha precorso i tempi, rendendo possibile sognare un futuro che sembrava irraggiungibile.
E chissà, magari la comunicazione telepatica che Low aveva immaginato non è così lontana: con lo sviluppo di chip cerebrali come quelli di Neuralink, il sogno di parlare senza parole potrebbe diventare realtà. Nel frattempo, possiamo goderci il presente che lui aveva previsto, anche se senza erbe aromatiche a illuminare le nostre città.
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