Cronaca

Chi di nuvola ferisce, di nuvola perisce… Dubai sotto shock

All’inizio avevano pensato al miracolo meteorologico. Poi ci hanno riflettuto e hanno pensato ai cambiamenti climatici. E invece… Invece la torrenziale pioggia che ha stravolto la vita di Dubai per 12 ore con allagamenti mai visti è dovuto a un fenomeno creato proprio dall’Uomo.

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    All’inizio avevano pensato al miracolo meteorologico. Poi ci hanno riflettuto e hanno pensato ai cambiamenti climatici. E invece… Invece la torrenziale pioggia che ha stravolto la vita di Dubai per 12 ore con allagamenti mai visti è dovuto a un fenomeno creato proprio dall’Uomo. Si tratta di una manifestazione scaturita dal “cloud seeding” anche se gli Emirati negano. E negheranno perché ne va del loro business turistico. Il Centro Nazionale di Meteorologia degli Emirati Arabi Uniti ha continuato a smentire fino a ieri sera che l’improvviso fenomeno sia stato creato dai voli che, tante volte negli scorsi anni, si sono visti anche sui nostri cieli.

    Cos’è e come funziona il “cloud seeding”

    Letteralmente significa inseminazione. Per Cloud seeding s’intende una tecnica che mira a cambiare la quantità ed il tipo di precipitazione attraverso la dispersione nelle nubi di sostanze chimiche che fungono da nuclei di condensazione per favorire le precipitazioni. Una tecnica sperimentata e impiegata sia per aumentare la piovosità in zone aride sia per prevenire la formazione di grandine in fronti temporaleschi. Le sostanze in questione possono essere disperse in diversi modi. Da aerei, da dispositivi terresti o veicolate tramite uso di razzi o cannoni antiaerei.

    Cosa succede precisamente

    In base alla tecnica impiegata le sostanze utilizzate queste possono essere iniettate direttamente nelle nuvole, lasciate cadere al di sopra di esse oppure disperse al di sotto delle nuvole. Questo per farle trasportate al loro interno dalle correnti ascensionali. Certo lunedì forse a Dubai si è toccato un limite molto alto. In un solo giorno le precipitazioni hanno superato 250 millimetri di pioggia nell’Emirato di Al Ain. E più di 100 a Dubai, secondo i dati del Centro Nazionale di Meteorologia (NCM). In città, o meglio nella Metropolis è successo il panico. Strade allagate, persone bloccate, negozi e grandi magazzini sbarrati. Il diluvio ha bloccato l’aeroporto più trafficato del mondo per i viaggi internazionali. Pensando all’aridità che questo territorio presenta (fino al massimo di 200 millimetri di pioggia in un anno), deve essere stato anche molto ‘suggestivo’. Si è trattato di un evento meteorologico storico, come ha sottolineato l’agenzia di stampa statale WAM.

    Più di 1000 ore all’anno di sostanze chimiche

    La considerazione è che a furia di utilizzate la tecnica di Cloud seeding – più di 1000 ore all’anno – alla fine le vittime sono stati proprio gli emiratini a rimetterci.
    Secondo Omar Al Yazeedi, vicedirettore generale dell’NCM, il team governativo che si occupa e gestisce le operazioni di “Cloud seeding”, ha dichiarato alle tv di tutto il mondo che l’agenzia non ha condotto alcuna operazione di semina durante questo evento. “Prendiamo molto sul serio la sicurezza del nostro personale, dei piloti e degli aerei. L’NCM non conduce operazioni di ‘cloud seeding’ durante eventi meteorologici estremi”. Anche se sono in molti a considerare queste dichiarazioni un paravento dietro cui nascondere il continuo utilizzo di questa tecnica.

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