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Il bacio virale tra Giorgia Meloni ed Elon Musk: ma è tutta opera di un’intelligenza artificiale

L’incontro reale tra Musk e Meloni per la riapertura di Notre-Dame ha dato il via a una trovata tecnologica che fa discutere. Ma ci sono segnali chiari che svelano la natura artificiale del video.

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    Un bacio rubato, un incontro sotto i riflettori di Parigi, e subito il web esplode. Il video che ritrae Giorgia Meloni ed Elon Musk in un momento apparentemente intimo durante la cerimonia di riapertura di Notre-Dame è diventato virale, scatenando commenti e speculazioni. Ma c’è un piccolo problema: non è reale. Si tratta di un deepfake, un video generato da un’intelligenza artificiale, che ha confuso molti spettatori prima di essere smascherato.

    La tecnologia dietro il bacio

    La complicità tra il fondatore di X (ex Twitter) e la premier italiana è stata spesso oggetto di ironie online, e questo video deepfake ha trasformato la battuta in “realtà”. Tuttavia, anche se la tecnologia che sta dietro ai deepfake è sempre più avanzata, ci sono alcuni dettagli che permettono di smascherare l’inganno.

    Nel caso del bacio tra Meloni e Musk, i segnali del falso sono evidenti:

    • Volti alterati: I tratti somatici dei due protagonisti appaiono lievemente modificati rispetto alla realtà. La pelle è troppo levigata e l’espressività manca di naturalezza.
    • Elementi incoerenti: Il braccio sinistro di Musk, inizialmente invisibile, riappare improvvisamente dietro la spalla di Meloni. Inoltre, una mano fluttuante si materializza per poi scomparire misteriosamente.
    • Sfondo distorto: Alle spalle dei due, le persone presenti perdono definizione, e alcuni volti si deformano temporaneamente, un chiaro segnale delle imperfezioni nella generazione del video.

    Riconoscere un deepfake: i segnali da osservare

    Nonostante i progressi nella tecnologia, i deepfake continuano a presentare anomalie che li rendono riconoscibili. Ecco alcuni aspetti da tenere d’occhio:

    • Movimenti innaturali: Cambiamenti improvvisi nelle proporzioni o posizioni degli arti.
    • Dettagli dello sfondo: Elementi sfocati o distorti, che appaiono meno definiti rispetto ai soggetti in primo piano.
    • Illuminazione incoerente: Ombre e luci che non corrispondono alla scena generale.
    • Espressioni statiche: Volti che sembrano rigidi o poco espressivi.

    Un fenomeno sempre più difficile da smascherare

    Il caso del bacio tra Meloni e Musk è solo l’ultimo esempio di come i deepfake stiano diventando strumenti potenti per creare contenuti virali. Se da un lato possono essere usati per scopi innocui, come l’intrattenimento, dall’altro pongono questioni etiche e di sicurezza, specialmente quando rischiano di diffondere disinformazione.

    Per il momento, l’ironia sul “bacio parigino” è servita. Ma casi come questo ci ricordano quanto sia importante sviluppare strumenti e competenze per distinguere il reale dal digitale, proteggendo sia l’informazione che la reputazione delle persone coinvolte.

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