Cose dell'altro mondo
Incontrano periodicamente l’assassino della loro figlia alle poste. Il grido di dolore dei genitori di Erika Preti e dell’intera comunità
Fabrizio Preti, papà di Erika, denuncia l’assurdità della situazione: l’uomo condannato per l’omicidio della figlia vive a pochi passi da loro e si muove liberamente per il paese.
Veder passeggiare Dimitri Fricano per le vie di Pralungo, mentre loro possono incontrare Erika solo al cimitero, è una ferita che non smette di sanguinare. “Questa non è giustizia“, si sfoga Fabrizio Preti, padre di Erika, la 28enne brutalmente uccisa l’11 giugno 2017 con 57 coltellate dal fidanzato durante una vacanza in Sardegna. Nonostante la condanna definitiva a 30 anni di reclusione, Fricano sta scontando la pena ai domiciliari per motivi di salute, sollevando lo sdegno dei genitori della vittima: “Lui cammina libero, e noi viviamo in un incubo quotidiano“.
La convivenza forzata con l’assassino. Erika uccisa due volte
Da un anno, Dimitri Fricano vive nel Biellese, non lontano dalla casa dei genitori di Erika. Lo incontrano per strada, in posta, mentre passeggia con il padre. “Non mi sembra che stia così male. È incompatibile con il carcere, ma per tutto il resto vive una vita normale“, racconta Fabrizio Preti in un’intervista al CdS. Il dolore per la perdita della figlia, anziché affievolirsi, si amplifica ogni giorno. “Ogni volta che lo vediamo, il nostro cuore si spezza. Come possiamo accettare che chi ci ha tolto nostra figlia sia libero di girare indisturbato?“. La situazione è resa ancora più insopportabile dal fatto che il Tribunale di Sorveglianza di Torino, chiamato a riesaminare il caso a novembre, non ha ancora fissato una nuova udienza. “È vergognoso. – aggiunge Fabrizio – Lui dovrebbe tornare in carcere o in una struttura dove possa essere curato. A casa sua non dimagrisce e non guarisce“.
“Ci ha denunciati per averlo insultato”
Lo scorso agosto, Fabrizio ha incontrato Fricano e il padre per le vie di Biella. In quell’occasione ha perso la calma: “Li ho insultati, ed è finita con una denuncia contro di me. Il giorno dopo i carabinieri mi hanno chiamato“. Una situazione che i genitori di Erika trovano paradossale: “Dobbiamo camminare con la paura di incontrarlo e, se succede, siamo noi a finire nei guai“. La famiglia ha cercato sostegno anche in ambito politico, ma si sente abbandonata. “Abbiamo lottato per ottenere giustizia, ma ora ci troviamo a vivere un Natale difficile, costretti a guardare l’assassino di nostra figlia mentre conduce la sua vita“. Ricordiamo che Erika Preti, originaria di Tollegno (Biella), fu uccisa con 57 coltellate dal fidanzato Dimitri durante una lite in una villetta a San Teodoro, in Sardegna. Inizialmente l’uomo aveva parlato di una rapina finita male, ma dopo due settimane confessò il delitto. Condannato a 30 anni sia in primo grado che in appello, due anni fa la sentenza è diventata definitiva.
Ai domiciliari per problemi di salute
Nel novembre del 2022, Fricano è stato trasferito dal carcere ai domiciliari. La decisione è stata presa dai giudici del Tribunale di Sorveglianza di Torino per le sue condizioni di salute: obesità grave, abitudine al fumo e patologie che lo renderebbero incompatibile con la detenzione. “A causa della sua obesità e delle limitazioni funzionali, non è in grado di assolvere autonomamente alle proprie necessità quotidiane“, si legge nell’ordinanza. Da allora, Fricano può uscire di casa al mattino per sottoporsi a cure mediche e passeggiare liberamente nel pomeriggio. Il riesame della sua situazione, previsto per novembre, sembra destinato a slittare al 2025. Una notizia che esaspera ancora di più i genitori di Erika: “Lui è libero di vivere, mentre noi siamo condannati per sempre“.