Cronaca

Cresce l’evasione fiscale nelle vendite online

L’indagine della GdF mette in luce la complessità e l’importanza di una corretta regolamentazione del commercio online, e il ruolo cruciale dei marketplace nell’assicurare la conformità fiscale. Le nuove normative europee mirano a chiudere le lacune del passato, rendendo più difficile l’evasione fiscale nel commercio elettronico.

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    La Guardia di Finanza di Pescara ha scoperto una vasta rete di evasione fiscale riguardante le vendite online di beni prodotti all’estero, in particolare abbigliamento ed elettronica. Questa indagine digitale ha identificato ben 850 aziende che devono allr casse dello Stato oltre 300 milioni di euro di IVA non versata.

    L’inchiesta prima delle normative UE

    Questa ultima inchiesta della GdF si è concentra sugli anni 2017 e 2018, prima dell’introduzione delle nuove normative europee. Le Fiamme Gialle hanno scoperto oltre 1,3 miliardi di euro di transazioni effettuate tramite marketplace non dichiarate, su un totale di 2.500 imprese controllate e vendite complessive per oltre 3 miliardi di euro.

    Un meccanismo ingegnoso

    Le aziende coinvolte hanno evitato di aprire una partita IVA in Italia, eludendo così il pagamento dell’IVA. La normativa vigente all’epoca prevedeva che l’imposta fosse assolta nello Stato membro di destinazione dei beni solo se il giro d’affari annuale superava i 35.000 euro. Gli operatori, non superando formalmente questa soglia, non dichiaravano le vendite effettuate.

    Danneggiati Fisco e competitors

    L’evasione ha danneggiato sia il fisco che i competitor onesti. Le imprese coinvolte, molte delle quali con sede all’estero (inclusi Cina, USA, Regno Unito e vari paesi UE), hanno generato il 47% delle vendite totali monitorate, creando una distorsione significativa del mercato.

    Un intreccio di dati ha portato a individuare la truffa

    Le Fiamme Gialle hanno incrociato i dati delle transazioni fornite dai marketplace con le banche dati dell’amministrazione finanziaria italiana. Questo ha permesso di individuare 850 operatori senza traccia fiscale in Italia, confermando i sospetti di evasione.

    Cosa dicono le normative UE

    La normativa è cambiata nel 2021, abbassando la soglia di esenzione a 10.000 euro di giro d’affari annuo e trasferendo l’obbligo di assolvere l’IVA ai marketplace stessi. Questi sono ora considerati soggetti passivi, responsabili del pagamento dell’IVA per conto degli operatori commerciali che utilizzano le loro piattaforme.Le analisi in corso mirano a recuperare le centinaia di milioni di euro di IVA dovuta all’erario.

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