Cronaca Nera

L’ex Bestia di Satana apre uno sportello d’ascolto: scoppia l’ira dei familiari delle vittime

Mario Maccione, ex membro del gruppo delle Bestie di Satana, ha deciso di aprire uno sportello d’ascolto virtuale. I familiari delle vittime si oppongono: “Sta lucrando sul nostro dolore”.

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    La vicenda delle Bestie di Satana, uno degli episodi più cruenti della cronaca nera italiana, torna alla ribalta con una notizia che ha immediatamente sollevato polemiche. Mario Maccione, soprannominato “Ferocity” e noto per il suo coinvolgimento negli orrendi crimini del gruppo satanico, ha annunciato l’apertura di uno sportello d’ascolto virtuale. La notizia ha suscitato la dura reazione dei familiari delle vittime, indignati dall’idea che uno degli ex membri del gruppo possa proporsi come sostegno per chi vive momenti di difficoltà.

    Chi è Mario Maccione Maccione era il più giovane delle Bestie di Satana, all’epoca appena sedicenne, e considerato dal gruppo un “medium”, un tramite con le forze soprannaturali. Le Bestie di Satana, un gruppo criminale attivo tra la fine degli anni ’90 e i primi anni 2000 nella provincia di Varese, sono responsabili di una serie di crimini efferati, tra cui gli omicidi di Mariangela Pezzotta, Chiara Marino e Fabio Tollis, nonché dell’occultamento di cadaveri e dell’induzione al suicidio di Andrea Bontade. Si sospetta che il gruppo possa essere responsabile di altre diciotto vittime, anche se non vi sono prove definitive in merito.

    Condannato a 19 anni di carcere, Maccione è stato scarcerato nel 2017 dopo aver scontato 13 anni e mezzo per buona condotta e grazie all’indulto. Oggi, all’età di 43 anni, ha dichiarato di voler offrire un servizio di ascolto e supporto, spiegando che alcune persone gli hanno confidato angosce simili a quelle che lui stesso ha vissuto. Ha specificato di non voler sostituirsi a un professionista e di non essere laureato, ma di sentirsi in grado di aiutare chi soffre.

    La reazione delle famiglie delle vittime La reazione dei familiari delle vittime non si è fatta attendere. Michele Tollis, padre di Fabio Tollis, ucciso brutalmente dal gruppo nel 1998, ha espresso tutto il suo sgomento e la sua rabbia: “Il lupo cambia il pelo ma non il vizio. Sto cercando di disintossicarmi, evito di leggere qualunque notizia sulla vicenda. Ma tutto ciò ora mi sembra assurdo, se non pericoloso, come pericoloso è quel personaggio”.

    Ancora più diretta è stata la madre di Christian Frigerio, un giovane scomparso in circostanze misteriose nel 1996, che ha dichiarato: “Quando ho saputo di questo sportello ho pensato che lui voglia lucrare sul nostro dolore”.

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