Cronaca Nera

Mario Eutizia confessa: “50 gocce al posto di 10 per uccidere. Lo facevo per pietà.”

Mario Eutizia, il badante killer, ammette di aver ucciso quattro anziani pazienti aumentando deliberatamente i dosaggi dei farmaci. Un piano ordito online e mosso, secondo lui, da una contorta idea di compassione.

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    Un racconto agghiacciante, reso ancor più drammatico dalla quiete con cui Mario Eutizia, 48 anni, ha confessato i suoi crimini. Davanti al gip del tribunale, Alessandra Grammatica, l’uomo ha ammesso di aver tolto la vita a quattro anziani pazienti, ai quali somministrava farmaci in dosi massicce, ben superiori a quelle prescritte.

    Eutizia, originario di Napoli, lavorava come badante e aveva preso in carico numerosi pazienti negli ultimi dieci anni, trovando spesso lavoro attraverso annunci online. Ma la sua missione di cura si è trasformata in un’orrenda sequenza di omicidi. “Invece di 10/15 gocce, arrivavo anche a somministrarne 40/50,” ha rivelato Eutizia, spiegando come il dosaggio aumentato dei farmaci fosse il suo mezzo per mettere fine alle sofferenze dei suoi assistiti.

    Il racconto di Eutizia è intriso di una disturbante idea di pietà. “Ho agito per compassione,” ha dichiarato, ribadendo più volte di aver percepito una totale indifferenza da parte delle famiglie degli anziani nei confronti della sofferenza dei loro cari. Una convinzione che lo ha spinto a prendere decisioni che lo avrebbero condotto a spegnere, una dopo l’altra, le vite dei suoi pazienti.

    L’ultimo omicidio, quello di Gerardo Chintemi, è avvenuto in provincia di Salerno. Dopo questo ennesimo crimine, Eutizia ha deciso di smettere di lavorare come badante, temendo di cadere ancora nel vortice omicida che lui stesso aveva creato. Il peso dei suoi crimini è diventato troppo gravoso e, riconoscendo di non poter più sopportare l’idea di un ulteriore omicidio, ha deciso di consegnarsi spontaneamente alle autorità di Caserta.

    Le motivazioni che lo hanno portato a questa scelta sono legate anche al suo stato di salute: Eutizia è affetto da numerosi problemi medici, tra cui un tumore, il diabete e una cardiopatia. “Sono malato e a Poggioreale non c’è una buona assistenza sanitaria in carcere,” ha detto, giustificando così la sua decisione di confessare presso le autorità casertane.

    Da marzo, mese in cui ha ucciso l’ultima vittima, Eutizia è senza una casa. La sua vita, già precaria, è stata ulteriormente destabilizzata dai crimini che ha commesso. Eutizia ha collaborato con la Procura, rivelando come triplicasse i dosaggi dei farmaci quotidiani delle sue vittime, si occupava di loro fino all’ultimo respiro, lavandoli e vestendoli dopo la morte, con la convinzione che non avessero sofferto.

    La condizione fisica di Eutizia è apparsa evidente durante l’udienza di convalida: ha avuto bisogno dell’aiuto dei suoi due avvocati per presentarsi in tribunale. Ora, la decisione sul suo futuro è nelle mani del gip, che dovrà stabilire se disporre la custodia cautelare in carcere o gli arresti domiciliari per l’uomo che ha seminato morte con una gelida e distorta idea di compassione.

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