Cronaca Nera

Olindo e Rosa, niente revisione. Ergastolo confermato

La Corte d’Appello conferma l’ergastolo per Olindo Romano e Rosa Bazzi. Nessun nuovo processo per i coniugi condannati all’ergastolo

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    Non ci sarà un nuovo processo per Olindo Romano e Rosa Bazzi, i coniugi condannati all’ergastolo per la strage di Erba. La Corte d’Appello di Brescia ha stabilito che le nuove prove presentate dalla difesa non sono sufficienti per riaprire il caso. Questa decisione mantiene in vigore la condanna definitiva per uno dei crimini più discussi degli ultimi decenni in Italia.

    Tre istanze in una

    Le tre istanze di revisione, raggruppate in un’unica richiesta, non sono state considerate ammissibili dalla Corte. Le motivazioni della decisione saranno rese note entro 90 giorni, ma una cosa è certa: la sentenza definitiva resta valida. Olindo Romano e Rosa Bazzi continueranno a scontare la condanna all’ergastolo per i crimini commessi l’11 dicembre 2006.

    Secondo la sentenza, i due coniugi hanno brutalmente ucciso la vicina di casa Raffaella Castagna, il figlio di due anni Youssef, la madre di lei Paola Galli, e un’altra vicina Valeria Cherubini. Durante l’attacco, hanno anche ferito gravemente il marito di Valeria Cherubini, Mario Frigerio, che è poi diventato il testimone chiave dell’accusa.

    Un duro colpo alla difesa

    La decisione della Corte d’Appello di Brescia rappresenta un colpo duro per la difesa, che sperava di poter riaprire il caso grazie a quelle che considerava nuove e significative prove. Tuttavia, queste prove non sono state ritenute sufficienti per mettere in discussione il verdetto già pronunciato.

    Il caso della strage di Erba ha suscitato enorme interesse mediatico e pubblico sin dal giorno del massacro, con numerose teorie alternative e interrogativi sollevati nel corso degli anni. Nonostante ciò, la giustizia ha ritenuto che Olindo Romano e Rosa Bazzi siano i colpevoli dei brutali omicidi, e la loro condanna all’ergastolo ne è la conseguenza.

    Fine dei giochi

    Con la decisione odierna, la Corte d’Appello di Brescia ha posto un ulteriore sigillo su uno dei casi più drammatici e controversi della cronaca italiana. La comunità di Erba e l’intero Paese continuano a ricordare le vittime di quella tragica notte, mentre i due condannati rimangono in carcere a scontare la loro pena senza possibilità, al momento, di una revisione del processo.

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