Cronaca Nera

Scatta l’ora del processo: Filippo Turetta davanti alla Corte per l’omicidio di Giulia

Inizia il processo per il reo confesso Filippo Turetta, accusato di aver ucciso l’ex fidanzata. In aula, accesso limitato e solo telecamere Rai.

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    Questa mattina si apre il processo a Filippo Turetta, l’ex fidanzato reo confesso dell’omicidio di Giulia Cecchettin, la studentessa ventiduenne di Vigonovo (Venezia) il cui corpo senza vita è stato rinvenuto il 18 novembre scorso nella zona di Barcis, in provincia di Pordenone. Turetta, che rischia l’ergastolo anche a causa dell’aggravante della premeditazione, non sarà presente in aula, come ha deciso la sua difesa per evitare quella che viene definita una “sovraesposizione mediatica”.

    Un’aula blindata e poche presenze autorizzate

    L’udienza, che si terrà presso la Corte d’assise di Venezia, sarà seguita da un numero ristretto di persone: solo 40 posti disponibili, metà dei quali riservati ai giornalisti accreditati. Le uniche telecamere autorizzate a riprendere l’udienza saranno quelle della Rai, in un tentativo di ridurre il clamore mediatico attorno al caso. Nonostante l’attenzione pubblica, l’avvocato di Turetta, Giovanni Caruso, ha escluso di voler chiedere una perizia psichiatrica per il suo assistito, anche se questa possibilità potrebbe essere valutata dal giudice durante il processo.

    Le parole di Turetta nell’interrogatorio: “Ho cercato di togliermi la vita”

    A riportare il caso sotto i riflettori è stato il programma televisivo Quarto Grado, che ha mandato in onda parte del video dell’interrogatorio di Turetta, avvenuto il primo dicembre 2023 nel carcere di Montorio a Verona. In quell’occasione, Turetta ha raccontato ai magistrati i dettagli agghiaccianti dell’omicidio e dei momenti successivi in cui avrebbe tentato il suicidio. Le immagini mostrano un giovane dal tono di voce pacato, lo sguardo basso e privo di qualsiasi segno di pentimento o emozione. Un racconto freddo, interrotto da lunghe pause che lasciano spazio solo a un silenzio assordante.

    Un processo sotto i riflettori

    Con il processo che si preannuncia lungo e complesso, rimane alto l’interesse dell’opinione pubblica per un caso che ha scosso profondamente l’Italia. La storia di Giulia e la brutalità del gesto di Turetta hanno acceso il dibattito sul femminicidio e sulla necessità di intervenire con misure più efficaci per prevenire queste tragedie. In questo contesto, le udienze diventeranno non solo un momento di ricerca della verità giudiziaria, ma anche un’occasione per riflettere sul fenomeno della violenza di genere e su come proteggere le vittime.

    Per ora, la difesa sembra intenzionata a mantenere un basso profilo, evitando dichiarazioni o colpi di scena che potrebbero inasprire ulteriormente il dibattito. La famiglia di Giulia, invece, continua a chiedere giustizia e verità per la figlia, con la speranza che il processo possa portare a una condanna esemplare.

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