Cronaca

Dalla Preistoria le sorgenti d’acqua per salvare la Sicilia dalla siccità

E’ stata scoperta una enorme riserva di acqua nel cuore profondo e antichissimo della Sicilia, grazie a un processo avviato circa 6 milioni di anni fa. Un esteso corpo idrico sotterraneo di acque dolci e salmastre conservato in un acquifero profondo tra i 700 e i 2500 metri di profondità al di sotto dei Monti Iblei, nella Sicilia meridionale.

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    L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha annunciato una scoperta rivoluzionaria. E’ stato scoperto un vasto giacimento di acqua situato nel cuore profondo della Sicilia, formatosi circa 6 milioni di anni fa. Questo corpo idrico, composto da acque dolci e salmastre, si trova in un acquifero profondo tra i 700 e i 2500 metri sotto i Monti Iblei, nella Sicilia meridionale, e conterrebbe circa 17,3 chilometri cubi di acqua.

    Quali sono le implicazioni

    La scoperta, pubblicata sulla rivista Communications Earth & Environment di Nature Portfolio, è frutto della collaborazione tra ricercatori dell’Università di Malta, dell’INGV e dell’Università Roma Tre. L’articolo “Extensive freshened groundwater resources emplaced during the Messinian sea-level drawdown in southern Sicily, Italy” rivela che questa riserva idrica si è formata durante il Messiniano. Un abbassamento del livello del mare di circa 2.400 metri ha creato le condizioni per l’infiltrazione e l’accumulo di acque meteoriche nel sottosuolo.

    L’importanza della scoperta

    Questa risorsa rappresenta una potenziale soluzione alla crescente carenza d’acqua in Sicilia, soprattutto in un periodo di emergenza idrica acuta che sta prosciugando laghi e devastando habitat. Attualmente, dei 288,95 milioni di metri cubi trattenuti dalle 29 dighe dell’isola, solo poco più della metà è realmente disponibile.

    Quali sono le vere potenzialità?

    Secondo Lorenzo Lipparini, ricercatore dell’INGV e primo autore dello studio, queste acque possono avere diversi usi, dalla potabilità agli scopi industriali e agricoli. La scoperta apre nuove prospettive non solo per la Sicilia meridionale. Ma anche per altre regioni costiere del Mediterraneo con carenza idrica e condizioni geologiche simili, come Marocco, Tunisia, Egitto, Libano, Turchia, Malta e Cipro.

    La ricerca non finisce qui

    Gli esperti suggeriscono che altri giacimenti d’acqua potrebbero essere trovati nelle profondità dell’Etna e nella parte nord-occidentale della Sicilia. L’approccio innovativo utilizzato per questa scoperta combina l’analisi di pozzi petroliferi profondi con avanzate tecniche di modellazione tridimensionale del sottosuolo, e potrebbe essere applicato ad altre aree geologicamente analoghe.

    Applausi dalla Water Conference

    Il progetto è stato presentato alla “Water Conference” dell’ONU nel marzo 2023. Il team di ricerca prevede ora di sviluppare un piano di utilizzo di queste risorse idriche, promuovendo uno sviluppo sostenibile che possa affrontare le sfide della sicurezza idrica in Sicilia e in altre regioni del Mediterraneo.

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