Cronaca
Estorsione a Berlusconi: Raissa Skorkina rifiuta di tornare in Italia, si valuta la testimonianza da remoto
Il processo per tentata estorsione ai danni di Silvio Berlusconi vede la rinuncia della Procura di Monza alla testimonianza di Raissa Skorkina, attualmente in Thailandia. Gli eredi del Cavaliere insistono per ascoltarla in collegamento telematico.
Raissa Skorkina, ritenuta una delle “Olgettine” di Silvio Berlusconi, ha dichiarato alla Procura di Monza di non voler tornare in Italia per testimoniare nel processo che vede imputata Giovanna Rigato, ex concorrente del Grande Fratello, accusata di tentata estorsione ai danni dell’ex premier. La donna ha offerto la possibilità di testimoniare via WhatsApp, proposta però respinta dalla Procura in quanto priva delle necessarie garanzie legali per l’identificazione del testimone.
Possibili alternative per la testimonianza
Gli avvocati della parte civile, che rappresentano gli eredi di Berlusconi, considerano Skorkina un testimone chiave poiché avrebbe assistito all’incontro in cui la Rigato avrebbe richiesto un milione di euro all’ex premier, sostenendo di aver subito danni alla propria immagine per essere stata coinvolta nei processi sul caso “Olgettine”. Il legale Corrado Viazzo ha proposto di ascoltarla tramite collegamento via Teams, mezzo previsto dalla riforma Cartabia e utilizzato per le testimonianze a distanza sin dai tempi della pandemia.
Il Tribunale di Monza ha accolto la richiesta di valutare questa possibilità, incaricando la difesa di parte civile di contattare Skorkina per verificare la sua disponibilità. Inoltre, si sta considerando la possibilità di coprire le spese di viaggio per consentire alla testimone di presenziare in aula.
Le prossime fasi del processo
L’udienza è stata aggiornata a metà marzo, quando si deciderà sulle modalità della testimonianza di Skorkina. Nel frattempo, la difesa dell’imputata Rigato, rappresentata dall’avvocato Stefano Gerunda, intende convocare come testimone Ruby, la cui vicenda aveva dato origine all’inchiesta sulle “Olgettine”, conclusasi con l’assoluzione di Berlusconi.
La Rigato è accusata di aver richiesto inizialmente 500.000 euro, poi aumentati a un milione, durante un incontro nella villa di Arcore, pur ricevendo già un assegno mensile di 2-3.000 euro dall’ex premier.
L’assenza di Berlusconi e il coinvolgimento degli eredi
Silvio Berlusconi si era costituito parte civile nel processo, ma aveva disertato le udienze per motivi di salute e impegni istituzionali, nonostante la Procura avesse sottolineato la sua presenza agli eventi sportivi del Monza Calcio. Il Tribunale aveva richiesto la sua testimonianza diretta per chiarire in che modo si fosse sentito minacciato dall’imputata, ma il decesso del Cavaliere ha trasferito il ruolo processuale ai suoi eredi, che ora portano avanti la causa.