Cronaca

Il Nord corre, ma il Sud salva l’Italia. Ecco i nuovi dati del Made in Italy

L’Istat fotografa la realtà del made in Italy e non mancano le sorprese. Se è il nord a vincere la sfida dell’economia, il sud puntella la crescita e si rivela fondamentale

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    È sempre la Lombardia la locomotiva dell’export italiano con 163,57 miliardi di euro in valore assoluto nel 2023, pari al 26,1% del totale nazionale. Lo ha confermato l’Istat aggiornando i dati sulle esportazioni delle regioni italiane a seguito dell’introduzione di innovazioni nelle procedure di invio dei dati doganali da parte degli operatori economici (scambi extra Ue).

    Alle spalle della Lombardia hanno brillato l’Emilia Romagna con 85,47 miliardi di euro (13,6% del valore Italia), il Veneto (81,96 mld di euro; 13,1%), il Piemonte (63,76 mld; 10,2%). Sommando il contributo di queste quattro regioni del Nord all’export del Made in Italy, si ottengono 394,75 miliardi che significano il 63,04% del totale nazionale.

    Se però si guarda alle macroaree, è stato il Sud a conseguire nel 2023 le migliori performance con un + 16,9%, affiancato con il segno positivo soltanto dal Nord-ovest (2,4%). Segno meno, invece, per il Nord-est (-0,8%), il Centro (-3,1%) e le Isole (-19,2%). Ed è stato proprio il Mezzogiorno, ha messo in luce l’Istat, segnando una crescita importante delle esportazioni, a evitare che l’Italia tutta dovesse confrontarsi con un anno di contrazione.

    Il Belpaese, infatti, è rimasto in una condizione di stazionarietà: nel 2023 ha esportato per 626.204 milioni di euro a fronte dei 626.195 del 2022. Le regioni del Sud che hanno ottenuto gli avanzamenti più consistenti sono state la Campania (+29,2%), la Calabria (+22,7%), il Molise (+21,0%), l’Abruzzo (+13,6%). Cali a due cifre sia per la Sicilia (-16,6%), sia per la Sardegna (-24,2%). Nel Centro-Nord l’export è cresciuto in Piemonte (+7,3%), in Toscana (+4,7%), in Trentino Alto Adige (+3,5%). I crolli, invece, si sono verificati in Friuli Venezia Giulia (-13,6%) e nelle Marche (-12,3%). Dal 2019 al 2023 la Campania ha sostanzialmente raddoppiato il proprio volume di export, passando da 12,34 miliardi a 22,21.

    L’Istat è poi entrata nel dettaglio delle dinamiche territoriali: «Nel 2023, l’aumento delle esportazioni di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici da Campania e Toscana e di autoveicoli da Piemonte e Campania ha fornito un impulso positivo (per 1,5 punti percentuali) alle vendite nazionali sui mercati esteri; un ulteriore contributo positivo di 0,9 punti è derivato dalle maggiori vendite di macchinari e apparecchi non classificati altrove (n.c.a.) da Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto. All’opposto, la contrazione delle vendite di prodotti petroliferi raffinati da Sicilia e Sardegna (per 0,7 punti percentuali) e di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici da Marche e Lazio (per 0,6 punti percentuali) ha contribuito a frenare l’export nazionale».

    Riferendosi invece ai mercati di sbocco, questa la sintesi proposta dall’Istituto di statistica: «Nell’intero anno, i contributi positivi maggiori all’export nazionale derivano dall’aumento delle vendite delle Marche verso la Cina (+392,0%), della Campania verso Svizzera (+99,7%) e Stati Uniti (+54,5%), della Toscana verso gli Stati Uniti (+22,6%) e del Piemonte verso Francia (+15,2%), Germania (+9,3%) e paesi OPEC (+33,8%); quelli negativi più ampi dalle minori esportazioni della Toscana verso la Svizzera (-38,1%), delle Marche verso Belgio (-64,0%), Germania (-39,0%) e Stati Uniti (-29,6%), della Lombardia verso la Germania (-8,4%) e del Lazio verso il Belgio (-23,4%)». Le province più dinamiche sul fronte della crescita delle esportazioni nel 2023 sono state Napoli, Torino, Milano, Siena. Situazione opposta per Siracusa, Ascoli Piceno, Cagliari, Brescia, Roma.

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