Italia
Abuso spirituale: non fidatevi di ‘guru’ e santoni alla facile caccia di like
L’abuso spirituale è più diffuso di quanto si pensi, ed è fondamentale mantenere alta l’attenzione.
L’abuso spirituale è un fenomeno subdolo e pericoloso, che può colpire chiunque si affidi a una guida spirituale. Ma come riconoscerlo? Come proteggersi dai ‘guru’ che sembrano convincenti e affascinanti ma poi creano più danni che benessere psico-fisico? Qual è il legame tra abuso spirituale e abuso sessuale? Questi temi saranno affrontati nel corso semestrale offerto dalla Facoltà teologica del Triveneto, condotto da don Giorgio Ronzoni, esperto in teologia pastorale e parroco di Santa Sofia a Padova.
Che cos’è l’abuso spirituale?
L’abuso spirituale si manifesta spesso in relazioni di accompagnamento spirituale, dove chi chiede aiuto diventa vittima di un manipolatore che abusa del potere conferitogli. Questo abuso può avvenire sia in contesti individuali, come tra un direttore spirituale e la persona assistita, sia in ambiti comunitari. La vittima finisce per essere controllata e manipolata, subendo danni profondi.
Chi sono gli abusatori?
Gli abusatori possono essere sacerdoti, religiosi, fondatori di movimenti, ma anche laici con una certa autorevolezza morale. L’elenco è lungo e comprende anche figure fuori dall’ambito ecclesiale, come santoni e veggenti. Il comune denominatore è il riconoscimento di un’autorità morale da parte delle vittime.
Come si riconosce l’abuso spirituale?
L’abuso spirituale spesso si camuffa come un percorso di crescita. La vittima, che potrebbe provare sofferenza, paura o depressione, viene indotta a credere che queste sensazioni facciano parte del processo di guarigione e siano volontà divina. L’abusatore manipola la vittima, suggerendo che il loro rapporto debba rimanere segreto, impedendo alla vittima di cercare aiuto.
Come avviene la liberazione?
La liberazione dall’abuso avviene raramente in modo autonomo. Spesso è necessaria l’intervento di una terza persona o di un elemento esterno (lettura, conferenza) che faccia scattare la consapevolezza nella vittima. Tuttavia, il processo è difficile e non immediato, poiché la fiducia della vittima nel suo abusatore è profonda.
Chi è a rischio?
Non esiste un profilo ideale di vittima: chiunque è potenzialmente a rischio. Tuttavia, le persone più fragili o in cerca di un sostegno spirituale sono più vulnerabili. Gli abusatori sono abili nel trovare i punti deboli delle loro vittime, rendendole facili prede.
Quali sono le motivazioni degli abusatori?
Gli abusatori possono essere di tre tipi
Quelli in parziale “buona fede”, convinti di agire per il bene della vittima, ma che in realtà cercano di legare a sé le persone per colmare un loro vuoto.
I perversi narcisisti, consapevoli del loro comportamento, che cercano il controllo totale per fini egoistici, spesso sessuali.
Gli egocentrici nevrotici, che sfruttano la loro immagine per calmare la loro ansia, cercando ammirazione e consenso.
Il pericolo dei social media
Nell’era dei social, la visibilità è spesso confusa con l’efficacia apostolica. Anche nella Chiesa, c’è chi crede che il numero di follower sia indice di carisma spirituale. Ma secondo san Paolo, i carismi sono doni dello Spirito, non basati sul successo visibile.
Come proteggersi?
Per chi cerca una guida spirituale, è fondamentale informarsi, confrontarsi con più persone e non affidarsi ciecamente a un’unica figura. Se una guida spirituale tende a isolare la persona, chiedendo esclusività, questo è un segnale d’allarme.
Formazione e consapevolezza
La prevenzione dell’abuso spirituale non si risolve con un semplice corso in seminario. È necessaria una formazione continua e una maggiore consapevolezza da parte di chi guida spiritualmente gli altri. L’abuso spirituale è più diffuso di quanto si pensi, ed è fondamentale mantenere alta l’attenzione.
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Cronaca
Atenei, quanto costano quelli tradizionali e quanto quelli telematici
Una crescita degli atenei privati telematici significa un minor costo complessivo – per la comunità – per ogni studente. Inoltre aiuterebbe a ridurre l’esorbitante prelievo fiscale che grava su imprese, famiglie e lavoratori.
Il confronto tra gli atenei tradizionali e quelli telematici in termini di costi per i contribuenti solleva questioni importanti sul finanziamento dell’istruzione superiore in Italia.
Per lo Stato il costo per singolo studente nelle università telematiche è di 12,5 euro
Secondo i dati riportati da Aurelio Mustacciuoli di Free Academy, gli studenti delle università statali tradizionali costano allo Stato molto di più rispetto a quelli delle università telematiche. Ogni studente di un’università statale tradizionale costa al contribuente circa 5.701 euro l’anno diversamente dal costo annuo di uno studente delle università private di solo 195 euro. Il divario diventa più evidente quando si considerano gli atenei telematici. In questi casi lo studente grava sullo Stato per soli 12,5 euro all’anno.
Le telematiche contribuiscono di più alle entrate fiscali
Le università telematiche contribuiscono comunque alle entrate fiscali dello Stato in maniera maggiore rispetto alle altre. Ad esempio, il gruppo universitario Multiversity, controllato dal fondo CVC Capital Partners, che include atenei come Unipegaso, Mercatorum e San Raffaele Roma, nel 2022 ha versato 43 milioni di euro in imposte dirette.
Serve maggiore diversificazione
Ma quindi per lo Stato le università telematiche sarebbero più convenienti rispetto alle altre? E ancora quanto è efficace il sistema attuale di finanziamento dell’istruzione superiore in Italia. Forse sarebbe il caso di promuovere una maggiore presenza di atenei telematici. Una maggiore diversificazione nell’offerta formativa potrebbe da una parte ridurre i costi complessivi per gli studenti e per lo Stato. E soprattutto alleggerire il carico fiscale sulle imprese, sulle famiglie e sui lavoratori.
Ancora pochi soldi per lo studio
Anche se l’Italia è tra gli ultimi Paesi europei per numero di laureati (in Europa solo la Romania ha risultati peggiori), il comparto universitario pesa ancora troppo all’interno del bilancio pubblico. Secondo l’ultimo rapporto dell’Anvur (Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca), il Fondo per il finanziamento ordinario delle università è di 9,205 miliardi di euro. Una cifra che copre più dei due terzi delle necessità degli atenei statali. Ma di questa somma, soltanto lo 0,73% (68 milioni di euro) è destinato alle università non statali, sia tradizionali sia telematiche.
Tipo ateneo a.a. 2022/23 %
Statale (tradizionale) 1.537.074 studenti 80,5%
Non statale (tradizionale) 121.269 studenti 6,35%
Non statale (telematico) 251.017 studenti 13,15%
Totale 1.909.360 studenti 100%
Fonte: Mur (Ministero dell’Università e della Ricerca)
Uno spot per le università Telematiche
Quindi una crescita degli atenei privati telematici, la cui retta è inferiore al costo che ogni studente comporta per le casse statali, condurrebbe a un minor costo complessivo per ogni studente. E aiuterebbe anche a ridurre l’esorbitante prelievo fiscale che grava sulle imprese, sulle famiglie e sui lavoratori.
Secondo Mustacciuoli, lo studente tradizionale costa allo Stato 5.701 euro soltanto per l’Ffo, mentre ognuno degli oltre 144 mila studenti di Unipegaso, Mercatorum e San Raffaele Roma (anno accademico 2022-23) porta alle casse statali 331 euro. Cifre che devono far riflettere.
Italia
Patente, cos’è la “sospensione breve”
La misura della “sospensione breve” della patente contenuta nell’articolo 218-ter che, scatta nei confronti di chi viene identificato al momento della violazione.
La misura della “sospensione breve” della patente contenuta nell’articolo 218-ter che, scatta nei confronti di chi viene identificato al momento della violazione.
Se passi col rosso te la sospendo
Viene adottata nel percorre un senso vietato, nel divieto di sorpasso, mancata precedenza, attraversamento con semaforo rosso. E ancora per il mancato rispetto dell’alt di un agente del traffico, il mancato rispetto delle regole sui passaggi a livello, sorpasso a destra, sorpasso vietato. Inoltre nel mancato rispetto della distanza di sicurezza tra veicoli che abbia provocato un sinistro con grave danno ai veicoli tale da determinare la revisione.
Attenzione a quell’inversione
Nel divieto di inversione di marcia in alcune specifici casi, per il mancato o irregolare uso del casco a bordo di ciclomotori e motoveicoli; mancato o irregolare uso dei sistemi di sicurezza per i seggiolini dei bambini. E dei dispositivi anti abbandono. Inoltre per l’uso del cellulare o di altri apparecchi durante la guida; retromarcia sulle autostrade o strade extraurbane principali, anche sulla corsia di emergenza.
Precedenze, luci e triangolo
Il mancato rispetto della corsia di accelerazione e mancata precedenza sulle autostrade o strade extraurbane principali; mancato rispetto del divieto di sosta o fermata, sulle autostrade o strade extraurbane principali. Si sospende per il mancato uso luci prescritte durante la sosta, su autostrade o strade extraurbane principali. E per la mancata collocazione del triangolo per veicolo fermo, su autostrade o extraurbane principali.
Sempre attenti al tasso alcolico
Patente sospesa per la guida dopo aver assunto bevande alcoliche, con tasso inferiore a 0,5 g/l per conducenti cui è imposto in “tasso zero” e nella mancata precedenza ai pedoni. Per i trasportatori è prevista in diversi casi. Per il superamento di oltre il 20% del periodo di guida giornaliero massimo, o del tempo minimo di riposo, su autoveicoli adibiti al trasporto di persone o cose. E inoltre nel superamento di oltre il 20% del periodo di guida settimanale massimo, o del tempo minimo di riposo, su autoveicoli per il trasporto di persone o cose. I trasgressori che non vengono fermati immediatamente, invece, eviteranno l’applicazione della misura.
Ma quanto dura la sospensione breve?
Bisogna incrociare periodo di sospensione al numero di punti presenti sulla patente. Più è basso il numero relativo ai punti, maggiore sarà il periodo di sospensione. Chi ha meno di 10 punti sulla patente, avrà una sospensione di 15 giorni. La sospensione si riduce a una settimana se i punti vanno da 10 a 19.
Italia
Tre anni senza assistenza sanitaria gratuita, così ti passa la voglia di aggredire i medici!!
Tre anni senza assistenza sanitaria gratuita. Proposto il Daspo delle cure per chi aggredisce medici e infermieri.
Il Daspo non vale solo per i tifosi violenti. Ora vale anche per quelli che aggrediscono i sanitari. Almeno è questa l’intenzione di una proposta sostenuta da un senatore di Fratelli d’Italia. Sospendere la gratuità dell’assistenza sanitaria per tre anni a chi aggredisce il personale medico e paramedico. Insomma tutti gli operatori del sistema sanitario nazionale. Una proposta suggerita dal medico Salvatore La Gatta e supportato anche da una petizione su change.org. Una risposta forte per contrastare i molteplici episodi di violenza che si stanno perpetuando da anni e che punta a proteggere chi lavora in condizioni difficili e spesso senza adeguata tutela. Dopo gli ultimi fatti che ha coinvolto l’Ospedale di Foggia, ennesimo atto di violenza di una lunga serie di aggressioni – 16mila solo nel 2023 – questa proposta di un Daspo per la sanità sembra davvero una svolta.
Una petizione per coinvolgere l’opinione pubblica
La proposta per approvare il “Daspo sanitario” avanzata dalla politica è stata suggerito dal medico Salvatore La Gatta e supportato anche da una petizione su change.org. Medici e sanitari hanno paura di mettersi in gioco per la pressione che in molte occasioni sentono da parte dei pazienti, amici e parenti: dai pronto soccorsi alle sale operatorie. Una situazione di tensione in cui è assai difficile riuscire a lavorare con la giusta e necessaria tranquillità per il lavoro che svolgono.
Una misura che punta alla dissuasione
Il senatore Ignazio Zullo, di Fratelli d’Italia, ha presentato un disegno di legge che propone la sospensione dell’accesso gratuito all’assistenza per chi aggredisce gli operatori sanitari o danneggia il patrimonio sanitario, senza costi aggiuntivi per lo Stato. L’obiettivo è chiaro: creare una misura dissuasiva contro questa violenza crescente, che ha già colpito migliaia di operatori come riportato dall’Osservatorio nazionale sulla sicurezza nelle professioni sanitarie (Onseps).
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