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Italia

Bonus anziani da 850 euro: un sostegno per le cure e l’assistenza agli over 80

Disponibile dal 2 gennaio 2025, la misura è dedicata agli anziani non autosufficienti con redditi bassi. Ecco come richiederlo e a chi spetta.

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    A partire dal 2 gennaio è possibile presentare domanda per il Bonus anziani da 850 euro mensili, una misura pensata per aiutare gli over 80 non autosufficienti a sostenere le spese per l’assistenza domiciliare. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita di chi necessita di cure costanti, con un sostegno economico esente da tasse e pignoramenti.

    Chi può ricevere il Bonus?

    Per accedere al Bonus, è necessario soddisfare quattro requisiti fondamentali. Primo il richiedente deve avere almeno 80 anni. Deve munirsi ed esibire un certificato nel quale venga attestato un bisogno assistenziale gravissimo dalla Commissione medico-legale dell’Inps.
    Il terzo requisito riguarda l’ISEE. Per ottenere le prestazioni agevolate sociosanitarie come in questo caso l’ISEEnon deve superare i 6.000 euro. Infine al richiedente il Bonus si richiede di essere titolare del certificato di indennità di accompagnamento. Idennità, che, se sospesa, impedirà l’accesso allo stesso Bonus.

    Come richiedere il Bonus

    La domanda può essere presentata online accedendo al sito dell’Inps con la propria identità digitale (SPID, CIE o CNS) nella sezione “Decreto Anziani – Prestazione Universale“.
    Il Bonus si può richiedere naturalmente tramite patronati o rivolgendosi a enti autorizzati che offrono supporto nella compilazione della richiesta. Una volta approvata, la prestazione economica verrà erogata mensilmente a partire dal mese di presentazione della domanda.

    Come utilizzare questo aiuto

    Il bonus di 850 euro è vincolato a spese per il lavoro di cura e assistenza all’anziano. Sprse che comprendono: assistenza domiciliare ovvero pagamento di badanti o lavoratori domestici con regolare contratto. Ai servizi professionali per acquisto di servizi forniti da imprese qualificate nell’assistenza sociale non residenziale, in conformità con la programmazione regionale e locale. Ma quante sono le persone che ne potranno beneficiare? Si stima che il Bonus interesserà circa 24.500 anziani in tutta Italia, con una maggiore concentrazione in regioni come Lombardia, Lazio e Campania. Il finanziamento complessivo della misura è di 500 milioni di euro e la prestazione sarà disponibile fino al 31 dicembre 2026.

    Ci sono altri Bonus disponibili per gli anziani?

    Certo, accanto al Bonus anziani, esistono altre agevolazioni per supportare le famiglie e le persone fragili. Si va dagli aiuti per badanti e babysitte per l’assunzione di personale domestico qualificato al Bonus bollette che prevede la riduzioni sulle utenze domestiche per anziani con redditi bassi. Dalla detrazioni per spese mediche e di assistenza con agevolazioni fiscali per i costi sostenuti per cure mediche e assistenza, al Fondo per la non autosufficienza che prevede inanziamenti regionali per supportare le famiglie con anziani o disabili a carico.

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      Italia

      Alle elezioni di Monfalcone il partito islamico “Italia Plurale” prende meno del 3% e non entra in giunta

      Italia Plurale, il primo partito islamico alle urne in Italia, non sfonda tra divisioni interne e tensioni locali.

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        Per la prima volta in Italia, un partito islamico si è presentato alle elezioni comunali. Il teatro di questa assoluta novità è stato Monfalcone, comune in provincia di Gorizia con la più alta percentuale di immigrati del Paese oltre 10 mila su 30 mila abitanti del comune. La lista a trazione islamica si chiama “Italia Plurale” (IP) ed è guidata da Bou Konate, ingegnere senegalese laureato a Trieste e già assessore del centrosinistra. Con il 34% della popolazione locale composta da cittadini di origine straniera, il partito puntava a rappresentare una comunità che include bangladesi, romeni, balcanici e altri immigrati, molti dei quali arrivati attraverso la Balkan Route. E invece pur avendo in lista solo stranieri “Italia Plurale” è andata maluccio. Ha preso solo 343 voti aggiudicandosi il 2,94 % non sufficiente per superare lo sbarramento del 3% necessario per entrare in giunta comunale.

        Un partito nato dalla necessità di rappresentanza di oltre 10 mila stranieri

        Italia Plurale è stata fondata con l’obiettivo di dare voce a una comunità spesso marginalizzata. “È stata la politica di odio contro di noi a unirci. Monfalcone sarà un esempio per gli immigrati di altre città, e Italia Plurale diventerà un simbolo“, dichiarava prima delle elezioni il capolista Jahirul Islam. Il partito presentava 18 candidati, tra cui sei donne. Un tentativo di navigare nella politica italiana per garantire un futuro migliore ai giovani delle comunità immigrate. Ed è stato questo il tema affrontato alla fine dello spoglio delle schede elettorali, da parte del candidato sindaco Bou Konate. “Sono comunque soddisfatto, questa elezione rappresenta una porta aperta per le nuove generazione. Italia Plurale punta a diventare una piccola novità politica e un simbolo per altre città italiane con una forte presenza di immigrati. La lista rappresenta un passo importante verso una maggiore partecipazione politica delle comunità straniere in Italia, anche se il cammino è ancora lungo e pieno di sfide“.

        Monfalcone è stato un esperimento politico

        Alle elezioni per il sindaco la percentuale di votanti recatisi alle urne è stata del 57%, pari a 11.853 elettori sul totale di 20.648 degli aventi diritto al voto. Un dato in crescita rispetto a quello dell’ultima tornata elettorale nazionale del 2022. Tre anni fa la percenutale fu del 52% su un totale di aventi diritto al voto molto vicino a quello odierno, per la precisione 20.630. Sul fronte delle liste, la Lega è il primo partito con il 31% dei voti. Una percentuale che ha portato alla vittoria Luca Fasan eletto con 8272. Al secondo posto la lista Cisint per Monfalcone con il 24% guidata dall’ex sindaca e attuale europarlamentare Anna Maria Cisint. Primo partito del centrosinistra è il Pd con il 10,7% dei consensi. Ha ottenuto 102 voti in più di Fratelli d’Italia, quarta forza con il 9,73%.

        Un contesto molto teso

        Negli ultimi anni Monfalcone è stata al centro di politiche restrittive nei confronti della comunità musulmana durante il mandato dell’ex sindaca leghista Anna Maria Cisint. Tra le sue misure più controverse ci sono state la chiusura di moschee abusive, il divieto di balneazione per le donne vestite e persino il divieto di giocare a cricket nei giardini comunali. Queste politiche hanno attirato l’attenzione internazionale, con articoli sull’Economist e sul Financial Times. Nonostante le tensioni, “Italia Plurale” è riuscita a raccogliere le firme necessarie per presentarsi alle elezioni, un risultato significativo per un partito nato da poco. Tuttavia, la comunità immigrata si è presentata divisa e spaccata su due fronti. Alcuni, come Lotfi, capocantiere tunisino, non si sono sentiti rappresentati: “Perché dovrei farmi rappresentare da un africano?“, ha detto. Altri, come un barista originario delle Mauritius, si identificano più con la cultura friulana che con il nuovo partito. Ecco perchè “Italia Plurale” non è riuscito a superare l’asticella del 3%.

        E’ stata una campagna elettorale accesa

        La presenza di “Italia Plurale” durante la campagna elettorale ha attirato l’attenzione di figure politiche nazionali. Molti i comizi di esponenti come Maurizio Gasparri, Elly Schlein e Matteo Salvini, che ha dichiarato di “non lasciare loro neanche mezzo metro quadro.” Anche Aboubakar Soumahoro, fondatore del partito, ha partecipato attivamente alla campagna elettorale, cercando voti porta a porta, invano.

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          Italia

          Mattarella operato al cuore: come sta il nostro Presidente

          Stamattina Sergio Mattarella ha subito l’impiantato un pacemaker ed attualmente è in buone condizioni. Prevista una settimana di riposo dopo l’intervento

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            Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è stato sottoposto stamattina ad un intervento programmato per l’impianto di un pacemaker presso il reparto cardiologico dell’ospedale Santo Spirito di Roma. Secondo quanto comunicato dal Quirinale, le condizioni del capo dello Stato sono buone, e l’operazione non ha destato preoccupazioni cliniche. Dopo l’intervento, Mattarella osserverà un periodo di riposo di una settimana, come da protocollo medico. Il ricovero durerà circa 48 ore, per consentire il ritorno a casa in tempo per le festività pasquali.

            L’operazione nel dettaglio

            Il pacemaker è un piccolo dispositivo elettronico impiantato sottopelle, generalmente utilizzato in pazienti con bradicardia, ovvero un battito cardiaco troppo lento. Si tratta di una procedura comune, in particolare tra i pazienti anziani, che garantisce una ripresa rapida. Secondo Pasquale Perrone Filardi, presidente della Società Italiana di Cardiologia, si tratta dell’intervento più frequente in cardiologia per persone oltre i 70 anni, con un recupero completo previsto in pochi giorni.

            Entra in azione quando occorre

            L’apparecchio monitora il ritmo cardiaco e interviene solo in caso di necessità, stimolando elettricamente il cuore quando i battiti scendono sotto una soglia critica, solitamente i 55 battiti al minuto. In Italia si eseguono circa 50.000 impianti di pacemaker ogni anno, con un’età media dei pazienti pari a 81 anni.

            Operativo fino a ieri, ora lo attende una settimana di convalescenza

            Nonostante le preoccupazioni iniziali, l’intervento al presidente non è stato un’emergenza. Mattarella ha svolto regolarmente i suoi impegni istituzionali fino al tardo pomeriggio di ieri, incluso l’incontro con il presidente del Montenegro, Milojko Spajić. L’udienza per l’assegnazione dei Premi Leonardo è stata l’unico appuntamento ufficiale annullato. La scelta di procedere ora con l’intervento potrebbe essere stata influenzata anche dalla prossimità delle festività, permettendo al presidente di riposarsi con tranquillità, possibilmente nella sua Palermo.

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              Italia

              Nicolò Fagioli e il caso scommesse: 587mila euro di prestiti per coprire i debiti

              Nonostante le sanzioni sportive e penali, il fenomeno delle scommesse illegali è una sfida per il sistema calcistico italiano, che richiede interventi strutturali per prevenire situazioni simili in futuro.

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                L’inchiesta sulle scommesse sportive illegali online ha portato alla luce dettagli sorprendenti sul caso di Nicolò Fagioli, centrocampista della Fiorentina ed ex Juventus. Secondo il decreto di sequestro preventivo, Fagioli avrebbe accumulato debiti per un totale di 587mila euro, coperti grazie a prestiti ricevuti da amici, compagni ed ex compagni di squadra. I pagamenti sono stati effettuati principalmente tramite bonifici alla gioielleria Elysium o su carte PostePay.

                Chi ha aiutato Fagioli?

                Tra i 31 finanziatori che hanno sostenuto Fagioli tra dicembre 2021 e ottobre 2023, figurano molti volti noti del calcio. Dai compagni delle nazionali giovanili: Turati, Plizzari, Armini e Russo agli ex compagni della Juventus: Gatti, Dragusin, Di Massimo, Zanandrea e Lucas Rosa. Senza dimenticare i compagni della Cremonese: Okoli, Sarr, Salami e Nardi. Il contributo più significativo è arrivato da Francesco Luciani, con 73mila euro, seguito da Okoli, Dragusin e Gatti, che insieme hanno versato 121mila euro. Anche Cristiano Pompili, agente di Fagioli, ha contribuito con 30mila euro. Altri finanziamenti, di importi minori, sono stati effettuati da amici e conoscenti. Un caso particolare riguarda Dusan Vlahovic, il cui nome compare nel decreto per due pagamenti da 50mila euro alla gioielleria Elysium. Tuttavia, gli inquirenti non lo associano al sostegno finanziario di Fagioli, ipotizzando che le somme siano legate all’acquisto di orologi.

                Puntati 250mila euro in poche ore sull’NBA

                Dall’indagine emerge che il calciatore avrebbe scommesso fino a 250mila euro in poche ore sull’NBA il 14 febbraio 2023, interrompendo solo per dedicarsi all’allenamento. Il giocatore non è l’unico coinvolto: anche Alessandro Florenzi avrebbe perso 300mila euro in un solo giorno. Fagioli si trova in una situazione critica, con un debito totale di 2,8 milioni di euro e minacce da un esattore noto come “Nelly”, probabilmente legato alla malavita romana. La Juventus, già a marzo 2023, sospettava del problema di gioco d’azzardo del calciatore. Le intercettazioni rivelano minacce esplicite, tra cui l’intimidazione di farlo smettere di giocare e costringerlo a lavori manuali.

                La banca occulta che fa tic tac

                L’inchiesta, avviata dalla Procura di Torino e successivamente trasferita a Milano, si concentra su un presunto giro di scommesse illegali su piattaforme non autorizzate. Fagioli è uno dei 12 calciatori di Serie A coinvolti, insieme a nomi come Sandro Tonali e Nicolò Zaniolo. Le indagini hanno rivelato che i giocatori effettuavano puntate su sport diversi dal calcio, utilizzando sistemi complessi per aggirare i controlli. La gioielleria Elysium, al centro dell’indagine, fungeva da “banca occulta” per regolare i flussi di denaro. I calciatori effettuavano bonifici simulando l’acquisto di orologi di lusso, che però non venivano realmente ceduti. Questo meccanismo permetteva di mascherare i pagamenti legati alle scommesse.

                Quali conseguenze per Fagioli

                Fagioli, già squalificato per sette mesi nel 2023 dopo un patteggiamento con la Procura Federale, ha ammesso di essere stato vittima di minacce da parte degli organizzatori del giro di scommesse. Il debito accumulato ha avuto un impatto significativo sulla sua carriera e sul suo stato mentale, influenzando anche il rendimento in campo. L’indagine evidenzia il calvario vissuto da Fagioli, che cerca di guadagnare tempo per saldare i debiti, ma affronta pressioni crescenti e rischia gravi conseguenze per la sua carriera.

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