Italia
Dal no alla cannabis light alla castrazione chimica
Il ddl sicurezza rappresenta un significativo inasprimento delle politiche sulla sicurezza e sull’immigrazione in Italia. Le misure proposte hanno sollevato molte critiche per la loro durezza e per l’impatto sui diritti degli stranieri e delle minoranze. La commissione esaminerà ulteriormente gli emendamenti, e il voto finale è previsto dopo le elezioni europee.

Il disegno di legge sulla sicurezza (ddl sicurezza) recentemente varato dal consiglio dei ministri include una serie di misure controverse che stanno facendo discutere. Tra le principali novità, c’è il divieto della cannabis light, la stretta sulla vendita delle SIM per stranieri e la reintroduzione della castrazione chimica per stupratori. Ecco un’analisi dettagliata delle proposte più discusse.
No alla cittadinanza italiana per chi ha commesso reati
Una delle misure più controverse del ddl sicurezza riguarda la cittadinanza italiana. Attualmente, i figli di cittadini stranieri nati e cresciuti in Italia acquisiscono automaticamente la cittadinanza al compimento dei 18 anni. Tuttavia, con la nuova legge, questo diritto viene precluso a chi ha commesso reati, anche lievi, come doping, rissa, omissione di soccorso, danneggiamento e furto. Questa norma mira a stringere i criteri per l’acquisizione della cittadinanza, ma ha sollevato numerose critiche per l’erosione dei diritti.
Stretta sulla vendita di SIM per stranieri
Un’altra misura riguarda la vendita di SIM telefoniche agli stranieri. Secondo il ddl sicurezza, gli stranieri dovranno presentare non solo la carta d’identità, ma anche il codice fiscale, il permesso di soggiorno e restituire la vecchia SIM. I rivenditori che non rispettano queste regole saranno puniti. Questa norma intende aumentare il controllo sulle comunicazioni, ma ha sollevato preoccupazioni per la sua complessità e per i possibili disagi per gli stranieri residenti in Italia.
Divieto della cannabis light
Il ddl sicurezza prevede anche il divieto totale della cannabis light, comprese le sue applicazioni in erboristeria e cosmetica. Questa misura ha scatenato la protesta dei produttori di cannabis light, che oggi manifesteranno davanti alla Camera dei deputati. Riccardo Magi ha definito la norma un attacco a un settore in crescita, con centinaia di imprese e migliaia di lavoratori. I produttori sottolineano che la cannabis light non ha effetti droganti e chiedono un’audizione immediata per discutere l’emendamento che penalizzerebbe ingiustamente il settore.
Restrizioni alla libertà di culto per i musulmani
Il ddl sicurezza include emendamenti che mirano a restringere la libertà di culto per i musulmani. Tra le proposte, c’è l’istituzione di un registro dei luoghi e dei ministri di culto, con la possibilità di vietare quelli che non soddisfano determinati requisiti. Inoltre, si prevedono limitazioni ai finanziamenti per gli edifici di culto e l’obbligo per gli Imam di pronunciare i sermoni in italiano. Queste misure sono presentate come necessarie per la sicurezza, ma sono criticate per la loro potenziale discriminazione nei confronti della comunità islamica.
Introduzione della castrazione chimica per stupratori
Tra le misure più discusse c’è anche la reintroduzione della castrazione chimica per gli stupratori. Questo emendamento ha superato l’esame di ammissibilità, ma i relatori sono stati invitati a una “attenta valutazione del rispetto dei principi costituzionali”. La proposta ha diviso l’opinione pubblica e sarà oggetto di ulteriori discussioni.
Altre misure controverse
Il ddl sicurezza prevede anche altre misure controverse, come l’aumento delle sanzioni per chi cerca di impedire la realizzazione di infrastrutture strategiche, e l’introduzione del reato di picchettaggio, che punisce chi impedisce il transito e l’ingresso nei luoghi di lavoro. Inoltre, per gli stranieri che arrivano in Italia attraverso il decreto flussi, si introduce una cauzione di 30.000 euro per avviare un lavoro autonomo e ulteriori 20.000 euro per chi vuole aprire una partita IVA.
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Italia
Milano e le Olimpiadi Invernali 2026. Madonnina pensaci tu…
Le Olimpiadi Invernali 2026 diventano un catalizzatore di trasformazione urbana per Milano, con progetti innovativi e sostenibili che ridefiniscono il futuro della città e lasciano un’eredità duratura.

I Giochi Olimpici Invernali di Milano-Cortina 2026 rappresentano una straordinaria occasione di trasformazione per la città. Sono previsti infatti interventi urbanistici che cambieranno il volto di alcune zone chiave. Tra i progetti di maggiore impatto, spicca il Villaggio Olimpico, attualmente in costruzione nell’area dell’ex scalo ferroviario di Porta Romana. Si tratta di una delle iniziative di rigenerazione urbana più importanti della città.
Il Villaggio Olimpico tra risotto giallo e Sant’Ambroeus
Il Villaggio Olimpico, che ospiterà atleti olimpici e paralimpici tra febbraio e marzo 2026, sarà completato e consegnato entro luglio di quest’anno. Così dicono… Dopo i giochi, verrà riconvertito in uno studentato da 1.700 posti letto a tariffe agevolate, in convenzione con il Comune. Questo progetto a destinazione mista prevede anche spazi per uffici, residenze sociali e un’ampia piazza pubblica.
Le caratteristiche innovative del progetto tra un archistar e un magut (aiuto muratore)
Nella realizzazione del Villaggio Olimpico sono state utilizzate tecniche di prefabbricazione, che riducono i tempi di costruzione. Le strutture portanti sono in prefabbricato e le facciate interne delle strutture sono in legno modulare (x-lam). érevisti oltre 1.100 bagni prefabbricati posati con precisione in cantiere. Tutto i materiali utilizzato sono sostenibili e gli arredi per ogni singolo spazio saranno allestiti con arredi di fabbricazone italiana. Da notale che la conversione a studentato di tutte le nuove strutture costruite per accogliere gli atleti e le delegazioni saranno completate entro settembre 2026, con l’installazione di aree verdi già rigogliose per il cosiddetto landscaping.
Che impatto avranno le Olimpiadi su Milano?
Il progetto del Villaggio è parte di un piano più ampio di rigenerazione urbana che coinvolge la zona sud della città, contribuendo alla creazione di spazi pubblici accessibili e funzionali. L’area di Porta Romana diventerà un modello di sostenibilità e innovazione, grazie all’armonia tra architettura, funzioni pubbliche e integrazione del verde urbano. Le Olimpiadi del 2026, oltre ad attirare l’attenzione globale, stanno già contribuendo alla riqualificazione della città, rafforzando la vocazione di Milano come polo di eccellenza e sostenibilità. La città non solo accoglierà atleti e visitatori da tutto il mondo, ma offrirà, in eredità, nuove soluzioni abitative e spazi di aggregazione pensati per il futuro.
Italia
Quella telefonata che ti toglie la patente. Come cambiano le regole
Dall’Alcolock al cellulare alla guida sono cambiate le regole del nuovo codice della strada. Molte novità in arrivo. Una stangata per gli automobilisti indisciplinati.

Dall’Alcolock alla telefonata mentre si guida sono cambiate le regole del nuovo codice della strada. Una stangata per gli automobilisti indisciplinati.
Il nuovo codice della strada è cambiato. Le nuove regole contngono misure drastiche per gli automobilisti che tentano di fare i furbi. Vediamo quali.
Alcol e droghe
Per tassi alcolemici tra 0,5 e 0,8 grammi per litro, è prevista una multa da 573 a 2.170 euro e sospensione della patente da 3 a 6 mesi. Per tassi tra 0,8 e 1,5 grammi per litro, la sanzione è raddoppiata con multa fino a 3.200 euro. E’ previsto anche l’arresto fino a 6 mesi e sospensione della patente da 6 mesi a 1 anno.
Per tassi superiori a 1,5 grammi per litro, le sanzioni sono ancora più severe. E’ previsto infatti l’arresto da 6 mesi a 1 anno, una multa fino a 6.000 euro e la sospensione della patente da 1 a 2 anni. La sospensione è raddoppiata se si utilizza l’auto di un’altra persona. È prevista anche la confisca del veicolo in caso di condanna o patteggiamento per guida in stato di ebbrezza.
Alcolock
Il nuovo codice della strada dovrebbe introdurre l’Alcolock, ovvero un dispositivo che impedisce l’avviamento del motore se viene rilevato un tasso alcolemico superiore a zero. In questo caso sarà necessario definire quali officine saranno autorizzate alla sua installazione.
Neopatentati
Per i primi tre anni dopo il conseguimento della patente B, è consentita la guida di auto con potenza fino a 75 kW/t, con limite aumentato a 105 kW per veicoli elettrici e ibridi.
Autovelox
Il nuovo codice della strada prevede che sarà possibile cumulare le sanzioni se si viene rilevati da più autovelox entro la stessa ora e sullo stesso tratto di strada. Ma si applicherà solo la sanzione più grave aumentata di un terzo.
La telefonata che può costarti caro
È previsto il ritiro della patente da 15 giorni a due mesi e una multa fino a 1.697 euro per l’uso del cellulare durante la guida. In caso di recidiva, la multa sale fino a 2.588 euro e si aggiunge la sospensione della patente fino a tre mesi, oltre alla decurtazione di punti.
Queste sono solo alcune delle principali modifiche introdotte nel nuovo codice della strada, che mira a migliorare la sicurezza stradale e a ridurre comportamenti pericolosi sulla strada.
Italia
Smaltimento rifiuti, la Sicilia è ancora la regione dove si paga di più
Le differenze nei costi della TARSU tra le diverse regioni italiane riflettono in gran parte le variazioni nell’efficienza della gestione dei rifiuti e nelle infrastrutture disponibili. Mentre le regioni del Nord tendono a beneficiare di un sistema più avanzato e sostenibile, il Sud e le isole spesso devono fare i conti con inefficienze che si traducono in tariffe più elevate per i cittadini

In questi giorni stanno arrivando gli avvisi da parte dei comuni per il pagamento della TARSU, ovvero la Tassa per lo Smaltimento dei Rifiuti Solidi Urbani, è una delle voci di spesa che i cittadini italiani devono affrontare ogni anno. Si può estinguere in una rata unica oppure in tre rate già determinate dal comune di residenza con bollettino F24 allegato. Questo tributo, che è stato in parte sostituito dalla TARI (Tassa sui Rifiuti) nel 2014, varia notevolmente tra le diverse regioni italiane. Vediamo come si differenziano i costi della TARSU nelle principali regioni.
Le regioni del nord sono le più efficienti
Lombardia, Piemonte e Veneto da sempre mostrano una gestione più efficiente del servizio di smaltimento dei rifiuti, con costi relativamente contenuti. In Lombardia i costi medi della TARSU sono tra i più bassi. Variano dai 150 ai 250 euro annui per una famiglia di quattro persone. A Milano, in media si resta al di sotto dei 300 euro anche se la gestione dei rifiuti urbani è sempre più sostenibile. Il Piemonte applica tariffe che variano dai 180 ai 270 euro annui. Il capoluogo Torino garantisce tariffe moderate, beneficiando di un sistema di raccolta differenziata ben organizzato che in media è di 250 euro annui. Il Veneto ha dei costi medi che oscillano tra i 160 e i 260 euro, con Venezia che però supera i 300 euro annui a famiglia.
Nel centro Italia un leggero aumento
Nel Centro Italia, i costi della TARSU cambiano e crescono con alcune aree che presentano tariffe più elevate rispetto al Nord. In Toscana per esempio i costi medi sono tra i 200 e i 300 euro annui. Firenze riesce a mantenere le tariffe nella media di 290 euro. Nel Lazio a Roma, i costi possono essere più elevati, con una media che varia dai 250 ai 350 euro. La capitale ha problemi di gestione e smaltimento dei rifiuti. Nelle Marche le tariffe si mantengono tra i 190 e i 280 euro, con una buona performance nella raccolta differenziata che contribuisce a contenere i costi.
Le dolenti note del Sud Italia e delle Isole
Le regioni del Sud Italia e le isole, come Sicilia e Sardegna, hanno costi della TARSU più alti del Paese. La causa molto spesso è l’inefficienze nella gestione dei rifiuti e il minori numero delle infrastrutture disponibili. Napoli per esempio è tra le città con i costi più alti, con tariffe che possono raggiungere i 400 euro annui con problemi cronici nella gestione dei rifiuti. Ma la cifra più alta viene pagata in Sicilia a Palermo e Catania che soffrono di mancanza di impianti. I costi medi dell’isola vanno dai 250 ai 400 euro. Palermo e Catania, in particolare, registrano tariffe più elevate che sfiorano i 500 euro annui per famiglia. Diversa la situazione in Sardegna dove il costo per lo smaltimenti dei rifiuti urbani costi medi annui scendono da 220 e i 340 euro. L’isola deve affrontare la sfida della raccolta nelle aree più remote difficili da raggiungere.
Ma perché questa tassa in Sicilia costa di più
In Sicilia la Tarsu ha cifre maggiori per una serie di motivi che vanno dalla difficoltà a organizzare una raccolta e uno smaltimento efficaci, con conseguenti costi operativi elevati, a una mancanza di pianificazione e una inefficienza amministrativa generalizzata. Inoltre l’Isola soffre della carenza di impianti moderni di trattamento e riciclaggio. Questo significa che una grande quantità di rifiuti deve essere trasportata in altre regioni o gestita in discariche locali, aumentando i costi. Per ridurre questi costi sarebbe necessario un intervento su più fronti. Migliorare l’efficienza gestionale, investire in nuove infrastrutture, aumentare la raccolta differenziata e combattere la corruzione. Passaggi fondamentali per ridurre le tariffe e migliorare il servizio per i cittadini. La cooperazione tra amministrazioni locali, regionali e nazionali è essenziale per affrontare questi problemi in modo efficace e sostenibile.
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