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Il Giubileo del 1700 e la morte di Papa Innocenzo XII: ecco come la Chiesa gestì la sede vacante

Il Giubileo del 1700, con la sua particolare sequenza di eventi, rimane un esempio di come la fede possa superare anche le più grandi sfide.

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    La morte di Papa Francesco cade a pochi mesi dall’inaugurazione del Giubileo della Speranza, che Bergoglio ha avviato con l’apertura della Porta Santa di San Pietro. Era già accaduto nelle storia della Chiesa? La risposta è sì e più precisamente nel 1700. In quell’occasione l’Anno Santo fu segnato da un evento straordinario: la morte del pontefice che lo aveva indetto, Papa Innocenzo XII.

    L’inizio del Giubileo e la morte di Innocenzo XII

    Papa Innocenzo XII, al secolo Antonio Francesco Pignatelli, aveva inaugurato l’Anno Santo nel 1699 con la bolla Regi Saeculorum, aprendo la Porta Santa e dando inizio alle celebrazioni giubilari. Ma la sua salute era precaria. Già anziano e debilitato, il papa non riuscì a seguire fino alla fine il corso degli eventi. Nel settembre del 1700, morì, lasciando la Chiesa in una situazione di sede vacante proprio durante uno dei periodi liturgici più importanti. La sua scomparsa generò grande commozione non solo tra i cattolici. I protestanti d’Europa, infatti, avevano apprezzato alcune delle sue decisioni pontificie, tra cui la condanna del nepotismo con la bolla Romanorum decet Pontificem.

    Per la prima volta nella storia della Chiesa, un Giubileo fu iniziato da un Papa e chiuso da un altro. Con la morte di Innocenzo XII, si aprì un lungo conclave per l’elezione del successore. Per più di due mesi, i cardinali si riunirono per discutere, mentre il Giubileo continuava senza la guida del Pontefice. Fu solo l’8 dicembre del 1700 che, dopo numerosi dibattiti, fu eletto Papa Clemente XI (Giovanni Francesco Albani). Con il poco tempo rimasto prima della chiusura delle Porte Sante, Clemente prese una decisione significativa. Concesse l’indulgenza plenaria a tutti i fedeli che avevano visitato le tombe degli Apostoli. E inoltre a chi aveva partecipato alle celebrazioni giubilari, dando un senso di continuità all’evento nonostante l’assenza del Papa durante gran parte di esso.

    Le difficoltà pratiche e la gestione dei pellegrini per un Giubileo difficile

    La morte di Innocenzo XII non solo fu un momento di grande lutto, ma causò anche complicazioni logistiche. La presenza di milioni di pellegrini in Roma richiedeva misure speciali per garantire ordine e sicurezza. La cerimonia di chiusura del Giubileo, pur senza la presenza del pontefice, si svolse con solennità. A presiedere l’evento fu il cardinale Cybo, decano del Sacro Collegio, ma anche lui si ammalò gravemente, costringendo il cardinale francese De la Tour de Buglione a sostituirlo. La regina di Polonia, María Cristina, vedova di Casimiro Sobieski, partecipò alla celebrazione entrando scalza in San Pietro, vestita da penitente, simbolo del forte spirito religioso che animava l’Anno Santo nonostante le difficoltà.

    Imprevisti e modifiche del percorso giubilare

    Oltre alla sede vacante, un altro evento complicò il Giubileo del 1700. Ci fu una piena del Tevere che isolò la Basilica di San Paolo fuori le mura, una delle tappe tradizionali del pellegrinaggio. Per rimediare, la Chiesa sostituì temporaneamente la basilica con Santa Maria in Trastevere, come era già successo nel Giubileo del 1625. Nonostante gli imprevisti e l’assenza di un Papa per gran parte delle celebrazioni, il Giubileo del 1700 fu portato a termine con dignità e devozione. Anche se il periodo di sede vacante causò una diminuzione del numero di pellegrini a Roma, la Chiesa riuscì a mantenere vivo lo spirito dell’Anno Santo. L’evento rappresentò un banco di prova per l’organizzazione ecclesiastica e per la capacità della Chiesa di gestire periodi di transizione. La concessione dell’indulgenza plenaria fu vista come un gesto importante per mantenere viva la sacralità del Giubileo.

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