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Italia

Meteo: dopo Capodanno arrivano le prime perturbazioni del 2025

Temperature miti e giornate soleggiate caratterizzeranno l’inizio del nuovo anno, ma nubi basse, nebbie e piogge sparse faranno presto capolino. Ecco cosa aspettarsi nei primi giorni del 2025.

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    Il Capodanno 2025 si prepara a salutare l’inizio del nuovo anno con un quadro meteorologico complessivamente stabile, dominato da un robusto anticiclone che garantirà cieli sereni o poco nuvolosi su buona parte dell’Italia. Tuttavia, questa condizione di calma atmosferica porterà con sé alcuni effetti collaterali: nebbie e accumulo di inquinanti, soprattutto nelle aree urbane e nella Val Padana, dove si attende una visibilità ridotta nelle ore più fredde.

    La notte di San Silvestro: tra nebbia e nubi basse

    Per chi si appresta a trascorrere il 31 dicembre all’aperto, la previsione parla di nebbie fitte in Pianura Padana, con visibilità limitata in molte zone, soprattutto durante la notte e le prime ore del mattino. Nubi basse saranno invece protagoniste lungo la Liguria, la Toscana e alcune aree del Lazio e dell’Umbria, senza escludere il sud della Sardegna.

    Altrove, il cielo sarà sereno o poco nuvoloso, con temperature miti per la stagione, soprattutto in montagna. La mancanza di ventilazione favorirà il ristagno di umidità, aggravando la situazione nelle zone nebbiose.

    Cosa succederà nei giorni successivi?

    Dopo un inizio stabile, il quadro meteorologico inizierà a mutare nella seconda metà della settimana. L’anticiclone, che protegge il nostro Paese, si indebolirà progressivamente, permettendo l’ingresso delle perturbazioni atlantiche dal nord Europa.

    • 2 gennaio: Le nubi aumenteranno in diverse regioni, con cieli grigi soprattutto tra la Liguria e l’alta Toscana, dove saranno possibili deboli piogge. La Val Padana continuerà a essere avvolta da nebbie e nubi basse, mentre il Centro-Sud godrà di maggiori spazi di sereno, eccetto in Campania e Sicilia, dove le nubi saranno più variabili.
    • 3 gennaio: Un primo fronte nuvoloso lambirà il Nord Italia, portando neve sulle Alpi nelle zone di confine e qualche pioggia sulla Liguria orientale. Nubi sparse potrebbero interessare anche la Sicilia, con isolate piogge nel sud dell’isola. Le temperature si manterranno stabili, ma i venti di Libeccio e Scirocco saranno in rinforzo, rendendo mosso il mare soprattutto lungo il Canale di Sardegna e il Ligure.

    Tendenza per l’Epifania

    Guardando oltre, il meteo per l’Epifania resta ancora incerto, ma le proiezioni attuali suggeriscono un probabile ritorno del maltempo, con un ulteriore abbassamento delle temperature e un incremento delle precipitazioni, soprattutto al Nord e lungo le aree tirreniche.

    Seguire gli aggiornamenti diventa fondamentale per pianificare al meglio le prime giornate del 2025. Nonostante la stabilità iniziale, il nuovo anno sembra pronto a ricordarci che l’inverno è ancora in corso.

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      Italia

      Mario Tozzi: «I Campi Flegrei sono il nostro supervulcano. Non si può vivere sopra a un rischio così»

      I Campi Flegrei, un pentolone sotterraneo di magma ribollente, rappresentano una minaccia concreta. Tra crisi bradisismiche e terremoti, Mario Tozzi invita alla prevenzione e critica l’urbanizzazione selvaggia che ha cancellato la memoria dei vulcani. Senza un piano d’azione e cittadini consapevoli, anche un allarme con 72 ore d’anticipo potrebbe essere inutile.

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        Mario Tozzi, primo ricercatore del Cnr e noto volto di Sapiens su Rai3, non usa mezzi termini per descrivere il rischio rappresentato dai Campi Flegrei: «Sono il nostro supervulcano, quello davvero pericoloso, più del Vesuvio. È un pentolone sotterraneo pieno di magma ribollente, capace di sprigionare eruzioni esplosive potenzialmente devastanti». Tozzi punta il dito contro l’urbanizzazione selvaggia che ha portato 500-600mila persone a vivere in quest’area ad altissimo rischio: «Piuttosto che persuadere la gente ad andarsene, abbiamo invitato a costruire e vivere lì. È stato cancellato tutto: la memoria, i vulcani stessi, nascosti sotto ospedali, quartieri, città».

        Il supervulcano nascosto

        Il geologo sottolinea come dei 29 vulcani e centri eruttivi dell’area, solo la Solfatara e gli Astroni siano ancora visibili. Gli altri sono stati sepolti da asfalto e cemento. «Nel 1538 nacque in pochissimi giorni un vulcano di tutto rispetto, il Monte Nuovo», ricorda Tozzi, «e continuiamo a trattare i Campi Flegrei come un territorio qualsiasi».

        Con l’attuale crisi bradisismica, che potrebbe sfociare in terremoti di magnitudo fino a 5, Tozzi non nasconde la sua preoccupazione: «Non sappiamo se è il magma che spinge, ma i terremoti continueranno». L’ultimo sisma di Casamicciola, di magnitudo 4.2, è stato sufficiente a causare morti e distruzioni, e lo scenario flegreo potrebbe essere ben peggiore.

        Prevenzione e consapevolezza

        «I parametri come i terremoti, il rigonfiamento della crosta terrestre e la temperatura delle fumarole vengono monitorati costantemente dall’Osservatorio Vesuviano-Ingv», spiega Tozzi. «Se dovesse avvicinarsi un’eruzione, potremmo avere un preavviso di 72 ore. Ma la domanda è: sapremmo utilizzare quel tempo?».

        Secondo Tozzi, mancano esercitazioni adeguate e un’effettiva consapevolezza da parte dei cittadini. «Convincere mezzo milione di persone a scappare lasciando tutto a casa, auto comprese, e recarsi in un punto di raccolta per salire su mezzi pubblici diretti chissà dove non è semplice. Senza una preparazione adeguata, rischiamo di sapere dell’eruzione con anticipo ma di ritrovarci con le strade intasate».

        Un rischio che dipende da noi

        Tozzi critica anche le richieste di un sisma-bonus per mettere in sicurezza le abitazioni. «Contro i terremoti è utile, ma contro le eruzioni esplosive non serve a nulla. In quel caso, l’unica soluzione è andarsene».

        Infine, Tozzi invita a un cambiamento culturale: «Il rischio vulcanico nei Campi Flegrei non dipende solo dal supervulcano, ma soprattutto da noi. Serve una mentalità diversa, amministratori che facciano rispettare le regole e uno Stato che investa seriamente in prevenzione per le regioni a rischio».

        La crisi dei Campi Flegrei è un monito: affrontare il rischio significa non solo monitorarlo, ma prepararsi ad affrontarlo, consapevoli che la natura non fa sconti.

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          Italia

          Bonus anziani da 850 euro: un sostegno per le cure e l’assistenza agli over 80

          Disponibile dal 2 gennaio 2025, la misura è dedicata agli anziani non autosufficienti con redditi bassi. Ecco come richiederlo e a chi spetta.

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            A partire dal 2 gennaio è possibile presentare domanda per il Bonus anziani da 850 euro mensili, una misura pensata per aiutare gli over 80 non autosufficienti a sostenere le spese per l’assistenza domiciliare. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita di chi necessita di cure costanti, con un sostegno economico esente da tasse e pignoramenti.

            Chi può ricevere il Bonus?

            Per accedere al Bonus, è necessario soddisfare quattro requisiti fondamentali. Primo il richiedente deve avere almeno 80 anni. Deve munirsi ed esibire un certificato nel quale venga attestato un bisogno assistenziale gravissimo dalla Commissione medico-legale dell’Inps.
            Il terzo requisito riguarda l’ISEE. Per ottenere le prestazioni agevolate sociosanitarie come in questo caso l’ISEEnon deve superare i 6.000 euro. Infine al richiedente il Bonus si richiede di essere titolare del certificato di indennità di accompagnamento. Idennità, che, se sospesa, impedirà l’accesso allo stesso Bonus.

            Come richiedere il Bonus

            La domanda può essere presentata online accedendo al sito dell’Inps con la propria identità digitale (SPID, CIE o CNS) nella sezione “Decreto Anziani – Prestazione Universale“.
            Il Bonus si può richiedere naturalmente tramite patronati o rivolgendosi a enti autorizzati che offrono supporto nella compilazione della richiesta. Una volta approvata, la prestazione economica verrà erogata mensilmente a partire dal mese di presentazione della domanda.

            Come utilizzare questo aiuto

            Il bonus di 850 euro è vincolato a spese per il lavoro di cura e assistenza all’anziano. Sprse che comprendono: assistenza domiciliare ovvero pagamento di badanti o lavoratori domestici con regolare contratto. Ai servizi professionali per acquisto di servizi forniti da imprese qualificate nell’assistenza sociale non residenziale, in conformità con la programmazione regionale e locale. Ma quante sono le persone che ne potranno beneficiare? Si stima che il Bonus interesserà circa 24.500 anziani in tutta Italia, con una maggiore concentrazione in regioni come Lombardia, Lazio e Campania. Il finanziamento complessivo della misura è di 500 milioni di euro e la prestazione sarà disponibile fino al 31 dicembre 2026.

            Ci sono altri Bonus disponibili per gli anziani?

            Certo, accanto al Bonus anziani, esistono altre agevolazioni per supportare le famiglie e le persone fragili. Si va dagli aiuti per badanti e babysitte per l’assunzione di personale domestico qualificato al Bonus bollette che prevede la riduzioni sulle utenze domestiche per anziani con redditi bassi. Dalla detrazioni per spese mediche e di assistenza con agevolazioni fiscali per i costi sostenuti per cure mediche e assistenza, al Fondo per la non autosufficienza che prevede inanziamenti regionali per supportare le famiglie con anziani o disabili a carico.

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              Italia

              Come sarà il meteo per l’Epifania: dal gelo al maltempo con temperature in risalita

              Italia tra Artico e Atlantico: neve, pioggia e venti intensi attesi nei prossimi giorni.

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                Il 2025 in Italia si apre con una situazione meteorologica molto dinamica. Dopo una fase di stabilità atmosferica caratterizzata da nebbie in pianura e molte nubi sul versante tirrenico, una perturbazione di origine artica è pronta a stravolgere il quadro climatico. Ecco cosa ci aspetta nei prossimi giorni e durante il weekend dell’Epifania.

                Il freddo fa capolino

                Dopo un giovedì caratterizzato da cieli nuvolosi in Valpadana e Liguria, con nevicate sui settori alpini di confine dalla sera e rivesci su Toscana e Lazio oggi si prevede neve sulle Alpi settentrionali anche a besse quote. I rovesci si sposteranno su Emilia-Romagna e Appennino con neve sotto i 1000 metri mentre al Centro e al Sud, sono previste piogge sparse e temporali che colpiranno le regioni adriatiche e tirreniche. Per l’Epifania avremo neve anche in Appennino dagli 800 ai 1300 metri. Previsti anche venti intensi di Bora, Tramontana e Libeccio che agiteranno i mari, mentre le temperature caleranno, soprattutto lungo l’Adriatico.

                E il weekend della Befana? Ci porterà carbone e maltempo

                Dopo il veloce passaggio del fronte freddo, l’alta pressione il 4 gennaio porterà una giornata soleggiata al Centro-Nord, con residua instabilità solo all’estremo Sud. Sono previste temperature minime in calo al Nord con gelate in pianura, mentre al Sud le massime registreranno un lieve calo. Ma per il 5 è previsto l’avvincinamento di un nuovo fronte atlantico che porterà correnti umide e miti dal Sud. Al Centro-Nord si prevede una giornata grigia con nuvolosità diffusa, ma scarse precipitazioni, mentre al Sud il tempo sarà più soleggiato. Le temperature risaliranno su tutta la penisola, con un po’ di freddo isolato in Valpadana.

                L’Epifania ci regalerà un ciclone nord-atlantico che metterà in moto una fase di intenso maltempo sull’Italia. Al Nord, possibili nevicate fino in pianura, specie in Piemonte, anche se miste a pioggia. Il Centro vedrà piogge abbondanti e venti meridionali intensi, con temperature in aumento fino a 16°C a Roma. Al Sud, temporali e piogge interesseranno il versante tirrenico. Nei giorni successivi, tra l’8 e il 9 gennaio, si prevede un brusco ritorno del gelo con l’arrivo di aria artica sull’Italia. Questo potrebbe innescare un calo drastico delle temperature e portare nevicate diffuse fino a bassa quota, soprattutto al Centro-Nord. Insomma la Befana non si porterà via nulla.

                Dopo l’Epifania siamo destinati a un freddo intenso

                Fino al 20 gennaio l’abbassamento del fronte polare porterà perturbazioni alternate a fasi più stabili. Le temperature saranno generalmente sopra la media, con un clima più freddo possibile solo sulle Alpi occidentali e in Valpadana. Ma dalla terza settimana del mese è previsto l’arrivo di un promontorio freddo verso l’Europa settentrionale che potrebbe determinare un nuovo calo termico anche sull’Italia, con possibili nevicate a quote collinari.

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