Italia
Milano: in Consiglio Regionale Luca Marrelli invoca maggior sostegno alle forze dell’ordine
Milano, vibrante e cosmopolita metropoli, negli ultimi anni ha visto crescere la percezione di insicurezza tra i suoi cittadini. E’ allarme nell’opinione pubblica che mette sotto pressione le istituzioni. Cosa si può fare per migliorare la situazione?

Nel capoluogo lombardo esiste da tempo un’emergenza sotto agli occhi di tutti. La cronaca locale si riempie a cadenza praticamente quotidiana di episodi di criminalità, da rapine agd aggressioni di vario tipo, arrivando fino agli stupri. La città è sotto assedio, con un fulcro altamente pericoloso situato nei pressi della Stazione Centrale.
La criminalità continua a crescere: lo testimoniano i dati
Milano purtroppo continua a confermarsi la città meno sicura d’Italia, il per nulla gratificante primato è certificato dall’Indice della Criminalità pubblicato dal Sole 24 Ore. Il dato 2023 contemplava oltre 7mila segnalazioni ogni 100mila abitanti, confermando il capoluogo lombardo con il maggior numero di reati denunciati d’Italia. A seguire Roma e Firenze. I dati disponibili più recenti, aggiornati a poche settimane fa, parlano in generale di un incremento della criminalità negli ultimi tre mesi, con il timore condiviso dalla maggior parte dei cittadini nei confronti di furti e vandalismi. In aumento il livello di corruzione e concussione, con la gente sempre più restia a vivere la città dopo il tardo pomeriggio.
L’intervento del Consigliere Marrelli
Su questo macro argomento è intervenuto il Consigliere Luca Marrelli, nell’ambito di alcune mozioni – discusse in Consiglio Regionale – sulla sicurezza e il sostegno alle forze dell’ordine in seguito a una serie di inaccettabili violenze e oltraggi. Dichiara Marrelli: “È necessario superare le generalizzazioni e concentrarci sui fatti. I responsabili di questi crimini sono criminali, indipendentemente dalla loro nazionalità. Per combattere l’insicurezza abbiamo bisogno di un approccio più coordinato e incisivo, che coinvolga tutte le istituzioni a livello locale e nazionale”.
Un tristissimo primato
Marrelli ha ribadito con forza quello che, purtroppo, è sotto gli occhi di tutti: Milano è una città tutt’altro che sicura. Detiene il poco invidiabile primato per scippi, rapine, furti, borseggi che incidono profondamente sulla percezione di insicurezza. Sempre secondo Marrelli, l’amministrazione di centrosinistra non ha chiaro il problema, mentre il sindaco Sala tace o omette di commentare aspetti scomodi – ma reali – per la metropoli da lui amministrata.
Parola d’ordine: legalità
Per costruire un futuro positivo, soprattutto per i giovani, l’indicazione del Consigliere Regionale Marrelli è quella di partire prioritariamente da legalità e sicurezza. Fondamentale una maggiore sinergia tra vari enti, perché il controllo del territorio non può appartenere solo allo Stato centrale ma deve necessariamente impegnare anche i poteri locali. Tutto questo attraverso una politica più attenta e rigorosa, che necessita di una responsabilità condivisa.
Un grazie particolare a chi sta in prima linea
La “ricetta” per una Milano migliore passa attraverso una condanna ferma e decisa contro i delinquenti che distruggono arredi urbani, vetrine ed automobili, che aggrediscono le forze dell’ordine, realtà a cui Marrelli ha testimoniato infine totale vicinanza, solidarietà e affetto ringraziandole per quello che fanno ogni giorno per tutelare i milanesi.

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Italia
I rituali pasquali del sabato santo tra silenzio e attesa
E’ un giorno di silenzio eloquente, di trepidante attesa e di raccoglimento. È il momento in cui la Chiesa, come il seme che marcisce nella terra, attende pazientemente il germoglio della vita nuova che si manifesta nella gioia della Pasqua.

Il sabato santo, cuore del Triduo Pasquale, è un giorno unico e speciale nella liturgia cristiana. Si caratterizza come un tempo di attesa e silenzio, in cui la Chiesa medita sulla Passione e la morte di Cristo, sostando presso il suo sepolcro. È un giorno “a-liturgico“, privo cioè di celebrazioni eucaristiche. Ad eccezione della preghiera dell’Ufficio delle letture e delle lodi, che scandiscono il tempo in preparazione alla veglia Pasquale. Il sabato santo è soprannominato il giorno del “grande silenzio”. È un tempo sospeso, privo di alleanza, dedicato alla meditazione e all’attesa della Risurrezione. La Chiesa invita i fedeli a vivere questo giorno con raccoglimento e digiuno. È un tempo per contemplare il mistero della Passione di Cristo, della sua discesa agli inferi e della speranza nella Risurrezione.
La mancanza di celebrazioni liturgiche
Durante il sabato santo non si celebra l’Eucaristia. Questa peculiarità sottolinea il carattere di vuoto e attesa del giorno, riservato all’azione invisibile di Dio. Il digiuno e la preghiera diventano i mezzi principali per accompagnare Cristo nel suo riposo nel sepolcro. E come lo si fa? Con la veglia del sepolcro e l’ora della madre. In alcune tradizioni locali durante il sabato santo si valorizzano momenti di preghiera comunitaria. Infatti la veglia del sepolcro si svolge spesso con preghiere silenziose davanti al Santissimo Sacramento o alla rappresentazione del Cristo deposto. L’ora della madre, invece, è un momento dedicato a Maria, che accompagna con dolore e speranza l’attesa della Risurrezione del figlio.
La cura del silenzio
Il sabato santo è un giorno che invita alla contemplazione e al rispetto del silenzio. Questo silenzio non è semplice lutto, ma una trepidazione carica di speranza. I fedeli sono chiamati a custodire questo “tempo sospeso”, evitando di riempirlo con attività frenetiche, per lasciar spazio alla preparazione interiore in vista della veglia Pasquale. La mancanza di celebrazioni rappresenta il “grande intervallo” che va dalla consegna dello Spirito di Cristo sulla croce alla sua gloriosa Risurrezione. È un tempo simbolico che richiama la sepoltura di Cristo, simboleggiata dal silenzio del sepolcro in cui il seme della Risurrezione è già stato deposto.
Come si prepara la veglia Pasquale
Sebbene il sabato santo sia un giorno a-liturgico, è anche un momento di preparazione per la grande celebrazione della veglia Pasquale. Questa celebrazione, che inizia la sera con il crepitio del fuoco e l’annuncio “Luce di Cristo“, rompe il silenzio e inaugura l’arrivo e il trionfo della Risurrezione.
Italia
I rituali del venerdì santo: un giorno di sacrificio e contemplazione
La Passione di Cristo rivive attraverso i riti solenni della Via Crucis, della Liturgia della Passione e del silenzio contemplativo, un momento centrale per la fede cristiana.

Il venerdì santo rappresenta uno dei momenti più significativi della celebrazione della Pasqua nella tradizione cristiana. È il giorno in cui si ricorda la Passione e la Crocifissione di Gesù Cristo, e per questo motivo è caratterizzato da riti intensamente spirituali e solenni. Ecco una descrizione dettagliata di alcuni rituali e tradizioni tipiche del venerdì santo tra cia crucis, digiuno e silenzio.
Il venerdì santo richiama la via crucis
La via crucis, o “Cammino della Croce“, è una celebrazione simbolica che ripercorre i momenti della Passione di Cristo, attraverso le 14 stazioni che rappresentano i passaggi più significativi dal processo di condanna fino alla sua morte e sepoltura. È un rito comune in molte comunità cristiane. Può svolgersi all’interno delle chiese, con processioni simboliche tra le diverse stazioni rappresentate da dipinti o sculture. Ma le più sentite e signifcative sono qelle all’aperto, con processioni lungo le strade, spesso culminanti in una rappresentazione teatrale della Crocifissione. In alcuni luoghi, come a Roma al Colosseo, la via crucis viene celebrata in modo particolarmente solenne e con la partecipazione del Papa.
La liturgia della Passione
Il venerdì santo è l’unico giorno dell’anno in cui non si celebra la messa. Tuttavia, nelle chiese si tiene una speciale liturgia incentrata sulla Passione di Cristo. Questa liturgia comprende la lettura del Vangelo della Passione, spesso tratta dai racconti di Giovanni. Durante la messa si recitano le preghiere universali, in cui si prega per l’unità della Chiesa e la salvezza di tutta l’umanità. Durante la messa si pratica anche l’adorazione della croce, durante la quale i fedeli possono baciare o toccare la croce come segno di venerazione. La liturgia del venerdì santo è anche caratterizzata da un’atmosfera austera, con altari spogli e l’assenza di suoni musicali.
Il venerdì santo dedicato al digiuno e all’astinenza
Il venerdì santo è un giorno di digiuno e astinenza per molti cristiani cattolici. Questo significa consumare un solo pasto completo durante la giornata, con due pasti leggeri se necessario. Inoltre bisogna astenersi dal consumo di carne, in segno di penitenza e rispetto per il sacrificio di Cristo. Molti credenti osservanti in realtà seguono questa indicazione liturgica di un solo pasto tutti i venerdì dell’anno. Atti di rinuncia che aiutano i fedeli a riflettere sul significato della crocifissione e sull’importanza del sacrificio.
Processioni e rappresentazioni della passione
In molte città e paesi, soprattutto nei paesi di tradizione cattolica come Italia, Spagna e America Latina, si svolgono processioni che rappresentano visivamente la passione di Cristo. In Italia, molto note sono le celebrazioni come la “Processione dei Misteri” a Trapani o la “Sacra Rappresentazione” in Abruzzo che vedono partecipazioni massicce e intense. In Spagna, le confraternite organizzano elaborate processioni con statue di Gesù e della Vergine Maria, accompagnate da musiche solenni. Le celebrazioni sono sempre accompagnate da un forte coinvolgimento emotivo, con fedeli che seguono scalzi o portano pesanti croci come atto di devozione.
Un anticipo del silenzio del sabato santo
La sera del venerdì santo conduce al silenzio del sabato santo, un periodo di raccoglimento in cui la Chiesa attende la Resurrezione. Durante la notte del venerdì, in alcuni luoghi i fedeli vegliano e pregano dinanzi alla croce o al santissimo sacramento, in segno di adorazione e contemplazione. Il venerdì santo è un giorno di profonda meditazione sul mistero della sofferenza e del sacrificio di Cristo per la redenzione dell’umanità. È un invito a riflettere sulla propria vita, sul valore del sacrificio e sulla speranza che culmina nella Resurrezione.
Italia
Mattarella è stato dimesso dall’ospedale. Il rientro al Quirinale
L’operazione è stata programmata e si è svolta senza complicazioni. Mattarella ha lasciato l’ospedale dopo meno di 48 ore di ricovero e ora si concede un breve periodo di riposo, senza però interrompere completamente i suoi impegni istituzionali, che riprenderanno regolarmente dopo Pasqua.

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è stato dimesso questa mattina dall’ospedale Santo Spirito di Roma, dove lunedì sera gli era stato impiantato un pacemaker. Dopo le ultime visite di controllo, il professor Roberto Ricci, primario del reparto di cardiologia, ha confermato le dimissioni del capo dello Stato.
Il ricovero è durato meno di 48 ore: attorno alle 9, il discreto corteo presidenziale è stato visto lasciare la struttura sanitaria per fare ritorno al Quirinale. L’intervento era stato programmato, anche se, secondo alcune indiscrezioni, potrebbe essere stato leggermente anticipato a seguito di un lieve malessere o dei risultati di alcuni esami eseguiti nella stessa mattinata, mentre Mattarella, come sempre, aveva regolarmente assolto i suoi numerosi impegni ufficiali.
La giornata di lunedì, infatti, era stata intensa: il presidente aveva incontrato Gianni Letta in occasione dei suoi novant’anni e, a seguire, il primo ministro del Montenegro, Milojko Spajic. L’operazione si è poi svolta senza complicazioni, con un decorso post-operatorio rapido e positivo che non ha reso necessario prolungare la degenza.
Ora il presidente è tornato al Colle, dove osserverà qualche giorno di riposo. Complice anche la pausa delle festività pasquali, potrà concedersi un periodo di distacco dal ritmo consueto, pur senza interrompere del tutto le attività istituzionali.
Fino al 23 aprile, infatti, non sono previste udienze pubbliche. Quel giorno Mattarella riprenderà gli appuntamenti ufficiali accogliendo gli ex combattenti, mentre il 25 aprile interverrà a Genova in occasione della Festa della Liberazione, a conferma della volontà di rispettare gli impegni più significativi del calendario repubblicano.
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