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«Multa da 5mila euro a chi scrive “avvocata” o “sindaca”»: ddl choc della Lega contro l’uso del femminile negli atti

Se il nuovo ddl della Lega diventerà legge, l’uso del femminile nei titoli come “sindaca” o “questora” sarà vietato nei documenti ufficiali. Chi non rispetterà questa regola rischia una multa fino a 5mila euro.

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    La neo-sindaca di Firenze Sara Funaro dovrà presentarsi come “sindaco” negli atti ufficiali del municipio toscano, così come il Comune di Modena dovrà smettere di scrivere “questora” riferendosi a Donatella Dosi, titolare della Questura della città emiliana. In caso contrario, sono previste multe salate.

    Questo è solo uno degli scenari che potrebbero verificarsi se il nuovo disegno di legge presentato dalla Lega diventasse legge. Il partito guidato da Matteo Salvini chiede che l’uso del femminile nei documenti ufficiali sia abolito per legge. Di conseguenza, si dovrebbe scrivere solo “sindaco”, “questore”, “avvocato”, “rettore”, “ministro”, “ingegnere”, indipendentemente dall’identità di genere di chi ricopre il ruolo.

    Maschile universale

    La proposta prevede un ritorno al maschile universale, come ai vecchi tempi, eliminando l’uso dei titoli femminili nei documenti ufficiali. Il disegno di legge, presentato dal senatore leghista Manfredi Potenti, è intitolato “Disposizioni per la tutela della lingua italiana, rispetto alle differenze di genere”.

    L’obiettivo dichiarato nel testo è di “preservare l’integrità della lingua italiana” e di evitare la “modificazione impropria dei titoli pubblici” in base alle diverse sensibilità del tempo. In sostanza, la Lega lancia una crociata contro il politicamente corretto, mirando a mantenere il linguaggio tradizionale.

    Le sanzioni previste

    Per chi non si adegua a queste disposizioni, sono previste sanzioni fino a 5mila euro. Questo provvedimento intende difendere quella che la Lega percepisce come la tradizione della lingua italiana, ma rischia di alimentare ulteriori polemiche e dibattiti sul tema dell’uguaglianza di genere e dell’inclusività linguistica. E una domanda sorge spontanea, ma con tutti i problemi che ha l’italia, questa stupidaggine identitaria e fine a sé stessa era proprio inevitabile?

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