Italia
Parla la maestra licenziata per OnlyFans: “Il problema non sono i bambini, ma l’ipocrisia degli adulti”
Elena Maraga, ex maestra d’asilo di Treviso, racconta la sua storia dopo il licenziamento per la sua attività su OnlyFans. In un’Italia ancora ancorata alla sessuofobia e all’ipocrisia, la sua vicenda solleva interrogativi profondi su lavoro, libertà personale e dignità. Ecco la sua testimonianza completa, ottimizzata per la SEO.
29 anni, è laureata in Scienze dell’Educazione e, fino a poco tempo fa, lavorava come maestra d’asilo in una scuola parrocchiale di Varago, vicino Treviso. Ma la sua vita è cambiata radicalmente dopo la scoperta, da parte della scuola, del suo profilo su OnlyFans. “Non mi sono mai spinta nella pornografia”, chiarisce, “eppure sono stata licenziata con l’accusa di comportamento inappropriato”. A scatenare il caso, la denuncia della compagna del padre di un suo alunno, che – ironia della sorte – era anche un suo abbonato.
OnlyFans e la libertà di scelta: “Ognuno si arrangia come può”
Elena non si nasconde: “Sono un’esibizionista, mi piace mostrare il mio corpo. Ma la vera domanda è: è più dignitoso accettare 1.200 euro al mese o trovare un modo alternativo per vivere?”. La giovane spiega come il suo secondo lavoro le abbia permesso di pensare a un futuro diverso, indipendente. “Faccio body building, curo il mio corpo e la Rete paga per vederlo. In un mese, su OnlyFans, si può guadagnare anche dieci volte tanto lo stipendio da insegnante”.
La condanna sociale
“Mostrarsi in intimo online non rende meno capaci di educare un bambino”, afferma Elena. “Il problema non è la tutela dei minori, ma la sessuofobia e l’ipocrisia degli adulti. In spiaggia si vedono cose ben peggiori. La società ama giudicare ciò che in privato consuma di nascosto”.
Reazioni e solitudine: “Licenziata senza essere ascoltata”
Maraga denuncia la freddezza con cui è stata allontanata dalla scuola: “Il parroco e le colleghe non mi hanno mai chiesto di spiegare. Sono spariti tutti per paura”. I genitori, profondamente cattolici, l’hanno scoperto dai media: “Temono che un giorno possa vergognarmi, ma non mi hanno mai chiesto di smettere”.
“Chi si adatta non deve vergognarsi”
Per Elena il vero scandalo è un Paese dove si sopravvive a stento col proprio lavoro. “La dignità perduta non appartiene a chi mostra una coscia, ma a chi è costretto a farlo perché non riesce più a pagarsi un affitto. Non tutti scelgono OnlyFans, ma ognuno cerca la propria via”.
Il futuro? “Sogno la Spagna, lontano dalla gogna”
Licenziata e senza fondi per sostenere una battaglia legale, oggi Elena sta seguendo un corso per diventare personal trainer. “Sogno di trasferirmi in Spagna, dove posso vivere senza essere giudicata ogni giorno”. E lancia un monito: “Temo un’Italia dove si accetta la censura e la discriminazione, anziché difendere il diritto alla libertà personale”.