Italia
Truffatore si spaccia per operatore della banca e si fa pagare online due bollette della luce

A Jesi, in provincia di Ancona, una truffa telefonica è stata smascherata grazie all’intervento delle forze dell’ordine. Un uomo di 38 anni è stato denunciato per truffa aggravata dopo essersi finto operatore di banca e aver convinto la vittima a pagare online due bollette della luce, rispettivamente di 177 e 124 euro.
Il meccanismo della truffa
Il truffatore, fingendosi un operatore bancario, ha indotto la vittima a fidarsi, sostenendo di volerla proteggere da un possibile raggiro. Facendo leva sulla paura, ha convinto la vittima a eseguire delle operazioni sul conto corrente tramite l’app bancaria. La vittima, ignara del raggiro, ha effettuato due pagamenti in favore di una compagnia elettrica per bollette risalenti al periodo settembre/ottobre 2024. Solo in un secondo momento si è resa conto dell’inganno e ha denunciato l’accaduto alla polizia.
Grazie all’intestazione delle bollette le indagini sono state veloci
Attraverso l’intestazione delle bollette, la polizia è risalita alla zona da cui era partita la truffa. Le bollette erano intestate a un uomo deceduto, ma nella stessa abitazione risiedeva un altro individuo, successivamente identificato come il truffatore. L’uomo è stato denunciato a piede libero per truffa.
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Italia
Fenice di Chiara Ferragni salvata dal fallimento con un aumento di capitale da 6,4 milioni
Sisterhood e Alchimia mettono in sicurezza Fenice con un’iniezione di capitale, mentre Pasquale Morgese si oppone e minaccia azioni legali. Perdite cumulate per 10 milioni di euro.

La società Fenice, legata al marchio di Chiara Ferragni, evita il fallimento grazie a un aumento di capitale da 6,4 milioni di euro. La decisione è stata presa nel corso dell’assemblea dei soci, convocata dopo il crollo finanziario seguito allo scandalo Pandorogate.
Nel 2023, Fenice registrava ricavi per 12 milioni di euro, ma il terremoto mediatico ha spazzato via il business: nel 2024, il fatturato è sceso sotto i 2 milioni, con perdite cumulate che sfiorano i 10 milioni di euro. Senza un’iniezione di capitale, la società avrebbe rischiato la procedura fallimentare.
A sostenere la ricapitalizzazione sono stati i due principali azionisti: Sisterhood, la holding con cui Chiara Ferragni controlla il 32,5%, e Alchimia, la società di Paolo Barletta che detiene il 40%. Con il loro voto favorevole, l’azienda può tirare un sospiro di sollievo, ma la pace è lontana. Pasquale Morgese, titolare del 27,5%, si è opposto alla manovra, annunciando l’intenzione di impugnare la delibera.
Lo scontro tra i soc
L’approvazione dell’aumento di capitale non ha ricucito le divisioni tra i soci, anzi. Morgese non ha partecipato alla sottoscrizione, il che lo porterà a subire una diluizione della sua quota.
La frattura tra gli azionisti si era aperta già prima del Pandorogate, ma si è aggravata con la crisi esplosa dopo le indagini della Procura di Milano. Morgese accusa Ferragni e gli altri soci di aver gestito la società con poca trasparenza, alimentando un disastro finanziario che poteva essere evitato.
Dietro la tensione, c’è il ruolo sempre più centrale di Claudio Calabi, nominato amministratore unico dopo la bufera giudiziaria. È stato lui a proporre l’aumento di capitale, ottenendo il sostegno di Sisterhood e Alchimia.
Dal Pandorogate al rischio fallimento
La crisi di Fenice affonda le radici nel 2022, con la collaborazione tra Chiara Ferragni e Balocco per il lancio dei Pandori Pink Christmas. L’iniziativa benefica si è rivelata un boomerang, con l’Antitrust che ha sanzionato la società per pratica commerciale scorretta e il Codacons che ha presentato una denuncia per truffa aggravata.
Non solo il Pandoro: anche le uova di Pasqua griffate Dolci Preziosi hanno acceso le polemiche. Nel 2024, la Ferragni è stata rinviata a giudizio, mentre la sua società è finita nel mirino per sequestri di conti e indagini fiscali.
Nonostante il tentativo di riparare all’errore con un accordo di risarcimento ai consumatori, l’immagine del brand è crollata, portando con sé le vendite. Senza liquidità, Fenice ha rischiato il collasso, ed è servita una manovra d’urgenza per evitare il tribunale fallimentare.
Ora la società ha una nuova chance, ma le tensioni tra i soci restano. Il futuro di Fenice è ancora tutto da scrivere.
Italia
“Un dono di Dio”: così definisce la sua relazione con una fedele il Parroco dimissionario
Per tutti gli ischitani è ormai il “parroco innamorato”. Don Antonio Scala sta vivendo una relazione con una parrocchiana sposata e, per coerenza, si è dimesso dalla sua carica.

Raggiunto al telefono dal programma Storie Italiane su Rai1, don Antonio Scala spiega le sue motivazioni. Il sacerdote nei giorni scorsi si è dimesso da tutte le sue cariche ecclesiastiche a Ischia a causa di una relazione con una parrocchiana sposata.
Un amore vissuto come un regalo divino
“Non rimpiango quello che ho fatto, è stato un dono di Dio”. Sono queste le sue precise parole, dopo essere finito sulle pagine di cronaca cittadina per essersi innamorato di una sua parrocchiana.
Si sono conosciuti in chiesa
Lui 58 anni, lei 35 e sposata, si sarebbero conosciuti proprio in chiesa. Passando da un rapporto di amicizia all’amore provato da entrambi, in maniera così forte, profonda, prepotente… quasi da spingerli ad ufficializzare la loro unione. Con tutte le conseguenze del caso. Da un lato, infatti, l’autosospensione dalle sue funzioni sacerdotali, dall’altro separazione dal marito per vivere questa storia in maniera libera e piena.
Per entrambi impossibile resistere al sentimento
“Il futuro non lo conosco – ha detto il sacerdote – ma spero di continuare con questa donna perché ci vogliamo bene. Per me è stato qualcosa di molto forte, altrimenti ci saremmo allontanati come dopo una passeggiata. Tu vai a casa tua, io ritorno a casa mia e nascondiamo tutto. Ma non ci siamo riusciti”.
Una scelta dalla quale il prete non vuole tornare indietro
“Possiamo ingannare gli uomini – ha concluso il prete – ma Dio alla fine vede tutto e sa tutto. Ho pensato di andare dal vescovo e dirgli ‘ho fatto questo’ e di prendermi la responsabilità, ci vuole un po’ di tempo per tutti. Voglio bene alla comunità, porto tutti nel cuore, spero che non si allontanino dalla Chiesa. Ma questa è la mia vita, una mia scelta che non c’entra con loro. Non ritorno, ormai ho chiuso e non mi sento più di fare il prete. Non basterebbe una confessione, ci vuole una conversione”.
Italia
Marzo pazzerello. Anche quest’anno ci attende un mese di meteo imprevedibile e turbolento
Questo mese si conferma come un periodo di grande imprevedibilità meteorologica, con fenomeni atmosferici intensi e variabili che mettono alla prova l’Italia.

Il mese di marzo 2025 sta riservando all’Italia condizioni meteorologiche estremamente variabili e turbolente. Ma come mai? Dopo un inverno anomalo caratterizzato da un vortice polare particolarmente forte, le condizioni atmosferiche stanno subendo un drastico cambiamento con l’arrivo del mese primaverile. Gli esperti meteo avevano già previsto che la primavera avrebbe potuto portare sorprese meteorologiche, e così è stato.
Dopo una prima settimana primaverile ora ci attendono perturbazioni intense
Il meteo delle prossime settimane sarà a dir poco esplosivo, con un susseguirsi di perturbazioni particolarmente intense. L’anticiclone, che fino a sabato scorso ha trattenuto l’energia atmosferica come un tappo, domenica ha ceduto, permettendo l’ingresso di correnti fredde e perturbazioni atlantiche. Questi cambiamenti stanno portando piogge abbondanti, venti impetuosi e nevicate intense, con conseguenze critiche per diverse regioni italiane.
In marzo rischi di nevicate e valanghe
Uno dei principali rischi riguarda la quantità di neve che potrebbe cadere in alta quota. Il graduale aumento delle temperature potrebbe causare un incremento esponenziale del rischio di valanghe, soprattutto lungo l’arco alpino e in alcuni settori dell’Appennino. Gli esperti monitorano costantemente la situazione per prevenire possibili disastri naturali. Le nuove nevigate infatti si vanno ad appoggiare su strati di neve compatta ma non riescono ad attecchire. E per questo sono destinate a slittare verso valle aumentando il rischio valanghe.
Cresce anche il pericolo idrogeologico
Anche il rischio idrogeologico è un problema concreto. Le piogge torrenziali e persistenti aumentano il pericolo di frane e alluvioni, soprattutto nelle zone più fragili dal punto di vista geomorfologico. Fiumi e torrenti carichi d’acqua potrebbero facilmente esondare in caso di nubifragi, causando danni significativi alle infrastrutture e alle comunità locali. L’origine di questo scenario è legata all’eventuale indebolimento del vortice polare, che potrebbe consentire l’ingresso di masse d’aria fredda verso l’Europa meridionale. Quando questi venti gelidi interagiscono con le acque relativamente miti del Mediterraneo, si crea un contesto favorevole allo sviluppo di perturbazioni, con cieli nuvolosi e piogge frequenti.
Marzo: un mese di contrasti e riflessioni…
Il meteo di marzo è spesso caratterizzato da improvvisi cambiamenti: giornate soleggiate e miti possono lasciare spazio a piogge e bruschi cali termici. Le proiezioni attuali suggeriscono che le temperature potrebbero scendere sotto la media stagionale, soprattutto nelle ore notturne e nelle aree interne. Anche se non si prevede un’ondata di gelo eccezionale, le condizioni meteorologiche resteranno instabili fino ad aprile.
Conseguenze negative anche per agricoltura e viabilità
Le eventuali ripercussioni di questa fase perturbata potrebbero includere gelate tardive, che rappresentano un rischio per l’agricoltura. Le temperature sottozero nelle prime ore del mattino potrebbero danneggiare le colture, mentre l’abbassamento termico potrebbe portare anche a una riaccensione dei sistemi di riscaldamento nelle città, causando inevitabili disagi per chi pensava di essere ormai in primavera.
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