Mistero
2025: le inquietanti profezie del “Nostradamus vivente” Athos Salomé
Tra extraterrestri, umani geneticamente modificati e intelligenza artificiale autonoma, il 2025 potrebbe segnare una svolta epocale.
Il mistico brasiliano Athos Salomé, soprannominato il “Nostradamus vivente“, ha rilasciato una serie di profezie per il 2025 che descrivono un futuro inquietante e carico di trasformazioni. Dalla rivelazione ufficiale dell’esistenza degli extraterrestri a esperimenti genetici segreti, passando per crisi energetiche pilotate e il controllo della popolazione tramite microchip, Salomé anticipa un anno che metterà alla prova l’intera Umanità.
E quali sarebbero queste inquietanti profezie di Athos Salomé per il 2025?
Riconoscimento della vita extraterrestre
I governi, secondo Salomé, confermeranno l’esistenza di forme di vita aliene, presentando prove che potrebbero variare dalla vita microbica su Marte a civiltà avanzate. Tuttavia, il silenzio strategico delle superpotenze potrebbe generare un caos globale.
Essere umani geneticamente modificati
Esperimenti segreti di clonazione e biotecnologia saranno svelati, mostrando l’esistenza di individui più intelligenti, resistenti e immuni alle malattie rispetto agli esseri umani comuni.
Autonomia dell’intelligenza artificiale
Salomé prevede che l’intelligenza artificiale (AI) raggiungerà un punto critico, con alcune applicazioni che potrebbero sviluppare rudimentali forme di autocoscienza, portando a un incidente globale che ne svelerà la pericolosità.
Crisi energetica manipolata
Nonostante l’esistenza di tecnologie rivoluzionarie come i generatori a energia zero, i sistemi di potere manterranno il controllo energetico globale per sottomettere la popolazione.
Microchip per il controllo della popolazione
Tecnologie impiantabili saranno promosse come strumenti per migliorare salute e sicurezza, ma in realtà potrebbero essere utilizzate per monitorare e manipolare le masse.
Disastri climatici progettati
Nel 2025 sono previsti eventi climatici estremi come uragani e siccità, causati dalla geoingegneria, che destabilizzeranno ulteriormente l’ecosistema globale, colpendo aree geografiche inaspettate.
Rivelazioni su progetti militari segreti
Salomé prevede che verranno divulgati dettagli su basi sotterranee e tecnologie avanzate, tra cui la propulsione gravitazionale, mostrando il vero potenziale dei sistemi di potere mondiali.
…ma per dirla tutta questo Athos Salomé chi è?
Nato in Brasile nel 1986, Salomé è noto per aver predetto eventi significativi come la pandemia di COVID-19, l’acquisizione di X da parte di Elon Musk e la morte della regina Elisabetta II. Le sue visioni, che afferma di ricevere fin dall’età di 12 anni, sarebbero frutto di messaggi mistici provenienti da un’entità chiamata Put Satanakia. Tuttavia, la sua figura genera scetticismo, con alcuni che sospettano possa essere una costruzione artificiale
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Mistero
Il carro di bambù delle Alpi: mistero tra i ghiacci del Passo dello Spluga
Un antico manufatto riemerge nel cuore delle Alpi svizzere, riscrivendo le rotte storiche tra Italia e Svizzera.
Un escursionista svizzero, Sergio Veri, durante un trekking sul Passo dello Spluga, si è imbattuto in un ritrovamento davvero sorprendente. Un piccolo carro di bambù, un manufatto tanto semplice quanto enigmatico. Questo ritrovamento sta sconcertando archeologi e storici. Il bambù non è una pianta originaria dell’Europa, rendendo la sua presenza nel cuore delle Alpi un vero e proprio mistero. Come ci è arrivato?
Un percorso millenario e un enigma moderno
Il Passo dello Spluga, a cavallo tra Svizzera e Italia, è noto per essere stato un’importante via di comunicazione sin dall’antichità. Utilizzato dai Romani per collegare il Cantone dei Grigioni alla Val San Giacomo e Chiavenna, questo passaggio ha testimoniato secoli di commerci, guerre e scambi culturali. Tuttavia, il carro ritrovato, realizzato con ruote e assi di bambù intrecciate con corde, non sembra appartenere a questo contesto storico. Il bambù fu introdotto in Europa solo tra il XVIII e il XIX secolo, suggerendo che il manufatto potrebbe essere stato portato da una regione lontana.
A che cosa serviva quel carro ritrovato sullo Spluga
Le autorità del Canton Grigioni, dopo aver pubblicato le immagini del ritrovamento, hanno chiesto il contributo della comunità per raccogliere informazioni sull’origine e sull’uso del carro. Tra le ipotesi avanzate, si suppone che il carro potesse essere parte di un’operazione di contrabbando o utilizzato per il trasporto di provviste da caccia. La collocazione del manufatto, sepolto per secoli sotto il ghiaccio alpino, ne preserva il mistero. Gli archeologi ritengono che il carro potrebbe essere stato abbandonato durante un attraversamento o un viaggio disperato lungo le asperità del passo.
Ritrovamenti misteriosi
Il ritrovamento di oggetti insoliti lungo le antiche rotte alpine non è una novità. Nel 1991, la scoperta di Ötzi, l’Uomo del Similaun, tra Italia e Austria, portò alla luce una figura di cacciatore dell’Età del Rame con un arco e strumenti di selce. Similmente, nei pressi del Passo del Bernina, vennero rinvenuti frammenti di carri romani, prova dell’uso intensivo delle rotte alpine già in epoca imperiale. Il carro di bambù dello Spluga si inserisce in questo contesto di scoperte affascinanti che raccontano il ruolo cruciale delle Alpi come crocevia di culture, popoli e commerci. Gli esperti stanno ora analizzando il carro per determinarne l’origine esatta e il periodo storico di appartenenza. Il manufatto potrebbe gettare nuova luce sulle connessioni tra l’Europa e regioni lontane in epoche relativamente recenti, o addirittura svelare dettagli inaspettati sul contrabbando attraverso le Alpi.
Curiosità
La hostess che sopravvisse a un volo di oltre 10.000 metri senza paracadute
La storia di Vesna Vulović è davvero straordinaria. Nel 1972, questa assistente di volo serba sopravvisse a una caduta di 10.160 metri senza paracadute dopo che l’aereo su cui lavorava esplose a causa di un attentato terroristico1. Nonostante le gravi ferite e un lungo periodo di riabilitazione, Vesna Vulović divenne un simbolo di speranza e resilienza, detenendo il Guinness World Record per la caduta più alta sopravvissuta senza paracadute2. La sua storia è un incredibile esempio di sopravvivenza e coraggio.
Nel 1972, l’hostess Vesna Vulović sopravvisse incredibilmente a una caduta di 10.160 metri senza paracadute dopo che un attentato terroristico fece esplodere l’aereo su cui stava lavorando. Ripercorriamo questa storia straordinaria, esplorando le cause dell’incidente e come Vesna riuscì a sopravvivere a una tale tragedia.
L’aereo della JAT Yugoslav Airlines, un DC-9, esplose in volo il 26 gennaio 1972 a causa di una bomba nascosta nella stiva, presumibilmente piazzata da un gruppo terroristico croato. L’esplosione avvenne mentre l’aereo sorvolava la Cecoslovacchia (l’attuale Repubblica Ceca), disintegrando l’aereo e lanciando i suoi resti a terra.
Vesna Vulović, che si trovava nella parte posteriore dell’aereo, fu l’unica sopravvissuta tra le 28 persone a bordo. La fusoliera si schiantò su un’area montuosa innevata, e alcuni alberi e il manto nevoso attutirono l’impatto, contribuendo alla sua sopravvivenza. Inoltre, si ritiene che la pressione della cabina depressurizzata e il fatto che Vesna fosse all’interno di una piccola sezione della fusoliera che rimase relativamente intatta, abbiano giocato un ruolo cruciale.
Vesna subì gravi ferite, tra cui fratture al cranio, alle gambe e alla colonna vertebrale, che la lasciarono temporaneamente paralizzata dalla vita in giù. Tuttavia, dopo mesi di convalescenza e un’intensa riabilitazione, riuscì a camminare di nuovo.
La sopravvivenza di Vesna Vulović a un incidente così devastante è considerata un caso unico nella storia dell’aviazione, tanto da essere riconosciuta dal Guinness dei Primati per la sopravvivenza alla caduta libera senza paracadute da maggiore altitudine.
Mistero
Ca’ Dario, il fantasma che aleggia sul Canal Grande: mistero e maledizioni di un palazzo di Venezia che non vuole più nessuno
Ca’ Dario è più di un semplice palazzo veneziano. E’ un enigma avvolto da una fitta rete di leggende e misteri.
Venezia, città di arte e mistero, cela tra le sue calli e i suoi canali un luogo avvolto da un’aura di maledizione: Ca’ Dario. Questo palazzo, affacciato sul Canal Grande, è da secoli protagonista di una storia inquietante, fatta di morti improvvise, rovine economiche e misteri irrisolti.
La leggenda narra che chiunque abbia posseduto Ca’ Dario sia stato colpito da una scia di sfortuna. Omicidi, suicidi, fallimenti economici: gli eventi tragici che si sono susseguiti nel corso dei secoli hanno alimentato la credenza che il palazzo sia maledetto.
Le origini della maledizione
Le origini della maledizione sono avvolte nel mistero. Alcuni sostengono che il palazzo sia stato costruito su un antico cimitero, altri che sia nascosta un’antica maledizione legata a una scritta incisa sulla facciata. Qualunque sia la verità, il fatto è che la storia di Ca’ Dario è costellata di eventi tragici.
Quei proprietari ignari del mistero e della sfida con il male
Iniziamo dall’inizio. La storia inizia nel 1479 quando il palazzo venne commissionato da Giovanni Dario all’architetto Pietro Lombardo come dote per il matrimonio tra la figlia Marietta e il ricco mercante di spezie Vincenzo Barbaro. Alla morte di Giovanni Dario, segretario del Senato della Repubblica di Venezia, la casa venne ereditata dalla figlia. Da quel momento iniziarono ad accadere strani eventi. Il marito di Marietta, per esempio, subì subito un crollo finanziario e successivamente venne accoltellato. La stessa moglie, scioccata dall’episodio, si suicidò e, poco dopo, anche il figlio dei due, Vincenzo, venne trovato morto in Grecia, vittima di un agguato.
… qualcuno non conosceva Ca’ Dario
Il palazzo passo nelle mani di Arbit Abdoll un commerciante armeno che fece bancarotta poco dopo aver acquistato Ca’Dario. Altri esempi riguardano l’americano Charles Briggs che dvenne il suo proprietario ma che lì si suicidò. Quindi fu la volta di Filippo Giordano delle Lanze che fu ssassinato nel suo appartamento. Kit Lambert, manager del gruppo musicale degli anni ’70 The Who, morì in circostanze misteriose. Infine Raul Gardini, finanziere italiano, si suicidò nel suo interno subito dopo averlo acquistato. Una vera iattura.
Il mistero continua
Nonostante le numerose testimonianze e le storie tramandate nel tempo, la verità sulla maledizione di Ca’ Dario rimane avvolta nel mistero. Alcuni studiosi sostengono che si tratti semplicemente di una serie di coincidenze, mentre altri sono convinti che esista una forza oscura che agisce all’interno delle mura del palazzo. Ca’ Dario, con la sua storia tormentata e la sua bellezza inquietante, continua ad affascinare e a incuriosire. Nonostante la sua fama di palazzo maledetto, rimane uno dei luoghi più iconici di Venezia, meta di turisti e appassionati di misteri.
Cosa accade oggi a Ca’ Dario e perché visitarlo?
Attualmente, Ca’ Dario è di proprietà di una società americana e sembra che i lavori di restauro siano in corso. Nonostante le voci che lo vorrebbero nuovamente in vendita, al momento non ci sono conferme ufficiali. Anche se non è possibile visitare gli interni del palazzo, passeggiare lungo il Canal Grande e ammirare la sua affascinante facciata è un’esperienza indimenticabile. Ca’ Dario è un luogo che suscita emozioni contrastanti: ammirazione per la sua bellezza architettonica e inquietudine per la sua storia tormentata.
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