Mistero
Dai depistaggi e silenzi al dossier segreto: cosa emerge dal podcast sul caso Orlandi
Mentre affiorano nuove informazioni, esistono preoccupazioni riguardo possibili depistaggi e alla trasparenza delle indagini, alimentando dubbi sulla reale volontà di fare luce sul caso Orlandi.
Nel recente episodio di ‘Pulp Podcast‘ con Fedez e Mr Marra, Pietro Orlandi, fratello di Emanuela Orlandi, ha riproposto possibili depistaggi da parte di chi indaga sulla scomparsa di sua sorella Emanuela nel 1983. A più di quarant’anni dal fatto per il fratello Pietro il caso resta un mistero che continua a restare irrisolto. Non si vuole proprio arrendere. Fa bene non fa bene? E’ certo che si trova a combattere con il Vaticano e le sue misteriore cripte che possono nascondere ogni cosa. Pietro ha espresso frustrazione per la mancanza di progressi nelle indagini, sia da parte del Vaticano che da parte della Procura italiana, nonostante siano passati due anni dall’apertura dell’inchiesta vaticana. Ha anche sottolineato come alcune figure, come il senatore Maurizio Gasparri, sembrino ostacolare il lavoro della commissione d’inchiesta.
Le ipotesi di depistaggio arrivano da tutte le parti. Saranno attendibili?
Durante il podcast, il giornalista Alessandro Ambrosini ha suggerito che alcune informazioni recentemente emerse potrebbero essere tentativi di depistaggio, creati appositamente per sviare le indagini. Tuttavia, una novità significativa è la conferma dell’esistenza di un dossier in Vaticano su Emanuela Orlandi, redatto da Domenico Giani, distinto da quello precedentemente compilato da padre Lombardi.
Pietro Orlandi crede ancora nella ricerca della verità sulla sorella
Francesca Immacolata Chaouqui, presente nel podcast, ha sollevato la questione della credibilità del Vaticano, suggerendo che la Santa Sede potrebbe avere interesse a proteggere la propria reputazione internazionale, anche a distanza di oltre 40 anni dalla scomparsa di Emanuela.