Mistero
Il bambino di ghiaccio: un mistero di 17.000 anni svelato dal DNA
Le Università di Firenze, Bologna e Siena hanno realizzato uno studio pubblicato sulla rivista Nature Communications su un bambino vissuto 17 mila anni fa.
Un team internazionale di ricercatori, guidato dalle Università di Firenze, Bologna e Siena, ha sequenziato il DNA completo di un bambino rinvenuto nel sito archeologico di Grotta delle Mura, a Monopoli (Italia). Risalente a circa 17.000 anni fa, questo individuo rappresenta uno dei più antichi genomi umani sequenziati in Europa meridionale. Lo studio, pubblicato su Nature Communications, ha permesso di ricostruire dettagliatamente le caratteristiche biologiche dell’individuo e di fornire nuove informazioni sull’evoluzione genetica delle popolazioni umane nel Paleolitico superiore.
Ricostruire la storia genetica italica
L’analisi paleogenomica sta rivoluzionando la nostra comprensione delle origini dell’uomo moderno e delle dinamiche evolutive delle popolazioni antiche. In questo contesto, lo studio di resti umani provenienti da siti archeologici italiani rappresenta un tassello fondamentale per ricostruire la storia genetica della Penisola.
Che cos’è il genoma umano?
Il genoma è quell’insieme del patrimonio genetico che caratterizza ogni organismo vivente. Le informazioni genetiche risiedono nella sequenza del DNA (contenuto nel nucleo delle cellule sotto forma di cromosomi), la quale risulta dalla disposizione lineare di quattro molecole differenti, i nucleotidi o basi.
Quali metodi hanno utilizzato i ricercatori
I ricercatori hanno condotto un’analisi multidisciplinare su un campione osseo proveniente da Grotta delle Mura, combinando tecniche di paleoantropologia, paleogenomica, paleoistologia dentale e geochimica. Il genoma nucleare è stato sequenziato ad alta copertura, consentendo l’analisi di varianti genetiche associate a tratti fenotipici come il colore della pelle, dei capelli e degli occhi.
La bellezza del bimbo di Monopoli: pelle scura e occhi azzurri
L’analisi del genoma ha rivelato che l’individuo di Grotta delle Mura era un maschio con la pelle scura, i capelli ricci e gli occhi azzurri. L’età al momento della morte, stimata attraverso l’analisi dello sviluppo dentale, era di circa 16 mesi. Le analisi filogenetiche hanno collocato questo individuo all’interno di un gruppo genetico affine alle popolazioni dell’Eurasia occidentale, suggerendo complessi processi migratori e di mescolamento genetico durante il Paleolitico superiore.
Il fantastico mondo delle variabili genetiche
I risultati di questo studio offrono nuove e importanti informazioni sull’evoluzione genetica delle popolazioni umane in Italia durante il Paleolitico superiore. La presenza di un individuo con caratteristiche fenotipiche simili a quelle delle popolazioni africane suggerisce complessi processi di adattamento e selezione naturale in risposta a diversi ambienti. Inoltre, l’analisi del genoma ha permesso di identificare nuove varianti genetiche associate a tratti fenotipici specifici, contribuendo ad ampliare le nostre conoscenze sulla variabilità genetica umana.