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Mistero

Madonna di Medjugorje, un miracolo di business con “apparizioni” comprese nel prezzo

Il Vaticano non mette la mano sul fuoco sulle apparizioni della Madonna a Medjugorje né sugli eventi soprannaturali. L’unico miracolo confermato sembra essere il suo inarrestabile business.

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    In ordine di tempo le ultime notizie di cronaca che interessano la Madonna di Medjugorje sono di segno opposto. O meglio una riguarda il business, l’altra la Fede. La prima la si trova su tutti i giornali da alcune settimane. E coinvolge i pellegrini. O meglio il business economico che ne deriva. Sempre più spesso a loro si vendono pacchetti di soggiorno all inclusive, come piace scrivere alle agenzie di viaggio per ingolosire l’acquirente. E così si scopre che, in questo caso, i devoti alla Madonna di Medjugorje oltre al trasferimento, vitto e alloggio pagano anche l’apparizione della Madonna. Tutto incluso nel prezzo. Sì sì avete letto bene. Si da per certo che la Madonna apparirà a loro tra una preghiera e l’altra. Tra il pranzo e la cena. Chi offre di più?

    Ma per fortuna c’è chi punta tutto sulla Fede

    La seconda notizia riguarda la Fede e ce la fornisce un imprenditore illuminato. Più precisamente Enzo De Simone titolare della Sbf Tubi di Leinì, alle porte di Torino. E cosa mi inventa il De Simone? L’imprenditore ha scelto di offrire ai suoi dipendenti un benefit aziendale insolito. Ovvero viaggi gratuiti a Medjugorje. Una scelta “apparsa” nei sogni di De Simone dopo aver attraversato una difficile fase personale e una profonda conversione religiosa. Ed è per questi motivi che ha deciso di condividere la sua ritrovata fede anche in fabbrica. “Quelli che sono tristi e che hanno problemi me li porto con me“, ha deciso riferendosi ai pellegrinaggi che organizza per i lavoratori. Il suo obiettivo? Offrire non solo un supporto lavorativo, ma anche spirituale, creando un ambiente che favorisca la serenità interiore attraverso questi viaggi di Fede.

    Una ritualità che ormai nessun mette in discussione

    Voi capite che credere o non credere a questo punto poco conta. Soprattutto per quelli che a Medjugorje ci vivono e prosperano. Medjugorje, con tutto il carico pesante che si porta dietro, dalla Fede dei pellegrinaggi, al business dei turisti, alle speculazioni, è entrato a fare parte della nostra Storia con la S maiuscola. Qualcuno di voi metterebbe in dubbio la Madonna di Lourdes? Certo che no. E quindi…Tutti a Medjugorje dove ogni cosa si paga cash senza lasciare traccia elettronica. Ora, poi, che il Vaticano ufficialmente ha ipotizzato che lì di certo “qualcosa succede“, chi lo ferma più il business della Gospa di Medjugorje. Ma soprattutto chi ferma più la moltitudine dei pellegrini credenti disposti a pagare per vedere la Madonna?

    Con il viatico del Vaticano ora la Gospa ha la strada spianata

    Medjugorje è il piccolo paese dell’Erzegovina dove da ben 34 anni la Madonna (Gospa in croato) scende ogni giorno sulla terra. Guarigioni fisiche ma soprattutto spirituali accompagnano la presenza di Maria in questo luogo. Dalle prime apparizione qualche settimana fa in una nota del Dicastero per la dottrina della Fede, il Vaticano ha autorizzato ufficialmente il culto pubblico della Madonna. E i fedeli sono autorizzati a dare a questo fenomeno “in forma prudente” la loro adesione. “Non abbiamo una certezza che siano messaggi della Madonna“, dice in sintesi il Vaticano in ogni modo in questi anni intorno ai presunti veggenti si sono verificati fenomeni positivi.

    Un indotto di 100 milioni l’anno

    Intorno alla Gospa girano 3 milioni di fedeli all’anno con un indotto di 100 milioni tra ristoranti, alberghi, ristoranti, taxi ufficiali e ufficiosi e negozi di souvenir. E pensare che nel 1981 intorno al paese erano solo campi e montagne e si viveva di pastorizia. Oggi gli alberghi sono ovunque. E quasi ogni giorno aprono nuovi canteri. Una volta si affittavano solo stanze per ospitare i pellegrini. Ma anno dopo anno, affitta oggi affitta domani quelle stanze sono diventati, appartamenti, poi palazzi e poi alberghi e resort con piscina.

    Case, palazzi, ville e resort

    In paese risiedono circa 300 abitanti ma le strutture ricettive sono ormai centinaia Dagli hotel tradizionali alle ville case vacanze con prezzi che variano dai 170 a 500 euro a notte per persona. Insomma Mudjugorie è diventata la Montecarlo della Bosnia Erzegovina dove chi può specula. La veggente Ivanka Ivanković- Elez allora quindicenne, e Mirjana Dragičević-Soldo, sedicenne, le prime due ragazze che quel 24 giugno 1981 passeggiando ai piedi della collina del Podbrdo alle quattro del pomeriggio, avrebbero intravisto una figura femminile con in braccio il bambino Gesù su una piccola nube, in questi decenni apparizione dopo apparizione hanno costruito imperi immobiliari e non solo. Così come gli altri quattro ragazzi di allora Vicka Ivankovic, Ivan Dragicevic, Ivan Ivankovic e Milka Pavlovic, a cui era apparsa, oggi trascorrono una vita agiata e risiedono in case fuori città e hanno avviato attività economiche. Nulla da eccepire.

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      Gli Hobbit esistevano davvero ma non nella Contea del Signore degli Anelli. Dove? In Indonesia

      Nonostante i progressi fatti negli ultimi anni nelle ricerche archeologiche e antropologiche il mistero dell’Homo floresiensis rimane avvolto da un velo di fascino.

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        L’isola indonesiana di Flores continua a stupire gli scienziati con i suoi misteri evolutivi. Negli ultimi anni, questo luogo remoto è diventato famoso per aver ospitato una specie umana di dimensioni ridotte, soprannominata “hobbit” per la sua somiglianza con le creature immaginarie create da J.R.R. Tolkien. L’Homo floresiensis, questo il suo nome scientifico, ha affascinato il mondo con la sua storia e le sue caratteristiche uniche.

        Un frammento di osso diventa una grande scoperta

        Recenti ricerche hanno portato alla luce una scoperta sensazionale che riscrive parte di ciò che sappiamo sull’Homo floresiensis. Un frammento di omero, risalente a ben 700.000 anni fa, è stato classificato come appartenente a uno dei primi rappresentanti di questa specie. La cosa più sorprendente è che questo osso è ancora più piccolo di quelli precedentemente attribuiti all’Homo floresiensis. “Questo omero adulto di 700.000 anni non è solo più corto di quello dell’Homo floresiensis, ma è anche il più piccolo osso del braccio conosciuto tra i reperti fossili di ominidi in tutto il mondo“, afferma l’archeologo Adam Brumm della Griffith University in Australia.

        Un’evoluzione verso la miniatura

        Analisi approfondite hanno confermato che l’osso apparteneva a un individuo adulto. Ciò significa che gli antenati dell’Homo floresiensis erano di dimensioni corporee molto ridotte, ben oltre quanto si pensasse in precedenza. Questa scoperta suggerisce un processo evolutivo che ha portato a una progressiva miniaturizzazione di questa specie, un fenomeno noto come nanismo insulare, spesso osservato in animali isolati su isole.

        Le cause di un nanoismo estremo

        Le ragioni di questo nanoismo estremo sono ancora oggetto di dibattito tra gli scienziati. Alcuni ipotizzano che l’isolamento geografico e la limitata disponibilità di risorse abbiano favorito lo sviluppo di individui più piccoli, in grado di sopravvivere meglio in un ambiente con risorse scarse. Altri, invece, suggeriscono che fattori genetici intrinseci alla popolazione abbiano accelerato questo processo evolutivo.

        Un puzzle ancora da completare

        La scoperta di questo nuovo frammento fossile solleva ulteriori interrogativi sulla storia evolutiva dell’Homo floresiensis. Chi erano questi piccoli ominidi? Da dove provenivano? Come si sono adattati all’ambiente insulare? Queste sono solo alcune delle domande a cui gli scienziati stanno cercando di rispondere.

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          Mistero

          Il bambino di ghiaccio: un mistero di 17.000 anni svelato dal DNA

          Le Università di Firenze, Bologna e Siena hanno realizzato uno studio pubblicato sulla rivista Nature Communications su un bambino vissuto 17 mila anni fa.

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            Un team internazionale di ricercatori, guidato dalle Università di Firenze, Bologna e Siena, ha sequenziato il DNA completo di un bambino rinvenuto nel sito archeologico di Grotta delle Mura, a Monopoli (Italia). Risalente a circa 17.000 anni fa, questo individuo rappresenta uno dei più antichi genomi umani sequenziati in Europa meridionale. Lo studio, pubblicato su Nature Communications, ha permesso di ricostruire dettagliatamente le caratteristiche biologiche dell’individuo e di fornire nuove informazioni sull’evoluzione genetica delle popolazioni umane nel Paleolitico superiore.

            Ricostruire la storia genetica italica

            L’analisi paleogenomica sta rivoluzionando la nostra comprensione delle origini dell’uomo moderno e delle dinamiche evolutive delle popolazioni antiche. In questo contesto, lo studio di resti umani provenienti da siti archeologici italiani rappresenta un tassello fondamentale per ricostruire la storia genetica della Penisola.

            Che cos’è il genoma umano?

            Il genoma è quell’insieme del patrimonio genetico che caratterizza ogni organismo vivente. Le informazioni genetiche risiedono nella sequenza del DNA (contenuto nel nucleo delle cellule sotto forma di cromosomi), la quale risulta dalla disposizione lineare di quattro molecole differenti, i nucleotidi o basi.

            Quali metodi hanno utilizzato i ricercatori

            I ricercatori hanno condotto un’analisi multidisciplinare su un campione osseo proveniente da Grotta delle Mura, combinando tecniche di paleoantropologia, paleogenomica, paleoistologia dentale e geochimica. Il genoma nucleare è stato sequenziato ad alta copertura, consentendo l’analisi di varianti genetiche associate a tratti fenotipici come il colore della pelle, dei capelli e degli occhi.

            La bellezza del bimbo di Monopoli: pelle scura e occhi azzurri

            L’analisi del genoma ha rivelato che l’individuo di Grotta delle Mura era un maschio con la pelle scura, i capelli ricci e gli occhi azzurri. L’età al momento della morte, stimata attraverso l’analisi dello sviluppo dentale, era di circa 16 mesi. Le analisi filogenetiche hanno collocato questo individuo all’interno di un gruppo genetico affine alle popolazioni dell’Eurasia occidentale, suggerendo complessi processi migratori e di mescolamento genetico durante il Paleolitico superiore.

            Il fantastico mondo delle variabili genetiche

            I risultati di questo studio offrono nuove e importanti informazioni sull’evoluzione genetica delle popolazioni umane in Italia durante il Paleolitico superiore. La presenza di un individuo con caratteristiche fenotipiche simili a quelle delle popolazioni africane suggerisce complessi processi di adattamento e selezione naturale in risposta a diversi ambienti. Inoltre, l’analisi del genoma ha permesso di identificare nuove varianti genetiche associate a tratti fenotipici specifici, contribuendo ad ampliare le nostre conoscenze sulla variabilità genetica umana.

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              Pennabilli e la battaglia di un intero paese romagnolo contro Dracula

              La notizia del trasferimento dell’associazione nazionale dei ‘veri vampiri’, la Darkblood Italy Vampires, nel borgo di Pennabilli, in provincia di Rimini, ha suscitato non poche polemiche e reazioni contrastanti tra gli abitanti del luogo e le autorità locali.

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                Ci mancavano anche i vampiri per confondere le idee. La notizia è che siamo circondati da vampiri. Forse anche il vicino della porta accanto lo è e non ce ne siamo mai accorti. Forse anche un nostro stesso parente stretto… ma qui entriamo nel mondo del fantasy, dei romanzi e dei film ad alta tensione emotiva.

                Veri vampiri tra di noi

                Di fatto sappiamo, per stessa ammissione di uno dei suoi leader Horus Sat, alias Jacob Dimitri, che in mezzo a noi si ramifica una comunità di “real vampyres” che sostiene di avere bisogno di sangue come “energia vitale” per vivere. L’associazione più in vista, nata all’inizio del 2024, è la Darkblood Italy Vampyres composta da persone che si definiscono ‘veri vampiri’, ovvero individui che ‘dicono’ di assumere energia bevendo sangue da donatori. Volontari? A capo di questa comunità c’è Jacob Dimitri. Da anni gli associati sostengono di non essere né dei malati né esaltati e rivendicando solo il “sacrosanto diritto di riunirsi”.

                Perché parliamo di vampiri?

                L’argomento vampiri è salito alla ribalta delle cronache perché l’associazione di cui sopra ha scelto di avere una nuova sede e per questo ha puntato su uno dei borghi più incantevoli sulle colline riminesi: Pennabilli. Povero Tonino Guerra, poeta, scrittore e sceneggiatore di fama internazionale, tra i più sopraffini della fine del secolo scorso, nato a Sant’Arcangelo di Romagna che a Pennabilli ha trascorso gran parte della sua esistenza. Anche se ormai sottoterra dal 2012 gli gireranno un po’ sapere che nella sua terra d’elezione si stabiliranno i succhiatori di sangue. Ma è in buona compagnia. Perché nel borgo riminese i vampiri non li vuole nessuno. La scelta di stabilire la sede dell’associazione a Pennabilli, infatti, ha sollevato diverse polemiche e critiche, soprattutto da parte del sindaco del paese e di alcuni rappresentanti della comunità locale.

                Indignazione tra i residenti e le autorità locali

                Renzo Baldoni, direttore dei Musei del Calcolo e dell’Informatica di Pennabilli, è stato tra i primi a reagire, definendo questa decisione e le affermazioni del leader Dimitri come “peggio dei terrapiattisti“. Naturalmente anche il sindaco Mauro Giannini ha sottolineato che Pennabilli non ha bisogno iniziative del genere. Comunque questa storia ha attirato l’attenzione dei media e sollevato discussioni sulla legittimità e l’impatto delle credenze dei “real vampyres”. Nonostante la presenza di un seguito online, le attività di Horus Sat sono state accolte con scetticismo e preoccupazione per le possibili implicazioni sociali e culturali per il piccolo borgo. E chissà mai se Tonino là dove si trova ora troverà l’ispirazione per qualche suo racconto o per un nuovo soggetto cinematografico.

                I vampiri in Italia

                Darkblood Italy Vampires più contare su numerosi seguaci o adepti con un gruppo ufficiale su Facebook che in pochi mesi ha registrato oltre 4400 aderenti. I promotori si definiscono “la più grande associazione italiana di Real Vampires sui social e sul territorio nazionale, un’organizzazione legalmente costituita, con statuto depositato presso l’Agenzia delle Entrate.” Guidata da Jacob the real vampire” l’associazione “ha radunato intorno a sé altri real vampiri, amici di lunga data, con i quali ha costituito il consiglio direttivo che governa il Darkblood“. L’organizzazione dispone di diverse sedi ufficiali, oltre quella italiana anche a New York, gestita da Steve Barnes, ex compagno di Jacob, e una a Fort Worth gestita da Mark, il fratello di Jacob.

                Tra eritrociti e leocociti

                Tra gli scopo dell’associazione oltre che fare conoscenza anche organizzare “attività ricreative rivolte al divertimento e allo svago dei real Vampire, tra cui raduni, incontri, eventi, feste, serate a tema, cene sociali, proiezioni di film, presso il domicilio del gruppo o presso i locali ospitanti“. Inoltre l’associazione intende diffondere la conoscenza della realtà vampiro in Italia ed essere un valido sostegno per tutti i real vampyres e real werewolves che cercano aiuto, supporto. L’associazione è aperta a tutti coloro che desiderano esplorare il tema del vampirismo, così come la licantropia e la magia/stregoneria.

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