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Assange patteggia, il fondatore di WikiLeaks è libero
Il giornalista ed esperto informatico conclude un accordo con l’amministrazione Biden, patteggiando negli USA. Dichiarandosi colpevole, potrà evitare la reclusione negli Stati Uniti, poi tornerà in Australia. Ha già lasciato Londra con un volo.
Non andrà in rpigione in America
Il fondatore di WikiLeaks, Julian Assange, è libero, dopo aver accettato di dichiararsi colpevole in una delle più grandi violazioni di materiale classificato. Si tratta di un accordo con il Dipartimento di Giustizia USA, che gli permetterà di evitare la prigione negli Stati Uniti e di tornare in Australia.
La moglie ringrazia chi si è mobilitato
Il personaggio che ha scosso il mondo con Wikileaks ha lasciato lunedì il Regno Unito e il carcere di massima sicurezza vicino Londra dove era stato incarcerato per cinque anni. Sua moglie Stella ringrazia tutti quelli che si sono spesi in suo favore su X: “Le parole non possono esprimere la nostra immensa gratitudine a voi, sì proprio voi, che vi siete tutti mobilitati per anni e anni per far sì che tutto ciò diventasse realtà. Grazie”.
Gli fa eco la madre
La madre di Assange dichiara: “Il calvario di mio figlio sia finalmente giunto al termine. Ciò dimostra l’importanza e il potere della diplomazia silenziosa. Molti hanno sfruttato la situazione di mio figlio per portare avanti i propri programmi”. Si è altresì detta “grata a quelle persone invisibili e laboriose che hanno messo al primo posto il benessere di Julian”.
Il patteggiamento in sintesi
Il fondatore di WikiLeaks si dichiarerà quindi colpevole e il Dipartimento di Giustizia americano chiederà a sua volta una condanna a 62 mesi di carcere: esattamente il tempo già trascorso da Assange nel carcere di massima sicurezza londinese, quando si opponeva alla sua estradizione negli USA. Il patteggiamento gli permetterà di fare immediatamente ritorno nella nativa Australia.