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Elon Musk e il flop elettorale: l’effetto boomerang della danza pazza sul palco con Trump
L’ultimo mese prima delle presidenziali vede democratici e repubblicani alla rincorsa di sondaggi sempre più dettagliati, ma la mossa dei repubblicani con Elon Musk si rivela un boomerang mediatico. Ecco cosa ci dicono i dati.
Con meno di un mese al voto, democratici e repubblicani intensificano le loro strategie, affidandosi a sondaggi dettagliati per capire come spostare i consensi. La mossa di portare Elon Musk accanto a Donald Trump sul palco di Butler, Pennsylvania, si è rivelata, però, un passo falso. La sua performance, caratterizzata da un saltello imbarazzante e uno sguardo a metà tra l’inquietante e il comico, non ha sortito l’effetto sperato: l’opinione pubblica è rimasta fredda e i sondaggi non mostrano un significativo cambiamento.
Secondo il sito FiveThirtyEight, Kamala Harris, candidata democratica, mantiene un vantaggio medio di 2,6 punti percentuali a livello nazionale. Altri sondaggi la danno avanti di 4-5 punti, ma, come sappiamo, il sistema elettorale americano può riservare sorprese. Nel 2016, Hillary Clinton perse nonostante un margine di quasi 3 milioni di voti nel conteggio popolare.
Il partito repubblicano sta quindi cercando di ricalibrare la campagna elettorale. Persino il governatore della Florida, Ron DeSantis, ha pubblicamente smentito Trump, che accusava Biden di negligenza dopo l’uragano Milton, nel tentativo di moderare i toni e avvicinarsi all’elettorato più moderato.
Dal lato democratico, la sfida è duplice. La campagna di Kamala Harris sta valutando se far tornare Barack Obama in scena per gli ultimi comizi. Il suo carisma potrebbe essere un vantaggio, ma resta il dubbio se la sua immagine riesca ancora a spostare voti negli stati del Midwest, che furono cruciali per Trump nel 2016.
Un altro dilemma per i democratici riguarda il crescente malcontento dei movimenti giovanili pro-Palestina, storicamente vicini alla sinistra del partito. Delusi dalla posizione filo-israeliana di Harris, questi gruppi potrebbero decidere di boicottare il voto o, in alcuni casi estremi, persino sostenere Trump, minando così la solidità della base democratica.
In sintesi, il panorama pre-elettorale è tutt’altro che stabile, e l’effetto “Musk” rischia di rivelarsi un boomerang per i repubblicani.