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Elon Musk: “Hanno provato a uccidermi due volte. Costruirò un’armatura da Iron Man”

Elon Musk, patron di Tesla e SpaceX, rivela su Twitter di essere stato bersaglio di due tentativi di omicidio negli ultimi otto mesi, suggerendo ironicamente la costruzione di un’armatura alla Iron Man per proteggersi.

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    La foto iconica di Donald Trump che alza il pugno al cielo, circondato dagli agenti del Secret Service, rappresenta l’attentato sventato contro l’ex presidente. In questo clima di tensione, Elon Musk ha preso la parola sul suo social, X (ex Twitter), per rispondere ai commenti che lo coinvolgevano direttamente.

    Ian Miles Cheong, amico di Musk, ha scritto: «Se arrivano a Trump, verranno anche per te». Musk ha risposto rivelando che due persone hanno già cercato di ucciderlo negli ultimi otto mesi, aggiungendo che sono stati arrestati con delle pistole vicino al quartier generale di Tesla in Texas.

    L’idea dell’armatura di metallo

    In seguito a un altro tweet, Musk ha accennato ironicamente alla possibilità di costruire un’armatura volante di metallo per proteggersi, ispirata a quella indossata da Tony Stark, il miliardario protagonista del fumetto Iron Man. Questo personaggio della Marvel Comics è noto per aver costruito un’avanzatissima armatura tecnologica che gli conferisce superpoteri. Musk, noto per le sue visioni futuristiche e audaci, ha fatto questa dichiarazione in risposta a un suggerimento su come rafforzare la sua sicurezza personale.

    Una nuova sfida per Musk?

    Elon Musk non è estraneo alle idee visionarie e ai progetti audaci. Che si tratti di viaggi nello spazio con SpaceX, di rivoluzionare il settore automobilistico con Tesla, o di sviluppare l’Hyperloop, Musk ha sempre spinto i confini dell’innovazione. L’idea di un’armatura alla Iron Man potrebbe sembrare uscita da un fumetto, ma con Musk alla guida, nulla sembra impossibile. I suoi progetti spesso combinano tecnologia avanzata e immaginazione senza limiti, rendendo plausibile che possa effettivamente lavorare su una protezione personale ispirata ai supereroi.

    Protezione e sicurezza ai massimi livelli

    Con due tentativi di omicidio alle spalle, Musk ha tutte le ragioni per prendere sul serio la sua sicurezza personale. La creazione di un’armatura avanzata, sebbene al momento sia solo un’idea ironica, potrebbe rappresentare un passo verso nuove frontiere nella protezione personale. E chi meglio di Musk potrebbe trasformare un’idea apparentemente fantastica in realtà?

    Come Iron Man

    Mentre il mondo osserva e commenta, Elon Musk continua a sfidare le convenzioni e a immaginare un futuro che sembra uscito direttamente dalle pagine di un fumetto. Che l’armatura alla Iron Man diventi realtà o rimanga un’ironica suggestione, una cosa è certa: Musk non smetterà mai di sorprenderci con le sue trovate fuori dagli schemi.

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      Mondo

      Musk Jr e il dito nel naso: Trump rimuove la scrivania presidenziale

      Durante la visita di Elon Musk, il figlio di quattro anni esplora lo Studio Ovale e lascia il segno sulla scrivania presidenziale con un gesto che imbarazza la Casa Bianca. Trump, ossessionato dall’igiene, fa rimuovere in tutta fretta il leggendario Resolute Desk usato da Kennedy, Reagan e Obama. Sarà davvero solo un restauro?

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        Una visita memorabile, un gesto infantile e una scrivania che finisce sotto restauro con una velocità sospetta. Non è la trama di un film comico, ma l’ultima trovata della Casa Bianca targata Trump. Tutto è successo quando il piccolo X Æ A-12, figlio di Elon Musk, ha messo piede nello Studio Ovale durante la visita del padre e, con la naturalezza di un bambino di quattro anni, ha deciso di lasciare il segno. Letteralmente.

        Nei video della giornata, il rampollo di casa Musk appare intento a esplorare l’ufficio presidenziale, mentre il padre discute con Trump delle strategie di taglio alla spesa pubblica. Nulla di strano, finché il piccolo non si infila un dito nel naso e poi lo strofina con disinvoltura sul leggendario Resolute Desk, la scrivania simbolo della presidenza americana dal 1960, usata tra gli altri da John F. Kennedy, Ronald Reagan e Barack Obama.

        Trump, noto per la sua attenzione quasi ossessiva all’igiene e al decoro (perlomeno quando non si tratta del suo self-tan), ha impiegato pochi minuti per prendere una decisione drastica: via la scrivania! La notizia, riportata inizialmente dal New York Post, ha rapidamente infiammato i social. Il comandante in capo ha confermato l’accaduto con un post su Truth Social, evitando elegantemente di menzionare il fattore muco presidenziale nella rimozione del pezzo storico: “Il Presidente, dopo l’elezione, può scegliere una scrivania su sette. Questa scrivania, la ‘C&O’, anch’essa molto nota e utilizzata dal presidente George H.W. Bush e altri, è stata temporaneamente installata alla Casa Bianca mentre il Resolute Desk è in fase di un leggero restauro, un lavoro molto importante. Questa è una sostituzione temporanea, ma bellissima!”.

        E così, la sacra reliquia del potere americano si trova ora sotto restauro per un non meglio specificato “lavoro molto importante”, mentre la nuova scrivania, più umile ma pulita, prende il suo posto. L’episodio segna una nuova frontiera nel rapporto tra politica e impronta infantile (nel senso letterale del termine), lasciando aperte domande fondamentali: basterà un restauro per cancellare il segno di Musk Jr? E soprattutto, quanto ci metterà Trump a ribattezzare l’accaduto come il Booger-Gate?

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          Mondo

          Maria Elena Bergoglio, l’unica sorella di Papa Francesco: “Era il fratello che giocava a pallone e non faceva mai arrabbiare i nostri genitori”

          Divorziata e madre di due figli, oggi Maria Elena vive vicino a Buenos Aires e, nonostante una grave malattia, ha continuato a mantenere un legame fortissimo con il fratello divenuto Pontefice.

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            Quando Papa Francesco fu eletto nel 2013, nella casa alla periferia di Buenos Aires il telefono squillava senza sosta. Non era facile per Maria Elena Bergoglio, sorella minore di Jorge Mario, rispondere all’ondata di curiosità, affetto e domande. Quel fratello maggiore, che per lei era semplicemente il compagno di giochi e il riferimento sicuro dell’infanzia, era diventato il leader spirituale di oltre un miliardo di cattolici.

            Nata il 7 febbraio 1948 da Mario Bergoglio e Regina María Sivori, Maria Elena è l’ultima di cinque fratelli. Con Jorge Mario aveva ben 13 anni di differenza, ma questo non aveva mai creato una distanza affettiva: al contrario, dopo la morte improvvisa del padre, quando lei aveva solo 11 anni, fu proprio lui a farsi carico — con dolcezza e discrezione — di quel ruolo paterno che il destino aveva lasciato vuoto.

            “Jorge Mario era per me il fratello più grande, quello che giocava a pallone, che andava all’Azione Cattolica e che studiava. Davvero non mi ricordo che abbia mai fatto arrabbiare papà o mamma”, raccontava qualche anno fa Maria Elena in una rara intervista a Repubblica, nella sua villetta semplice, a un’ora dal centro di Buenos Aires.

            La vita di Maria Elena non è stata priva di prove. Divorziata, madre di due figli, ha affrontato una grave malattia: un ictus che l’ha colpita duramente e che ha limitato la sua mobilità. Proprio per questa ragione, non ha mai potuto recarsi in Vaticano a trovare il fratello dopo la sua elezione al soglio pontificio. Ma il legame con Jorge Mario è rimasto saldo e profondo: “Anche quando affrontai il divorzio da mio marito mi appoggiò, mi aiutò”, aveva confidato. Un sostegno incondizionato, malgrado le regole tradizionali della Chiesa che in altri tempi avrebbero potuto scoraggiarlo.

            Durante i lunghi mesi di riabilitazione dopo l’ictus, Francesco le è stato accanto anche a distanza, telefonandole ogni giorno per infonderle coraggio. Nonostante gli impegni sempre più pressanti del pontificato, Papa Francesco non ha mai fatto mancare la sua presenza, sia pure attraverso brevi, preziose telefonate.

            Oggi Maria Elena Bergoglio è l’unico legame di sangue rimasto di Papa Francesco. Tutti gli altri fratelli sono scomparsi. La loro relazione, cresciuta negli anni e rinsaldata dalla fede e dall’affetto, racconta molto anche dell’uomo che è stato Jorge Mario Bergoglio: un Papa capace di vedere il prossimo sempre come un fratello o una sorella, a partire dalla propria famiglia.

            In una Chiesa che si prepara a rendere omaggio al suo Pontefice defunto, c’è una donna discreta, lontana dai riflettori, che più di ogni altro può testimoniare la semplicità, la dolcezza e la fermezza che hanno fatto di Jorge Mario Bergoglio “il Papa della gente”. Per lei, non sarà mai stato un Pontefice, ma semplicemente quel fratello maggiore che, da ragazzino, le insegnava a giocare a pallone nei cortili polverosi di Buenos Aires.

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              Cena a lume di dollari: Trump offre un pasto con lui a Mar-a-Lago per cinque milioni

              La campagna di Donald Trump non si ferma: dopo i gala da un milione di dollari a posto, ora arriva la cena privata per pochi (e ricchissimi) eletti. Tra raccolta fondi e dubbi sulla sicurezza, l’ex tycoon continua a macinare milioni.

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                Se avete sempre sognato di cenare con il presidente degli Stati Uniti, ora potete farlo. Basta avere a disposizione almeno due milioni di dollari, meglio ancora cinque, e la porta di Mar-a-Lago si aprirà per voi. Donald Trump ha lanciato il Candlelight Dinner, un evento esclusivo in cui il donatore si ritroverà seduto a lume di candela con il presidente, faccia a faccia nel suo lussuoso resort a Palm Beach, in Florida.

                Non è la prima volta che l’ex tycoon utilizza il cibo come pretesto per raccogliere fondi. Già nel fine settimana ha organizzato una cena di gala nel suo resort, dove ogni ospite ha dovuto versare un milione di dollari per partecipare. Eventi simili erano stati proposti anche a novembre e gennaio, alla vigilia del suo ritorno alla Casa Bianca.

                Un affare milionario (e qualche dubbio di sicurezza)

                L’iniziativa, svelata da Wired, solleva inevitabilmente interrogativi: quanto è sicuro un presidente che offre una cena privata a chiunque sia disposto a sborsare milioni? La Casa Bianca avrà previsto un protocollo per verificare che tra i donatori non ci sia un aspirante villain da romanzo di spionaggio?

                Ma a Trump interessa soprattutto un’altra questione: i soldi. Secondo Axios, la sua campagna punta a raccogliere mezzo miliardo di dollari entro l’estate, denaro destinato a rafforzare il suo apparato politico e, pare, anche a vendicarsi dei suoi nemici. Un dettaglio che fa sorgere una domanda ancora più inquietante: perché un presidente al secondo mandato ha bisogno di raccogliere così tanto denaro?

                Cena con Trump: il network dei grandi donatori

                Dietro l’operazione Candlelight Dinner c’è il comitato Maga Inc., che vede tra i suoi volti noti Miriam Adelson, vedova del magnate dei casinò Sheldon Adelson. Il gruppo fa parte di un network di potenti finanziatori trumpiani, che include Never Surrender e Building America’s Future, una no-profit collegata a Elon Musk.

                La cena di gala dello scorso weekend era riservata ai grandi donatori della campagna. Gli invitati hanno ricevuto un invito diretto da Meredith O’Rourke, consigliera e responsabile finanziaria del tycoon, con la precisazione che Trump non avrebbe chiesto donazioni, ma semplicemente parlato. Il prezzo per ascoltarlo? Un milione di dollari.

                Il messaggio, insomma, è chiaro: i soldi non dormono mai, nemmeno quando si spengono le luci e si accendono le candele di Mar-a-Lago.

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