Mondo

Groenlandia al centrodestra: Trump è più lontano, ora si punta all’indipendenza

Vittoria a sorpresa per Jens-Frederik Nielsen. Le divisioni tra i partiti sui tempi della secessione dalla Danimarca

Published

on

    Vittoria a sorpresa nelle elezioni in Groenlandia: i Democratici di centrodestra, guidati da Jens-Frederik Nielsen, hanno ottenuto un risultato clamoroso, triplicando i consensi e ribaltando le previsioni della vigilia. Un successo che apre un nuovo scenario politico per l’isola, sempre più proiettata verso l’indipendenza dalla Danimarca e sempre più nel mirino degli Stati Uniti.

    Nielsen, ex campione nazionale di badminton, ha saputo intercettare il malcontento di una popolazione divisa tra il desiderio di autonomia e la paura di un distacco troppo affrettato da Copenaghen. È stato il candidato più fermo nel respingere le mire di Washington, parlando apertamente di una minaccia alla sovranità groenlandese. Eppure, il suo approccio non è di rottura totale: ha promesso di mantenere un dialogo aperto con tutti gli attori in gioco, dagli alleati locali fino ai governi stranieri.

    La questione dell’indipendenza, da sempre al centro del dibattito politico groenlandese, resta aperta. Se da un lato tutti i partiti concordano sul distacco dalla Danimarca, dall’altro le tempistiche creano fratture interne. I Democratici, ora primo partito con il 29,9% dei voti, vogliono un percorso graduale, basato sul raggiungimento della sostenibilità economica prima di qualsiasi passo formale. Al contrario, il partito nazionalista Naleraq, che ha ottenuto il 24,5%, spinge per una separazione immediata, prendendo a modello la Brexit e il distacco della Groenlandia dall’Unione Europea nel 1985.

    La sfida adesso è trovare una coalizione stabile. Nessuno ha i numeri per governare da solo e la scelta dell’alleanza determinerà il futuro politico dell’isola. Se i Democratici si uniranno a Naleraq, il processo di indipendenza potrebbe subire un’accelerazione drastica, mentre un’alleanza con forze più moderate manterrebbe un equilibrio più prudente.

    Nel frattempo, la Danimarca osserva da vicino gli sviluppi, consapevole che l’eventuale indipendenza non sarà una transizione semplice. Oggi il 60% del PIL groenlandese dipende dai finanziamenti di Copenaghen e un distacco senza solide alternative potrebbe esporre l’isola alle pressioni di potenze come Stati Uniti e Cina, entrambe interessate alle risorse naturali dell’Artico.

    Nielsen, fresco di vittoria, ha dichiarato che la Groenlandia deve restare unita per affrontare questa nuova fase storica. Ma il cammino è appena iniziato e il finale resta tutto da scrivere.

      Ultime notizie

      Exit mobile version