Mondo
Le ultime ore di Maradona: per l’ex moglie Veronica troppi misteri sul decesso
L’ex moglie Veronica Ojeda racconta in tribunale la paura vissuta dal Pibe de Oro e accusa lo staff medico: “Lo tenevano sotto sequestro, mi chiedeva aiuto”. Un processo che scuote l’Argentina e fa emergere dettagli drammatici.
La testimonianza di Veronica Ojeda, ex moglie di Diego Armando Maradona , durante il processo sulla morte del leggendario calciatore argentino, ha portato alla luce dettagli drammatici e accuse pesanti.
Le pesanti accuse di Veronica Ojeda
La signora Ojeda ha dichiarato che l’ex marito viveva in una condizione di paura costante e si sentiva come se fosse tenuto sotto sequestro. Ogni volta che lo visitava, Diego le chiedeva aiuto e la implorava di portarlo via. La donna ha raccontato che il ricovero domiciliare presso l’appartamento di Tigre, dove suo marito è deceduto, era stato deciso dal neurochirurgo Leopoldo Luque e dal suo staff, ora sotto processo. Secondo Ojeda, le era stato garantito che Diego sarebbe stato seguito come in ospedale, ma la realtà si è rivelata ben diversa.
Abbandonato nel momento della morte
Ojeda ha descritto con grande emozione il momento in cui ha scoperto la morte dell’ex calciatore. Era in macchina con il figlio Dieguito quando ha sentito la notizia alla radio. Arrivata alla residenza di Tigre, ha trovato Diego in condizioni strazianti: gonfio e con la schiuma alla bocca. Dopo aver pregato, è uscita dalla stanza e ha perso i sensi.
L’autopsia ha rivelato che l’ex giocatore è morto per un edema polmonare acuto causato da insufficienza cardiaca congestizia e cardiomiopatia dilatativa. Secondo i periti, il quadro clinico si era aggravato nei giorni precedenti alla morte, durante i quali il campione non avrebbe ricevuto le cure necessarie. È emerso che Diego Armando avrebbe agonizzato per circa 12 ore prima del decesso.
Chi sono gli imputati
Il processo vede imputati sette membri dello staff medico, tra cui il neurochirurgo Leopoldo Luque, accusati di omicidio semplice con dolo eventuale. L’accusa sostiene che ci siano stati gravi errori nell’assistenza domiciliare, che potrebbero aver contribuito alla morte del campione. La testimonianza di Ojeda ha aggiunto un ulteriore livello di drammaticità al processo, evidenziando le presunte negligenze e il clima di paura in cui Diego ha vissuto i suoi ultimi giorni. Un caso che continua a scuotere l’Argentina e il mondo intero.