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Papa Francesco non sta bene e annulla le udienze: preoccupazione in Vaticano

Una giornata senza udienze per Papa Francesco a causa di un lieve stato influenzale. Il Vaticano, con un comunicato diffuso in mattinata, ha annunciato l’annullamento degli incontri previsti, specificando che la decisione è stata presa in via precauzionale per consentire al Pontefice di riposare prima del viaggio in programma nei prossimi giorni.

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    “A causa di un lieve stato influenzale, e in via precauzionale visto il viaggio dei prossimi giorni, le udienze papali previste per la giornata odierna sono annullate”, si legge nella nota ufficiale. Una comunicazione che ha immediatamente suscitato preoccupazione tra i fedeli e gli osservatori, soprattutto considerando l’età di Francesco, ormai ultraottuagenario, e la sua salute che, seppur “fragile ma di ferro”, non è esente da momenti di debolezza.

    Il Pontefice ha comunque fatto una breve apparizione per salutare i membri della plenaria dell’Accademia delle Scienze sociali e un gruppo della Fondazione Gravissimus Educationis, limitandosi a consegnare i discorsi preparati senza trattenerli ulteriormente.

    In agenda, un viaggio importante

    Nonostante il lieve malessere, Papa Francesco non intende rinunciare alla visita in Belgio e Lussemburgo, programmata per giovedì, in occasione dei 600 anni dell’università cattolica di Lovanio, luogo simbolo per lo sviluppo delle prime idee della Teologia della Liberazione. Il viaggio prevede prima una tappa nel ducato di Lussemburgo, seguita da una visita a Bruxelles.

    Il tam tam curiale ha commentato con una battuta l’attuale condizione del Papa: “Francesco ha una fragile salute di ferro”. Una descrizione che ben rappresenta la tempra del Pontefice, capace di affrontare impegni intensi nonostante le inevitabili difficoltà legate all’età.

    Ora, tutti gli occhi sono puntati sul viaggio imminente e sulla speranza che il Pontefice possa riprendersi pienamente per onorare gli appuntamenti previsti.

      Mondo

      Il Canada? Si prepara alla guerra civile negli Stati Uniti

      Il governo canadese pianifica interventi di sicurezza e accoglienza per un possibile conflitto civile negli USA. Alcuni ritengono le precauzioni esagerate, ma il Canada non vuole farsi trovare impreparato.

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        Dov’è finita la proverbiale calma canadese? Sembrerebbe che il paese della foglia d’acero stia prendendo sul serio la possibilità di una guerra civile negli Stati Uniti. Decine di piani di emergenza sono stati messi in atto, e il governo canadese si prepara ad affrontare un’ondata di rifugiati e potenziali conflitti ai suoi confini. Ma ci si chiede: queste misure sono davvero necessarie o stiamo assistendo a un eccesso di prudenza?

        La risposta canadese

        Il Canada ha sempre vantato una posizione di neutralità e di pace, ma le recenti tensioni politiche negli Stati Uniti hanno spinto Ottawa a prepararsi per il peggio. Le autorità canadesi hanno elaborato piani dettagliati per la gestione di rifugiati e per mantenere la sicurezza lungo il confine. Alcuni osservatori trovano la risposta canadese un po’ esagerata, sottolineando che il rischio di una guerra civile negli Stati Uniti, seppur presente, non giustifica tali preparativi.

        Prevenire è meglio che curare?

        Forse il motto “prevenire è meglio che curare” ha trovato un nuovo significato in Canada. Certo, nessuno può biasimare un governo per voler proteggere i propri cittadini e prepararsi per ogni evenienza. Ma i preparativi per una guerra civile al di là del confine sollevano domande sul livello di allarme che una nazione può avere nei confronti dei suoi vicini.

        La realtà dei fatti

        Nonostante le precauzioni, la realtà è che il Canada si trova a gestire una situazione delicata con un occhio attento alle tensioni politiche e sociali negli Stati Uniti. Prepararsi per un’eventuale crisi può sembrare eccessivo, ma non si può ignorare l’importanza della sicurezza nazionale.

        A conti fatti

        Mentre il Canada si attrezza per affrontare una possibile crisi al confine, rimane da vedere se queste misure saranno effettivamente necessarie o se rappresentano un caso di eccessiva prudenza. Nel frattempo, possiamo solo sperare che le tensioni negli Stati Uniti non raggiungano mai il punto di un conflitto civile, permettendo ai canadesi di tornare alla loro tranquilla vita quotidiana senza doversi preoccupare di rifugiati e sicurezza ai confin

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          Mondo

          “Non mi pento delle mie foto nuda”: Melania Trump e annuncia la sua autobiografia

          Melania Trump, in un video diffuso sui social, rivendica il valore artistico delle sue foto senza veli scattate durante la carriera da modella e attacca i giornalisti per averle usate per denigrarla. Un’iniziativa che arriva a poche settimane dall’uscita del suo libro autobiografico, in cui la moglie dell’ex presidente si racconta e si difende dalle polemiche, lasciando intravedere un conflitto tra il suo passato e il futuro politico del marito

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            Melania Trump è tornata sotto i riflettori con un video che ha sorpreso i suoi follower e scatenato un dibattito sui social. In soli 45 secondi, l’ex First Lady difende con fermezza il suo passato da modella di nudo, ricordando le critiche ricevute e rivendicando il valore artistico di quegli scatti. Il video è stato pubblicato in vista dell’uscita del suo libro autobiografico, prevista per ottobre, ed è accompagnato dalla copertina del volume, che sarà venduto a un prezzo non certo modesto: 250 dollari a copia.

            Modella di nudo. E allora?

            Nelle immagini, Melania appare sicura di sé e lancia un messaggio chiaro: “Perché resto orgogliosa del mio lavoro di modella di nudo?”. A questa domanda, l’ex First Lady risponde puntando il dito contro i media, che secondo lei avrebbero scelto di utilizzare quelle foto in modo strumentale, ignorando l’aspetto artistico. “La domanda più pressante è questa: perché i media hanno scelto di scrutinare la mia celebrazione della forma umana, in foto scattate per la moda? Non siamo più in grado di apprezzare la bellezza del corpo”, afferma con tono risentito.

            Evoca Michelangelo

            Nel video, Melania evoca i grandi maestri dell’arte, mostrando immagini di capolavori come il David di Michelangelo e la Lady Godiva di John Collier, a sottolineare come il corpo umano sia stato sempre un soggetto centrale nella storia dell’arte. L’intento sembra essere quello di mettere le sue foto sullo stesso piano di queste opere, invitando il pubblico a considerarle non come un semplice scandalo, ma come un’espressione di bellezza e libertà artistica.

            Il tempismo dell’iniziativa non è casuale: Melania ha sempre mantenuto un basso profilo durante la carriera politica del marito, evitando di farsi coinvolgere in prima persona nelle questioni più spinose. Questa volta, però, ha scelto di rompere il silenzio proprio mentre Donald Trump si prepara alla nuova campagna elettorale per tentare di tornare alla Casa Bianca. La sua mossa ha suscitato perplessità e domande: perché riproporre proprio ora le foto che tanto scandalo avevano suscitato durante la prima campagna presidenziale del 2016?

            Donald ha difeso la moglie

            Le immagini in questione erano state pubblicate dal New York Post con il titolo provocatorio “Non avete mai visto una potenziale First Lady così!”, scatenando una valanga di polemiche. All’epoca, Donald Trump aveva difeso la moglie, definendo quelle foto “molto eleganti e comuni”. Alcuni media avevano speculato sul passato di Melania, insinuando che avesse lavorato come escort, insinuazioni che furono poi smentite e portarono a condanne in tribunale.

            Nonostante le ripetute voci su un possibile divorzio, Melania è rimasta accanto al marito, anche nei momenti più difficili, come durante l’indagine dell’FBI su Mar-a-Lago. La scelta di riproporre il tema delle foto senza veli, proprio adesso, potrebbe essere un modo per rilanciare la propria immagine pubblica e, al contempo, sostenere la campagna presidenziale di Trump. O forse, semplicemente, è un’occasione per togliersi qualche sassolino dalla scarpa e vendere qualche copia in più del suo libro.

            Per ora, resta il mistero sul perché Melania abbia scelto proprio questo argomento per il suo ritorno mediatico. Il video si conclude con un invito a “onorare i nostri corpi ed abbracciare la tradizione senza tempo di usare l’arte come potente strumento di espressione”, ma la sensazione è che, dietro queste parole, ci sia molto di più da scoprire.

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              La faccia dura di Kamala Harris fa scalpore: “Ho una pistola e sono pronta a usarla”

              La vicepresidente Usa, intervistata da Oprah Winfrey, si lascia andare a dichiarazioni inaspettate sul possesso di armi da fuoco. Una strategia elettorale o un infortunio mediatico?

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                Durante un’intervista con Oprah Winfrey, Kamala Harris ha fatto discutere con un’affermazione destinata a far rumore: “Se qualcuno irrompe in casa mia, gli sparo”. Una frase che, detta dalla vicepresidente degli Stati Uniti e candidata alla presidenza, non può passare inosservata. Sorridendo, ha aggiunto: “Probabilmente non avrei dovuto dirlo, ma il mio staff se ne occuperà più tardi”. Un’uscita che ha diviso l’opinione pubblica e ha subito alimentato polemiche e dibattiti sui social e nei media americani.

                La posizione di Harris sul controllo delle armi: un equilibrio precario

                La vicepresidente ha sottolineato di possedere un’arma e di non essere contraria al diritto sancito dal secondo emendamento della Costituzione americana, ma ha anche ribadito la necessità di maggiori controlli e sicurezza. “Non vogliamo togliervi le armi, vogliamo solo evitare che qualcuno spari ai vostri figli a scuola,” ha detto. Una posizione, la sua, che cerca di bilanciare la sensibilità di un elettorato democratico preoccupato dalla proliferazione delle armi da fuoco e quella di cittadini moderati che vedono il possesso di un’arma come una garanzia di difesa personale.

                Una strategia calcolata o un infortunio elettorale?

                La battuta di Harris potrebbe essere stata un tentativo di rassicurare quella fetta di elettorato che considera la proprietà di armi un diritto imprescindibile. Tuttavia, c’è chi teme che possa aver fatto un passo falso, alienandosi parte dei democratici più radicali, contrari a qualsiasi forma di armamento privato. Le elezioni si avvicinano e ogni parola, ogni frase, ogni battuta può fare la differenza. Con i sondaggi ancora incerti, questo scivolone – se tale è stato – potrebbe costarle caro, o magari rivelarsi un abile colpo di scena per avvicinare l’elettorato indeciso.

                Una dichiarazione che divide

                Il dibattito sull’uso delle armi negli Stati Uniti è sempre rovente. Da un lato, c’è chi ha accolto con favore le parole di Harris, interpretandole come una presa di posizione pragmatica: difendersi in casa è un diritto di tutti. Dall’altro, c’è chi vede in queste dichiarazioni un pericoloso scivolamento verso la normalizzazione dell’uso della forza. E se c’è una cosa certa in tutta questa vicenda, è che la battuta di Kamala Harris ha colpito nel segno, sollevando interrogativi sulla vera portata del suo messaggio.

                Ora resta da vedere come evolverà la campagna elettorale e se Harris deciderà di tornare sull’argomento o di lasciarlo cadere nel dimenticatoio. La corsa alla Casa Bianca è ancora lunga e ogni parola pesa come un macigno.

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